9. Atterrai su un pavimento duro e freddo. Pulsavo ancora per l’orgasmo; ansimavo; gocciolavo sudore, umori, lacrime e sperma. Ero ancora parzialmente inzaccherata di topping, con la giacca di Nathan, sudata e sporca, che mi pendeva dalle spalle. I capelli mi spiovevano sul viso, velandomi gli occhi. Li spostai e vidi dov’ero. Un bancone di legno scuro, severo, dietro a cui erano sedute quattro persone, tre uomini e una donna. Belli e giovani, erano... dovevano essere guardiani, non c’erano altre possibilità. La donna era Amrita. Su un lato, seduto a un banco separato, Rahel, con lo sguardo distante e il viso inespressivo. Dietro di me diverse file di panche... per fortuna vuote, tranne che per una donna in pantaloncini aderenti da corsa, canottiera e scarpe da ginnastica tecniche. N