Capitolo I-3

1055 Words
«Sarà meglio che tu vada, figliolo mio, dopo tutto: perché se il pallino è rimasto sotto la pelle, la mia mano è troppo vecchia per tagliare la carne di un uomo come sapevo fare una volta. Circa trent’anni fa, nella vecchia guerra, quando stavo sotto Sir William, percorsi settanta miglia da solo nelle solitudini più selvagge, con una pallottola di carabina nella coscia, e poi me la cavai fuori tagliandomi col mio coltello a serramanico. L’indiano John se lo ricorda bene. Lo incontrai con una compagnia di Delaware sulla pista dell’Iroquois che era venuto a prendersi cinque scalpi sullo Schoharie. Ma io gli lasciai un segno che credo abbia portato fino alla tomba! Lo presi proprio nel sedere (scusi tanto la signora) proprio quando usciva dall’imboscata, e gli scaricai tre pallottole da cervo nel fianco nudo così vicino che avreste potuto coprirle con una moneta da quattro soldi!» E Natty protese il lungo collo e si raddrizzò spalancando la bocca che scoprì un’unica zanna ingiallita, mentre sembrava ridere con gli occhi e col viso e perfino con tutta la persona, benché non si udisse alcun suono, tranne una specie di sibilo come se egli inalasse l’aria a singhiozzi. «Avevo perduto lo stampo dei pallini traversando lo sbocco dell’Oneida e dovetti servirmi dei pallini da cervo; ma il fucile era sicuro e non sviava come quel vostro affare a due gambe, giudice, col quale non conviene andare a caccia in compagnia». Le scuse di Natty alla delicatezza della giovane donna erano perfettamente inutili, perché, mentre lui parlava, la ragazza era stata troppo occupata ad aiutare il padre a rimuovere vari articoli di bagagli per starlo a sentire. Incapace di resistere più a lungo alle premure dei viaggiatori, il giovane, pur mostrando ancora un’incomprensibile riluttanza, si lasciò convincere a salire sulla slitta. Il nero, con l’aiuto del padrone, gettò il cervo sul bagaglio e, quando fu entrato nel veicolo anche lui, il giudice invitò il cacciatore a fare altrettanto. «No, no», rispose il vecchio scuotendo il capo, «ho da fare a casa, questa sera di Natale; andate pure voi, ragazzo mio, e fate vedere la spalla a un medico, benché, se vorrà estrarre il proiettile, io poi ho certe erbe che guariranno la ferita più presto di qualunque unguento di fuori». Si voltò, e stava per andarsene quando, quasi ricordando a un tratto qualche cosa, si fermò e aggiunse: «Se vedete l’indiano John a piè del lago, farete bene a prenderlo con voi perché dia una mano al dottore; perché, vecchio com’è, si interessa di ferite e di ammaccature, e…». «Ferma, ferma!», gridò il giovane afferrando il braccio del nero che si preparava a frustare i cavalli; «Natty, non dir nulla della ferita, né di dove vado… ricordatelo, Natty, se mi vuoi bene!». «Fidatevi del vecchio Calza-di-Cuoio», ribatté il vecchio con un cenno significativo, «che non ha vissuto cinquant’anni nella foresta senza aver imparato dai selvaggi a star zitto… Fidatevi di me, figliolo, e non dimenticate John l’indiano». «Natty», aggiunse il giovane ansiosamente, sempre tenendo il braccio del nero, «mi farò estrarre la pallottola e ti porterò stasera un quarto del cervo per il pranzo di Natale». Il cacciatore lo interruppe intimandogli il silenzio con un gesto espressivo della mano alzata, poi si avvicinò cauto all’orlo della strada, tenendo gli occhi fissi sui rami di un pino. Raggiunta la posizione voluta si fermò, e, imbracciato il fucile, piegò profondamente un ginocchio; poi, tendendo più che poteva il braccio sinistro lungo la canna, cominciò ad alzare adagio la bocca dell’arma in direzione del tronco diritto dell’albero. Gli occhi di tutti i viaggiatori nella slitta precedettero il movimento del fucile, e presto scoprirono l’oggetto della mira di Natty. Su un ramoscello secco del pino, che sporgeva a una settantina di piedi da terra proprio sotto i rami ancor vivi dell’albero, era appollaiato un uccello che nel linguaggio della regione era chiamato una pernice. Era di poco più piccolo di un comune pollo domestico. L’abbaiare dei cani e la conversazione che si era svolta ai piedi dell’albero avevano spaventato il volatile che si era ritirato accanto al tronco del pino, con la testa e il collo eretti sì da formare quasi una linea diritta con le gambe. Appena fu a tiro, Natty premette il grilletto, e la vittima piombò giù con una violenza tale che la fece sprofondare nella neve. «A cuccia, mascalzone», gridò Calza-di-Cuoio brandendo il calcio del fucile contro Hector che si precipitava a piè dell’albero, «a cuccia, dico!». Il cane ubbidì, e Natty procedette con la massima rapidità e accuratezza a ricaricare il fucile; poi raccolse la preda e mostrandola perfettamente decapitata alla comitiva, disse: «Ecco un bocconcino per il pranzo natalizio di un vecchio; non importa il cervo, ragazzo mio, e ricordati di John. Le sue erbe sono migliori di tutte le unzioni forestiere. Guardate qua, giudice», seguitò alzando di nuovo l’uccello, «credete che un fucile a canna liscia l’avrebbe tirato giù dal posatoio senza nemmeno arruffargli una piuma?». Il vecchio fece un’altra delle sue straordinarie risate in cui si mescolava esultanza, buonumore e ironia, poi, scuotendo il capo si voltò e trascinando il fucile si immerse nella foresta con un passo che sembrava un piccolo trotto. A ogni movimento sprofondava di parecchi pollici giù per il declivio; prima che la slitta imboccasse una svolta, il giovane girò gli occhi in cerca del suo vecchio compagno, e lo vide già quasi nascosto dai tronchi, mentre i suoi cani lo seguivano tranquillamente, odorando distratti le piste del cervo, quasi sentendo per istinto che non servivano più. Un altro balzo della slitta, e Calza-di-Cuoio scomparve alla vista. 1 Sleigh è la parola usata in ogni parte degli Stati Uniti per denotare una slitta a cavalli. È d’uso comune nell’Inghilterra occidentale, da dove probabilmente è derivata agli americani. Questi fanno distinzione tra sled, sledge e sleigh: la sleigh è cerchiata di metallo. Le sleigh possono essere a uno o a due cavalli: alla prima categoria appartengono il cutter con le stanghe sistemate in modo da permettere al cavallo di viaggiare al lato della pista; il pung o tow-pung, che è diretto con un bastone, e il gumper, rozza costruzione usata nei nuovi paesi per scopi temporanei. Molte slitte americane sono eleganti, benché l’uso di questo mezzo di trasporto vada diminuendo col migliorare del clima dopo il taglio delle foreste.
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