Oleg Bljad’. La mia vita era brutta. Non ero mai stato orgoglioso di niente, ma avevo fatto quello che dovevo per rimanere in vita. Ma spiegarlo alla mia piccola rondinella era un’altra cosa. Sarebbe scappata così velocemente da dar fuoco al marciapiede coi piedi. E se avevo intenzione di far uscire quell’oscurità, se avevo intenzione di raccontare a Story del mio passato, avrei dovuto tirare fuori tutto anche con i miei fratelli di cellula. Proprio tutto, fino al tradimento per omissione. Sapevo che a un certo punto il momento sarebbe arrivato, e a ogni giorno che passava avrei voluto che non succedesse. Perché ormai mi curavo di quella famiglia. Mi fidavo di loro. Mi affidavo a loro. E ora loro avrebbero scoperto di non potersi fidare di me. Ma per Story ero disposto a rischiare di