“Ah! Già, sì.” ammise malvolentieri l’altro, mentre Calvin si scusava per l’interruzione con Nancy che, con un sorriso, giustificò. “È un disguido che capita spesso, perché la nostra … la Thorskole è … era tra le poche scuole, forse l’unica a LumenEuropa, a iniziare all’età di undici anni. Gli altri licei, mi risulta che, come il vostro … ehm come la Domus Horarum, preferiscano che i giovani stiano in famiglia più a lungo. Devo dire che anch’io avrei gradito di più iniziare … dopo.” Tacque qualche istante, con lo sguardo perso in lontani ricordi, prima di riprendere nel solito tono vivace. “Dicevo, i quattro elementi di ogni Natio, del sesto anno e che hanno ottenuto i voti più alti, sostengono diverse prove e i due più bravi diventano i Comandanti per l’anno scolastico successivo.”
“Ragazzi e ragazze?” si accertò Evan.
“Gli otto che sostenevano le prove erano i migliori in assoluto, senza distinzione di sesso. Di solito erano più o meno alla pari, ma a volte capitava che ci fossero più ragazze, o viceversa.” chiarì lei allegra.
“Quindi i Comandanti possono anche essere due ragazze?” si sincerò Wilma, con aria interessata.
“Certo. O anche due ragazzi.” ribadì Stu’.
“Mi era sembrato di capire che fossero previste anche prove di forza. Come era possibile che le ragazze potessero gareggiare alla pari con i maschi?” indagò Wilfred, sconcertato.
“Corretto. Ma forse non c’è chiarezza sul termine forza. Non si trattava di prove fisiche da superare con la forza bruta, ma con l’energia. Un po’ come i combattimenti di Arti Marziali, nei quali sappiamo che non è il più muscoloso a vincere, ma il più veloce e intelligente, oltre che abile nell’uso dell’energia.” chiarì a sorpresa Cheryl, ravviandosi i capelli dietro le orecchie, come era sua abitudine ogni volta che prendeva la parola. Cheryl Wythe era di natura schiva e taciturna e, forse proprio per questo, le rare volte in cui apriva bocca attirava l’attenzione.
“Avete detto che non erano stati nominati i Comandanti per quest’anno, ma poc’anzi Nancy ha detto che le prove sono alla fine del sesto anno ...” verificò Horatio dubbioso, rivolgendosi a Eric e Stu’ che ambedue accennarono un vago assenso. “Ma allora, se non ci sono state le selezioni alla fine dello scorso anno scolastico, vuol dire che il vostro Rettore sapeva già che la Thorskole avrebbe chiuso.”
Nel grande salone piombò un silenzio irreale, mentre gli occhi di tutti, che prima erano concentrati con sbigottito interesse su Horatio, puntarono su Quinton e Ringwald, che parvero rendersi conto solo in quel momento del senso della questione. Per la prima volta, Ares vide la sicumera di Eric vacillare e Stu’ assumere l’espressione imbarazzata di chi è colto in flagrante. Anche tutti gli altri ex-T stavano guardando verso di loro e parevano in ansiosa attesa di una risposta che avrebbero dovuto conoscere già.
“In realtà, le prove si sono svolte regolarmente.” rivelò Nancy, in un tono un po’ meno brioso del solito.
Ares ebbe l’impressione di cogliere un lampo allarmato nello sguardo che le lanciò Eric, ma subito riconobbe la solita aria spavalda che gli risultava così antipatica e si convinse di essersi sbagliato.
“Quando è stato il momento, però, anziché annunciare i nomi dei Comandanti, il Rettore Anatolji Vassiliev, subentrato dopo …” si fermò un istante e, preso un profondo respiro, completò in fretta la frase. “… l’arresto di Gunther Vlatko, ci ha comunicato che le difficoltà nelle quali si trovava la nostra scuola erano diventate più gravi e che era consigliabile per noi prendere in considerazione … delle alternative.”
La voce di Nancy si era velata e lo sguardo vagava lontano. La sua mestizia contagiò istantaneamente tutti quanti e l’argomento venne abbandonato. La conversazione progressivamente si spense e dopo poco tutti salirono ai rispettivi piani.
Per i giorni successivi non vi fu altro tema di conversazione, se non gli imminenti stage riservati al quarto e quinto anno. Gli studenti coinvolti di tutte le Familiae si scambiavano in continuazione informazioni ottenute chissà come e che, dopo pochissimo, si rivelavano del tutto infondate per lasciare spazio a una gran quantità di altre notizie fantasiose. Neppure gli infallibili Gazzettieri, Tib&Tuc, erano riusciti a carpire qualcosa di serio. Tutta la Domus era immersa in un trepidante clima di speranza e ansia in attesa delle comunicazioni ufficiali che, per gli Estivi, vennero date da Leona Douglass nel loro Tablinum poco prima del pranzo dell’ultima domenica di gennaio.
“Ragazze e ragazzi, per favore fate silenzio.” ordinò asciutta la Rector che, non appena varcata la soglia, era stata assalita da un’ondata di concitate domande simultanee. “Sedetevi e ascoltate fino in fondo. Al termine potrete pormi, se necessario, i vostri quesiti. Uno alla volta.” precisò, ammonendo con un’occhiata severa Tib&Tuc che, avendo già aperto la bocca, la richiusero subito. “Bene. Credo che tutti vi rendiate conto di quale opportunità straordinaria vi si offra con questo progetto.”
Nessuno fiatò.
“È precisa volontà del Praesidens Yolhair che tutti abbiano la possibilità di partecipare.”
Vi fu un mormorio compiaciuto, subito sedato dallo sguardo austero della Magistra, che proseguì in tono insolitamente lieto.
“La prima visita, come ha detto il Mentor Maximus, verrà effettuata al Larmacaeles e avrà luogo da lunedì nove a venerdì tredici febbraio. Gli allievi prescelti visiteranno diversi Uffici e ne conosceranno le attività basilari, avendo così modo di apprezzare l’organizzazione e l’efficienza alla base della gestione delle nostre istituzioni.”
La Douglass fece una pausa per prendere fiato, mentre tutti attendevano ansiosamente che si decidesse a rivelare la parte più succulenta del comunicato.
“Va da sé che sebbene, come ho detto, il Magister Magnus desideri che tutti possano conoscere da vicino come opera il nostro Dicastro, è fatto obbligo selezionare elementi validi, perché solo questi hanno la possibilità di trarre beneficio da questa preziosa occasione. Pertanto, verranno prescelti solo gli allievi migliori: due per il quinto anno e uno per il quarto. Di conseguenza, potranno frequentare ogni seminario tre studenti per ogni Familia.”
Seppur discretamente, Tib&Tuc si diedero di gomito sogghignanti, tornando subito seri prima che la Douglass potesse accorgersene.
“Per questa prima tornata, la selezione è stata fatta sulla base dei voti del primo trimestre conseguiti in tutte le materie. Per le visite successive – alla Kofrel, al Santemple, a LumenFrance e ancora al Larmacaeles per almeno altre due volte – si terrà conto dei risultati complessivi, ottenuti fino alla fine del mese precedente allo stage stesso, attribuendo dei bonus per le materie specifiche dei diversi indirizzi, in modo da selezionare equamente gli studenti in base agli orientamenti professionali scelti.” I giovani si scambiarono occhiate soddisfatte, ma perplesse. “Dal primo di febbraio verrà affisso, nelle bacheche dell’Atrio d’Onore, l’elenco dei bonus per le diverse materie con i relativi punteggi attribuiti alle votazioni, in modo che ognuno sappia qual è la sua posizione e quindi possa, se vuole, impegnarsi a migliorare i propri risultati. Gli Estivi selezionati per questa prima tornata saranno resi noti, assieme a quelli delle altre Familiae, al pranzo di domenica prossima, primo febbraio.” concluse la Douglass visibilmente soddisfatta.
Ares notò che Astrea aveva un’espressione quasi euforica. Anche lui trovava che l’idea fosse davvero brillante: Yolhair aveva trovato un modo decisamente efficace per stimolare gli studenti del quarto e quinto anno a dare il meglio. Era solo un po’ preoccupato per le assenze che lui e Astrea avrebbero dovuto fare, accompagnando ogni volta i giovani ai diversi seminari. Stare via per così tanto tempo, li avrebbe costretti a ritmi ancora più serrati di studio per un’adeguata preparazione agli esami di Bagatto. Malgrado questo che, in fin dei conti, non lo crucciava più di tanto, lo rincuorava – anzi, a dirla tutta, lo esaltava – il pensiero di stare con Astrea, di vivere con lei un’esperienza che prometteva di essere assolutamente stimolante e di passare tutto il tempo insieme. Non che non fosse già così, ma l’idea di trascorrere del tempo con lei fuori dalla Domus, gli ricordava il loro week-end a LumenLondon e tutti i momenti belli passati lì insieme. Stava già fantasticando su dove avrebbero alloggiato – quasi certamente al Nidulus, assieme a tutti gli altri che dovevano assistere – e se avrebbero avuto almeno un paio di serate libere per cenare con Mira, Safìr e i loro amici, quando ...
“Come preannunciato, il gruppo dei prescelti sarà sempre accompagnato da un docente e un Dapifer.”
Ares non si accorse nemmeno di cosa stava facendo. Era balzato in piedi, con gli occhi sgranati, balbettando in continuazione verso la Douglass. “U-Uno? Come … uno?! Ma ... come ... perché ... “ Se ne rese conto, solo quando avvertì su di sé gli sguardi di tutti, mentre la mano di Astrea, che teneva saldamente la sua, lo tirava in basso, cercando di farlo risedere.
La Rector represse a stento un moto di disappunto e si limitò a ripetere. “Un Dapifer per volta accompagnerà il gruppo in tutti gli stage, comprese le visite a Ysbleue e Lesanges. E ora se ci sono domande ...”
Ares sentì vagamente che qualcuno chiedeva informazioni dettagliate su cosa avrebbero fatto nei diversi uffici ministeriali o alla Kofrel, così come qualcun altro domandò dove avrebbero alloggiato, come avrebbero raggiunto LumenLondon o le destinazioni francesi, e altri dati ancora. Altrettanto, non si curò delle risposte circostanziate che l’insegnante forniva in modo esaustivo, a giudicare dalle espressioni dei presenti. Chissà perché erano tutti così contenti? A lui era crollato il mondo addosso. Non si capacitava che quello che aveva sentito fosse vero. Non sentiva nemmeno la stretta della mano di Astrea, neppure il suo sguardo puntato su di lui. Come un automa si alzò, assieme a tutti gli altri, quando la Douglass si congedò. All’uscita della Rector, il gran vociare dei compagni gli arrivò in sordina.
Andò verso una delle numerose portefinestre. Pulì con le dita un riquadro appannato e guardò il Parco totalmente ricoperto di neve. Il tempo anche quel giorno era inclemente, nevicava talmente tanto che la partita prevista tra Ghiande e Fiori era stata annullata. Se il Velum che copriva l’Ovalo permetteva il normale svolgimento del gioco, così come agli spettatori di assistervi, erano evidenti le difficoltà di percorrere il lungo tragitto che separava la Domus dallo stadio. Era la terza volta che succedeva e, sapendo quanto moltissimi ci tenessero, Ares e Astrea avevano chiesto al Consiglio Docenti se era possibile provvedere a megakuxin coperti per il trasporto. Era stato loro risposto che era già stata contemplata quella possibilità, ma che il vento sostenuto di quei giorni la rendeva impraticabile. Forti raffiche scuotevano in quel momento gli alberi avvolti in un turbinio di fiocchi candidi e tutto il paesaggio era immerso in una strana luminosità biancastra. L’inverno alla Domus non era mai stato tanto rigido e nevoso come quell’anno. Ares si lasciò ipnotizzare dalle folate di spesso nevischio, che spazzavano tutto lo scenario di fronte a lui. La mente era vuota da ogni pensiero, come spesso accade quando si è colpiti da una notizia inattesa e sgradita. Una sola immagine, una sola parola rimbalzava in ogni angolo del suo cervello: Astrea. Era così lieto per quella iniziativa, che trovava davvero geniale ... E invece ora ... Gli si prospettavano almeno sei settimane di lontananza. Non riusciva a crederci. Come avrebbe fatto?
Lo scorrere delle sue lunghe mani sul petto lo distolse da quel pensiero angoscioso. Tutti erano andati a pranzare, lasciandoli soli. Lei gli stava alle spalle e lo aveva abbracciato teneramente. Respirò adagio, a fondo. Chiuse gli occhi e si abbandonò con delicatezza contro di lei. Astrea aveva appoggiato il viso sulla sua spalla. Sentì il suo calore e il suo profumo. Dopo poco, si girò verso di lei e l’abbracciò a sua volta.
“C’era da aspettarselo.” riconobbe lei con dolcezza, mentre erano abbracciati.
La guardò negli occhi e annuì. Era stata una vera illusione quella che aveva sognato. Era impensabile che potessero lasciare la scuola entrambi. Il loro ruolo imponeva la supervisione dell’opera dei Senatores, oltre a un intervento informale in caso di necessità, prima che il problema diventasse tale da dover essere portato all’attenzione di un Rector. E poi, dopo la modifica del Regolamento, da loro voluta, non potevano trascurare i Vicari.