Ecco perché con regolarità devo allontanarmi persino dalle amiche più intime. Devo restare sola in ampi spazi aperti per permettere alla mia energia di espandersi. Di solito la tengo al guinzaglio corto. Qui è diverso. C’è un vuoto rilassante nel castello. La mia energia riempie i lunghi corridoi pieni di eco. Il nodo al petto si allenta, come fossi in grado di espirare dopo anni di fiato trattenuto. Poi, in una volta, capisco. Sono la damigella delle storie. Quella che il drago rapisce e porta nella tana. Quella che i cavalieri cercano di salvare con pietose spade che nulla possono contro all’onnipotente drago sputafuoco. Gabriel mi ha portata qui, e non ha alcuna intenzione di lasciarmi andare. Mi crede la sua compagna. Concetto che non mi sembra così assurdo, ma resto comunque sicu