3. Fu svegliata da una serie di colpi concitati alla porta. In lontananza, i tuoni a cui quasi si era abituata, ma... Schizzò giù dal letto. «Arrivo!» gridò, in direzione della porta. A infilarsi le scarpe ci mise pochi secondi. Il giaccone. Il cappello. Il computer. I tuoni venivano dalla direzione sbagliata, quella sera. Aprì la porta. Kostya si fermò con la mano a mezz’aria. «Che cosa succede?». «Esercito filo-orientale. In forze! Sono spuntati fuori dopo il tramonto e sono entrati in città da est». «Merda». Kostya le fece segno di seguirlo con un cenno della testa. «Andiamo verso l’ospedale. Hanno preso tutti alla sprovvista. Così sembra». Spiegava a spizzichi e bocconi, mentre scendevano di corsa giù per le scale. Come loro, anche molti altri reporter stavano lasciando l’alb