CAPITOLO 1
Yachats State Park, Oregon
Il presente
Tonya camminava lungo la spiaggia con le braccia avvolte attorno alla vita. I suoi pensieri erano confusi e la nausea minacciava di farle rigettare il suo ultimo pasto. L’avevano avvertita che avrebbe potuto stare così per un breve periodo dopo il ritorno, per via dei residui di magia dell’ultimo viaggio.
Barcollò e per poco non cadde su un mucchio di sabbia coperta di alghe. Sentì un uomo gridare e sollevò lo sguardo. Alzò una mano incerta e si ravviò i lunghi capelli castano scuro dal viso quando il vento glieli soffiò davanti agli occhi. Una ventata di nebbiolina gelida le penetrò nella giacca e lei rabbrividì.
“Chiedo scusa, ma il parco ha chiuso al tramonto. Ehi, si sente bene?” chiese preoccupato il ranger.
Tonya lo guardò con lo sguardo appannato. Annuì, inizialmente incapace di parlare. Quel senso di stordimento cominciava a infastidirla. Non aveva mai amato le montagne russe e in quel momento le sembrava di essere appena scesa dalla più grande del mondo.
“Sto bene. Che – che giorno è oggi? Da quanto manco?” chiese.
“Che mi venga un colpo! Lei non è una di quelle persone scomparse?” esclamò stupito il ranger.
“Gli altri sono tornati?” domandò Tonya, con voce più forte ora che il suo stomaco aveva cominciato a placarsi.
“Mi chiamo Marty. Lei è Tonya Maitland?” chiese Marty.
“Sì. Gli altri–” Tonya scosse la testa e ricominciò daccapo. “L’agente Tanaka e Ruth Hallbrook sono tornati?” ripeté, alzando la voce in preda all’agitazione.
“Non ho visto nessun altro. Credo che sia meglio che io chiami la clinica e veda se c’è il dottor Field,” suggerì Marty, allungandosi con aria preoccupata quando Tonya barcollò.
Lei riconobbe immediatamente quel nome: il dottor Kane Field. Di certo lui – o la sua amata Magna – sapeva di cosa lei stava parlando. Annuì con prudenza, per timore di esacerbare le vertigini e la nausea che avevano finalmente iniziato ad alleviarsi.
“Sì, vorrei vedere il dottor Field,” concordò.