Novità Didattiche-3

2009 Words
I suoi interrogativi attirarono l’attenzione di quasi tutti i presenti. Tib&Tuc, capeggiati da Archie, sostennero a spada tratta che, con la mente vulcanica che si ritrovava Yolhair, era più che certo che ci sarebbe stato qualcosa di nuovo, prima della fine dell’anno scolastico. “Avete ragione.” concordò Astrea, non appena si furono calmati abbastanza per ascoltare. “Danaus Yolhair è un grandissimo Praesidens. Siamo molto fortunati ad aver potuto frequentare il Lyceum sotto la sua direzione. Non vi sembra, però, che le iniziative siano già tante? Voglio dire, anche per un Lumen straordinario come lui, potrebbe essere difficile inventarsi qualcos’altro, no?” Archie la guardò di sbieco, mentre gli altri non nascondevano il loro scetticismo. “E poi con quest’anno termina ... Sì, insomma, a giugno abbiamo gli esami di Bagatto e quindi, tutto sommato, preferirei che non ci fosse nient’altro.” Ares, che le teneva la mano, la sentì tremare brevemente. Gliela strinse e aggiunse veloce, sostenendola. “Conoscendolo, non si può escludere nulla, ma anch’io sarei contento se per quest’anno ci fermassimo qui. Ciò che ci aspetta mi sembra davvero tanto e, non so voi, ma per essere franco non mi sento proprio tranquillissimo per le prove finali.” Le loro osservazioni furono condivise da diversi, mentre i più erano favorevoli alla prospettiva di altre elettrizzanti novità. Nell’abituale sosta fino alle nove al GranTab, tutti i giovani si scambiarono opinioni e, soprattutto, crucci per gli impegni scolastici, in particolare quelli del terzo e quinto anno che dovevano sostenere gli esami. Arrivati al Tablinum di Casa Aestas, l’eccitazione per quanto annunciato stimolò tuttavia la ripresa della conversazione iniziata a tavola. Ad Astrea e Ares, che si erano sistemati come al solito nell’ampio divano davanti al camino più grande, si unirono parecchi Estivi, tra i quali Calvin, che indagò speranzoso. “Secondo voi, come verranno scelti gli studenti? Dato che Yolhair ha parlato di più seminari, pensate che potremo andarci tutti?” “Dipende da quale sarà il numero massimo consentito per ogni gruppo, secondo i diversi indirizzi professionali.” intervenne, inaspettatamente, Nancy in tono distratto mentre, seduta sul tappeto di fianco al camino, era impegnata a far scorrazzare di fronte a sé una serie di minuscoli pompon colorati, muovendoli col proprio Segno, un bell’anello con due camelie, intagliate una in onice nero e l’altra in latteo cacholong, e tre piccole foglie a pavé di brillantini. I veloci percorsi tortuosi stavano attirando l’attenzione di Nostradamus che, tanto per cambiare, era abbarbicato addosso ad Astrea. Non senza un certo disappunto, fu inevitabile per Ares notare che, malgrado fosse seriamente attratto dal gioco, il kot non aveva alcuna intenzione di abbandonare la sua postazione privilegiata. “Giusto!” concordarono quasi all’unisono Tib&Tuc. “Vediamo un po’, in quanti siamo del quinto anno ad aver scelto EcoFin?” proseguì Sean e Charlie rispose quasi all’istante. “Più di quaranta. Noi di Aestas siamo i meno numerosi: sei, Astrea compresa. Gli Invernali sono una quindicina e una decina in Autumnus e Ver.” “Ah! Bene.” commentò soddisfatto Sean, sfregandosi le mani. “Allora è cosa fatta! Basterà che ci siano anche solo due spedizioni e parteciperemo tutti almeno alla visita alla Kofrel o al Dicastro. Anche perché dubito, che il numero di studenti per ogni tornata sarà inferiore alla dozzina, Dapifer esclusi, e quindi per ogni Casa ne saranno selezionati tre.” “Scusa, cosa ti fa essere così sicuro sui numeri?” sondò Wilfred perplesso. “Be’, ragiona ... Organizzare visite studentesche in posti dove la gente lavora significa, innanzi tutto, prevedere per tutta la durata dello stage che la normale attività degli uffici sia rallentata e, di conseguenza, l’opportunità deve essere sfruttata al meglio, senza dare troppo fastidio. Quindi, tenendo conto che ci saranno sempre i Dapifer, oltre a un paio di insegnanti, il numero ideale degli allievi che parteciperanno dovrebbe essere tra i dodici e i sedici, al massimo.” puntualizzò in tono professionale Sean. Ragionamento impeccabile! pensò compiaciuto Ares, sorridendo tra sé mentre notava come tutti loro erano maturati, anche i più restii. Tib&Tuc, tanto diversi quanto inseparabili, erano da sempre gli animatori più quotati della scuola e non si lasciavano sfuggire nessuna occasione per ciò che loro definivano un po’ di sano divertimento, ossia scherzi bonari, del tutto inoffensivi e privi di malignità. Ciò nonostante, si impegnavano molto seriamente nello studio, perché entrambi volevano conseguire il diploma di Bagatto con il massimo dei voti, avendo grandi progetti per il futuro. Horatio assentì pensieroso e, proseguendo il ragionamento sulla possibilità di partecipare, rilevò. “Per l’indirizzo di Sanator, invece, è il contrario. Noi siamo una ventina. Quindi le probabilità sono più scarse.” Dopo un prolungato silenzio, durante il quale molti riflettevano sulle proprie chance, Wilma appurò, con una lieve esitazione nella voce. “Ma avete idea di cosa andremo a fare?” Archie le scoccò un’occhiata malevola, ma si astenne dal precisare di non essere per niente convinto che lei sarebbe stata tra i prescelti, sebbene i voti della cugina fossero ottimi. “Da noi ...” esordì Nancy, la cui voce aveva tremato leggermente, e che subito riprese più ferma. “C’era un unico seminario di pochi giorni, solo per gli studenti dell’ultimo anno. Era un privilegio molto ambito e tutti quelli che avevano avuto l’onore di frequentarli non erano molto prodighi di dettagli. Dicevano solo, che le visite erano state particolarmente valide.” “Tutti chi?” verificò Archie incuriosito. Nancy lanciò un’occhiata eloquente a Stuart Quinton, che si era messo a cavalcioni di una sedia poco distante da lei e aveva lo sguardo perso nel fuoco del camino. Ad Ares non era sfuggito che, da quando era tornato Eric e Stuart si era incupito, Nancy faceva in modo di coinvolgerlo il più possibile. Non gli era ancora chiaro, però, se il sentimento che lei provava per il compagno di Omega fosse qualcosa di più di una solidale amicizia, mentre era certissimo che Cheryl stravedesse per Eric, tanto che sembrava vivere costantemente nella sua ombra. Quinton colse il tacito invito di Nancy, alla quale rivolse un debole sorriso di ringraziamento prima di spiegare. “Oltre ai prescelti tra gli allievi migliori del corso, erano sempre presenti i Comandanti delle nostre due Nationes.” rispose laconico. “Ah, sì?” interloquì prontamente Vanessa. “E chi sono, Stu’?” Stuart si era integrato così bene e in fretta, che ormai veniva considerato dagli Estivi come uno di loro e tutti avevano finito per chiamarlo col suo diminutivo, che anche per Ares era ormai naturale usare. “Chi erano, vorrai dire.” precisò Quinton, dopo un attimo di esitazione, scostando con un rapido moto del capo i capelli sottili e lisci che gli piovevano sempre sugli occhi espressivi. “I Comandanti di Alpha e Omega erano nominati tra gli studenti dell’ultimo anno.” intervenne Eric. “E, visto che la nostra scuola è stata ... Ecco, non c’è stato modo ... quest’anno.” spiegò con fare insolitamente incerto. Ares notò lo sguardo afflitto di Cheryl, ma non seppe dire se fosse rammaricata per la sorte toccata alla loro scuola o per altro. “D’accordo, ma si può sapere com’erano questi seminari?” incalzò dopo poco Wilma, interrompendo un imbarazzato silenzio con la gratitudine generale. Gli ex-T sembrarono scuotersi dai malinconici ricordi, che stavano certamente occupando i loro pensieri e Stu’ riprese, in tono più leggero. “Come dicevamo, solo gli allievi dell’ultimo anno ci potevano andare. Visitavano gli uffici delle principali istituzioni, tra le quali anche alcune banche e le maggiori Case di Guarigione di LumenDeutschland, e anche diverse aziende. Queste visite erano solo conoscitive, giusto un approccio ai diversi settori lavorativi, ma tutti tornavano decisamente soddisfatti, e anche molto fieri. Vero, Eric?” Ringwald accolse l’inatteso invito con malcelata sorpresa. “Assolutamente.” confermò appena sostenuto, per poi proseguire in tono neutro, riprendendo immediatamente il controllo. “Certo, niente a che vedere con gli stage previsti agli istituti superiori.” “All’Università, intendi?” verificò Dulcie. “Sì. Un mio cugino, che oggi lavora in un importante istituto finanziario, mi raccontava che l’impegno in questi seminari era stato sempre più oneroso, ma gli è servito moltissimo per rendere più efficace l’apprendimento teorico. Secondo lui, è stata proprio questa esperienza a permettergli di essere scelto tra un gran numero di candidati per il posto che ora occupa.” “Non credo che quelli previsti dal Praesidens per noi saranno di quel tipo.” commentò piatto Quinton, lanciando un’occhiata veloce a Eric, che era in piedi alle sue spalle, come se disapprovasse quanto l’amico aveva appena detto, per poi guardare di nuovo le fiamme del camino. Ares ebbe la netta sensazione che Ringwald controllasse un moto di stizza, vedendolo respirare adagio prima di replicare calmo. “Questo mi sembra ovvio. Non abbiamo certo la preparazione idonea per corsi applicativi. Si tratterà di visite di mera osservazione.” Ne seguì un breve scambio di supposizioni e congetture su ciò che li avrebbe attesi, ma alla fine arrivarono alla conclusione che, per tutti i fortunati prescelti, sarebbe stata un’esperienza di sicura utilità, oltre che interessante. Rassicurato dall’idea che fino all’Università non avrebbe avuto di che preoccuparsi, Archie si informò diretto. “Cosa fanno i vostri Comandanti? E come vengono nominati?” Il riccioluto ragazzo non si accorse né dell’occhiata di disapprovazione per la sua insensibilità, che gli scoccò Astrea sbuffando appena, né del sorriso divertito di Ares che la strinse di più a sé, per quietarla. “Né più, né meno di ciò che fanno i Dapifer, qui.” rispose Stu’, in un tono che voleva essere indifferente, ma dal quale traspariva una nota di controllato fastidio. “Sono selezionati tra i migliori, naturalmente.” fu la risposta asciutta e sintetica di Eric che, come se si fosse accorto di essere stato troppo brusco e scostante, aggiunse dopo qualche attimo. “Intendo che è pacifico, che debbano essere eccellenti ... esattamente come qui, per i Dapifer.” concluse, rivolgendo uno smagliante sorriso a loro due. Astrea ringraziò con un’espressione dolce, mentre Ares fece fatica ad abbozzare un sorrisetto tirato. “Astrea e Ares sono in assoluto i migliori che abbiamo mai avuto.” si inserì Wilma, con ferma convinzione. “È vero. Dapifer come voi non ce ne sono mai stati.” concordò immediatamente Calvin. “Non vi sembra di esagerare?” dubitò Astrea, schermendosi. “No, di certo.” “Non siamo gli unici a pensarlo.” confutarono i due uno dopo l’altra, mentre tutti i presenti a ruota assentivano. “Tutti gli altri erano sì bravissimi, ma tutti così … distanti. Anche Isobel.” rilevò Pamela. “Giusto. Erano come dei vice-Rectores. Voglio dire che erano più dalla parte degli adulti, che dalla nostra.” “Intervenivano, sì, ma solo se necessario e quasi sempre per riportare l’ordine. Di rado si attivavano preventivamente e, men che meno, si preoccupavano per tutti come fate voi.” spiegarono Tib&Tuc. Seguirono diversi esempi di altri compagni, senza che né Ares, né Astrea riuscissero a frenarli cercando, imbarazzati, di minimizzare. A loro si associarono gli ex-T, che ne approfittarono per esprimere ancora la loro riconoscenza per ciò che avevano fatto per loro: non solo per gli spazi sportivi, ma per averli fatti sentire a casa, mettendoli a loro agio. Eric era stato il primo a parlare e, pur tentando di mascherare il suo entusiasmo, il suo zelante apprezzamento soprattutto nei confronti di Astrea non passò inosservato a nessuno. Pur contento che lei venisse giustamente stimata per la sua dedizione, Ares si era irrigidito. Forse notandolo, Horatio si intromise. “Ho sentito dire che, per le nomine, non vengono presi in considerazione solo i voti.” Il suo intervento in loro soccorso, gli guadagnò gli sguardi grati di entrambi. “È vero.” affermò pimpante Nancy. “Al termine del sesto anno, …” “Sesto?!” la interruppe Evan, suscitando l’immediato intervento contrariato del fratello, che gli rammentò a denti stretti. “Te l’ho detto, e non una volta sola, che alla Thorskole il corso è di sette anni.”
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