4. «Ho letto i suoi articoli, signora Farley». Stava albeggiando e Zeeva non era riuscita a dormire un attimo. Maksym Sewick l’aveva trovata seduta per terra in un angolo, in corridoio, con il laptop aperto sulle cosce. «Signora Farley sembra il nome di mia nonna. Può chiamarmi Zeeva come tutti». Il viso di Sewick rivelò un certo disagio, ma finì per annuire, forse decidendo che il livello di informalità con quella sconosciuta non aveva davvero importanza, mentre la città veniva fatta a pezzi da tre diversi eserciti. «Ho letto i tuoi articoli, Zeeva. Quelli su di noi, ma anche gli altri pezzi che sono comparsi sul giornale per cui scrivi. Sei stata alla tua parola e cerchi di dipingere in modo... equilibrato quello che sta succedendo al mio paese. A volte diventi un po’ melodrammatica