Novità Didattiche-1
Novità Didattiche
I primi giorni dell’anno, fino al rientro di tutti, trascorsero quieti, come se quella serenità, con i suoi ritmi calmi e tempi dilatati, dovesse durare per sempre. Per Ares non furono però di tutto riposo, dato che aveva convinto Astrea a delegargli anche le sue incombenze di Dapifer, considerando quanto l’assorbissero i lavori del Saggio e non volendo che si affaticasse troppo. Aveva comunque abbastanza tempo libero che impiegava giocando, prevalentemente a IndaGo con i signori Laergan, e partecipando alle tutte le riunioni dei Saggisti che erano state numerose e prolungate a causa del copioso materiale Lumen e Opaco di ogni genere che arrivava di continuo. Tutti i famigliari dei Saggisti infatti, in particolare quelli presenti, si erano subito mobilitati coinvolgendo amici e parenti per dar man forte ai giovani artisti. Erano arrivate parecchie incisioni, i film di Welles, Zeffirelli e Parker, oltre ad alcuni filmati delle rappresentazioni teatrali, compresa quella con Laurence Olivier. Dati i suoi altri impegni, Ares non aveva mai assistito alle diverse proiezioni e audizioni, fino all’ultimo sabato di vacanza. Gloria aveva raggiunto al GranTab i Saggisti subito dopo colazione, annunciando esultante di aver ricevuto una registrazione epocale: quella con Mario Del Monaco e Renata Tebaldi del 31 gennaio 1955 al Metropolitan Opera di New York. Tutti gli esperti erano balzati in piedi per abbracciarla entusiasti, primo fra tutti Crispin, che era letteralmente fuori di sé dalla gioia. Venne subito organizzata la visione, alla quale assistettero tutti e che conquistò anche coloro che non gradivano la lirica fin dalla prima frase di esordio di Otello con lo strepitoso Esultate!
Dopo aver visto l’opera, il soggetto, che Ares conosceva da tempo e ricordava truce e pesante, cominciò ad affascinarlo. Aveva avuto poche occasioni di ascoltare musica operistica, per lo più brani. Non gli dispiaceva, ma non ne andava matto, soprattutto perché non capiva nulla di ciò che cantavano e non solo perché lo facevano in lingue che non conosceva, prevalentemente in italiano. Sapendolo, Astrea aveva elaborato, anche a beneficio degli altri, un incanto che consentiva di leggere la traduzione e il testo originale del libretto, senza distrarsi, permettendogli così di godere appieno la magia di quella recita straordinaria. I principali interpreti erano stati fenomenali e avevano reso in modo stupefacente il profilo psicologico dei personaggi. Oltre alla magnifica musica, di eccezionale bellezza e potenza, la splendida riuscita era senz’altro merito anche dell’adattamento di Boito, del quale gli piacque soprattutto come aveva dipinto Iago. Un gentiluomo dai modi affabili, ma subdolo e infido, talmente roso dall’invidia e dall’odio da tramare un piano atroce ai danni di Otello, credendolo responsabile delle sue condizioni, senza curarsi minimamente dei danni che avrebbero subito altre vittime del tutto innocenti.
Nel corso della rappresentazione, Ares si interrogò su quei sentimenti. Poté dichiarare, senza ombra di dubbio, di essere totalmente estraneo all’invidia. Non aveva mai desiderato – né quando il suo stato lo avrebbe giustificato, né tanto meno da quando Astrea era entrata nella sua vita, illuminandola – ciò che avevano gli altri, neppure ciò che li rendeva felici e neanche una famiglia, sebbene la desiderasse sopra ogni cosa. E non comprendeva nemmeno l’assurda gelosia di Otello. Come poteva non rendersi conto che sua moglie lo amava in modo tanto intenso e profondo da avere rinunciato a tutto, anche alla propria famiglia e Paese, pur di condividere con lui tutta la vita. Poteva dire lo stesso per l’odio? Odiava certamente Halyster. Non solo per il Male che aveva compiuto per oltre un decennio, ma anche per averlo privato di ogni affetto familiare. E maggiormente lo odiava, più che per averlo voluto uccidere due volte, per aver torturato Astrea, per averla sottoposta per dieci lunghi giorni a un orrore tale, che non solo sarebbe di sicuro morta fisicamente ma, anche se fosse sopravvissuta, la sua bella natura, il suo spirito luminoso sarebbero stati devastati, forse annientati per sempre, se l’Amore non l’avesse salvata. Se la straordinaria energia che scaturiva dal potente sentimento che li legava, non avesse salvato entrambi, perché lui sarebbe certamente morto, nel corpo e nell’anima, assieme a lei. Odiava Deimos Cashmar e i suoi complici per aver ammazzato a tradimento Zoran. E Selkis, l’akrabu Famiglio del Despota, per aver avvelenato Herakles. Non sarebbe mai stato capace però di danneggiare nessun altro, né di ordire una trama tanto machiavellica per punirli dei loro crimini. Li avrebbe affrontati a viso aperto. Come era nella sua indole. Come era già successo. Come sapeva che sarebbe ancora accaduto. Un giorno. Non lontano, gli diceva il suo cuore.
Se prima Crispin era euforico, alla fine era a dir poco incontenibile, forte dell’entusiasmo generale. Effettivamente, le interpretazioni dei protagonisti erano state trainanti, oltre che magistrali. Al termine, subito dopo essersi ripreso dalla fortissima emozione, Cavendish propose di ridiscutere l’impostazione dello spettacolo, volendo in pratica replicare l’opera verdiana. Astrea aveva suggerito di proseguire la riunione, pranzando nella M-2. Mentre si rifocillavano, la discussione tra chi appoggiava la mozione del Senator Autunnale e chi invece aveva diverse obiezioni in merito diventò tanto animata che lei, a un certo punto, intervenne dopo essere stata a lungo silenziosa in ascolto.
“Sapevamo che selezionare un soggetto conosciuto, addirittura tanto popolare come Otello, ci avrebbe creato le difficoltà derivanti dai molteplici riferimenti ed esempi.”
Guardando i presenti, Ares ebbe la conferma che era un timore che aveva previsto solo lei.
Irriducibile, Crispin sottolineò con veemenza. “Ma l’Otello di Del Monaco è così fantastico che …”
“Sì” concordò lei, fermandolo e precisando subito. “Il suo. Di Del Monaco. Così come quello di Welles e di Olivier o lo Iago di Kenneth Branagh. E, certamente, Renata Tebaldi con la sua voce celestiale è Desdemona, come lo è Flutura Babuska, eterea e appassionata, nell’emozionante balletto Lumen del secolo scorso. Ma, appunto, sono loro. Ciò che ha fatto di quelle rappresentazioni qualcosa di eccezionale è proprio l’unicità degli artisti che le hanno interpretate. Per quanto tra di noi ci possano essere cantanti, attori e ballerini di ottimo livello, nessuno può competere con quei mostri sacri.”
Tutti ne convennero con lunghi sospiri contemporanei. Avvilito, Crispin verificò. “Ma allora … che si fa?”
Dopo aver atteso che gli altri parlassero, dato che nessuno sembrava avere nulla da suggerire, Astrea osservò. “Ciò che fa di una qualsiasi opera un capolavoro è, a mio avviso, l’essere senza tempo. E Otello lo è indubbiamente. Nelle versioni che abbiamo visto sono stati di volta in volta focalizzati diversi temi. Personalmente, punterei sull’inganno.”
Come fiori assetati che avevano ricevuto una bella annaffiatura, tutti quanti sollevarono testa e spalle che avevano lasciato andare per lo sconforto.
“Chi appare onesto e leale non lo è, così come chi sembra traditore è invece fedele.” proseguì lei, mentre in molti annuivano. “Il coraggio è viltà, come Otello stesso dimostra. La debolezza è invece forza, mi riferisco alla supposta fragilità di Desdemona, così come il vigore di Otello è al contrario fragilità. L’insicurezza di chi, non credendo in sé stesso, non si fida degli altri, neppure di chi lo ama e che lui crede di amare.” Altri assentirono. “L’inganno, come un gioco di specchi, trasfigura ciò che è fallace in realtà e viceversa. Credo che, anche dal punto di vista scenografico, questo possa essere un buon elemento portante.”
“E l’Amore.” intervenne lui con naturalezza, scusandosi subito con un gesto per l’intromissione. Ricevendo l’immediato consenso generale, proseguì. “L’Amore rappresentato da Desdemona, ovviamente. Che è talmente elevato e puro non solo da perdonare il marito che la uccide, ma addirittura lo difende e scagiona sul letto di morte. E, per converso, la negazione dell’amore è rappresentata in primo luogo dall’odio di Iago, ma anche dal cieco egoismo di Otello che, come ha detto Astrea, crede di amare Desdemona, ma non sa nemmeno cosa significhi voler bene, altrimenti non avrebbe dato ascolto alle infami insinuazioni di un estraneo. Avrebbe compreso che il sentimento di sua moglie era autentico e avrebbe creduto solo a lei.”
Astrea gli rivolse uno sguardo innamorato e orgoglioso, mentre Stuart e Hildy rilevavano con fervore uno dopo l’altro come, pur conservando il testo originale, avrebbero potuto sviluppare i temi sfruttando la struttura dello spettacolo di combinare recitazione, canto e danza insieme.
Nel loro scambio di idee, si intromise Spencer rilevando all’indirizzo di Astrea. “Concordo su tutto: trovo la tua lettura davvero brillante. D’altra parte, col tuo acume … E mi piace in particolare la tua considerazione, giustissima, che questo dramma è senza tempo. So che avevamo stabilito di far svolgere la vicenda ai giorni nostri, ma un’ambientazione d’epoca potrebbe essere, forse, più spettacolare.”
“Sì, certo.” convenne lei, soffermandosi un attimo pensierosa prima di aggiungere. “A dire il vero, mi hai fatto venire in mente che potremmo usare il tempo come elemento strutturale. E anche lo spazio.”
Sceneggiatori e co-regista la guardarono stupiti, così come gli altri Delegati del Comitato: Crispin, Eleonor e Jason.
“Potremmo collocare i diversi momenti della vicenda in vari periodi storici e differenti civiltà o Mondi, mantenendo naturalmente i personaggi immutati. In questo modo, daremmo concretezza all’aspetto intramontabile degli elementi ispiratori, oltre ad avere un grande ventaglio di alternative per la messinscena dal punto di vista sia della sceneggiatura, sia delle scene e costumi, oltre che una scelta molto più ampia di musiche.” Dopo una breve pausa riflessiva, aggiunse. “Ho sempre pensato che una creazione artistica, soprattutto uno spettacolo, sia come un tessuto. Può essere semplicissimo o estremamente elaborato e ricco, ma l’importante è che sia ben fatto. Ogni elemento contribuisce al risultato finale: i filati, di uno o più materiali, i loro colori, il tipo di tessitura, i disegni e la cromaticità della stampa, la finitura. Quindi potremmo considerare il tempo come l’ordito, mentre la trama può essere lo spazio. Combinandosi, danno vita all’armatura della stoffa, con una o più tinte di base – nel nostro caso, sarebbero cangianti, come l’insidia e l’ambiguità – nel quale i temi emergono come motivi jacquard più o meno grandi, formando tutti insieme un quadro che si arricchisce di sfumature e disegni sovrimposti.”
Si fermò un attimo. Lo faceva spesso per agevolare gli interventi. Poi precisò, quasi a volersi giustificare. “È solo un’idea che mi è venuta in mente adesso.” Tacque di nuovo qualche istante, lasciando scorrere lo sguardo sui colleghi, che la fissavano ammutoliti, e quindi ipotizzò con garbo. “Possiamo pensarci … È ovvio che dovremo parlarne quando rientreranno tutti.”
Seguì un silenzio quasi irreale, interrotto dopo qualche attimo da Crispin che, interpretando il pensiero generale, dichiarò con espressione rapita. “Sei veramente … vulcanica.”
Arrossendo lievemente, lei si schermì con una breve risata gioiosa. Quindi si rivolse a Daisy per verificare la prima disponibilità per la riunione successiva, dettandole poi alcuni appunti.
Con lo sguardo ammirato su di lei, dopo aver apprezzato ancora una volta la sensibilità e l’acuta intelligenza della sua amata, Ares si compiacque della meritata stima e dei giusti riconoscimenti che le venivano tributati.
Domenica, i genitori di Astrea andarono via subito dopo pranzo e la commozione del congedo fu molto grande sia per chi partiva, sia per chi rimaneva. Nonostante fosse grata per tutto il tempo in cui li aveva avuti vicini, Astrea si rattristò e nemmeno la lezione di ballo latino, che Ares le propose per distrarla, ebbe il suo effetto, tanto che anche lui non poté più nascondere la sua mestizia. Alla fine, passarono tutto il tempo a ballare un’infinità di lenti, per potersi confortare reciprocamente in un affettuoso contatto fisico.
Ambedue riuscirono a sbarazzarsi della malinconia solo con l’arrivo di tutti i compagni, vocianti e festosi, che riportarono nella Domus un gioioso frastuono. Per tutto il tempo, fino a quando non si ritirarono nelle rispettive stanze per dormire, fu un continuo scambiarsi novità e raccontarsi come erano passate le vacanze.
Archie e Ares attesero entrambi di rimanere soli in Soggiorno, motivati però da diverse esigenze. L’amico partì in quarta per primo, chiedendogli innanzi tutto se c’era stato qualche avvistamento e non nascondendo poi la sua delusione al suo diniego. Quindi lo sottopose a un fuoco di fila su cosa avevano fatto e come si erano comportati gli Eredi e anche gli ex-T. Di nuovo insoddisfatto per l’assenza di notizie, si lanciò prima in una filippica contro suo fratello Waldo che, a quanto pareva, non era stato per niente cordiale con Claire, dilungandosi poi su come invece lei fosse stata deliziosa e avesse conquistato tutti, anche il nonno che era piuttosto critico nei confronti degli estranei. Ares non obiettò sebbene non gli fosse sembrato esigente, quando l’aveva conosciuto due anni prima. Infine, Peak si era abbandonato alle confidenze che non era difficile intuire quanto fosse ansioso di condividere con lui. Non avendo più nulla da aggiungere, Archie sbadigliò sonoramente e si alzò. E lui lo imitò senza dire nulla di ciò che aveva in mente all’inizio. Non perché l’amico fosse assonnato, né perché fosse molto tardi e nemmeno perché la sua loquacità non gli avesse quasi permesso di aprire bocca, a parte per rispondere all’interrogatorio. Semplicemente aveva cambiato idea.