6. Rahel girellava per la mia cucina. Alla fine trovò una mela, la lucidò con uno strofinaccio e le tirò un morso. Poi tornò verso il soggiorno. Tutto questo nudo come mamma l’aveva fatto – sempre che l’avesse partorito una donna. Io ero sul divano con addosso solo il maglione di filo che durante la serata avevo usato già per combattere il freddo. Ora lo usavo per combattere il disagio, visto che nuda non ero rilassata come lui. Mi ripromisi per l’ennesima volta di iscrivermi in palestra, sapendo già che non l’avrei mai fatto. «Un seme è un guardiano potenziale... questo l’avevi già capito, no?» disse, sbocconcellando la mela. «No» ammisi. Poi afferrai le implicazioni. «Vuol dire che un tempo anche tu eri un essere umano?». Lui si lasciò cadere accanto a me e incrociò le gambe. «Un te