Capitolo Due

1093 Words
Capitolo DueLa Fattoria McMillan apparteneva alla famiglia di Derek da generazioni. Era nato e cresciuto lì, e probabilmente sarebbe anche riuscito a trascorrere gli ultimi giorni della sua vita in quel posto. Da quando i suoi genitori erano morti anni fa, la fattoria era diventata la responsabilità principale di Derek. Aveva un fratello maggiore, Aidan, ma preferiva viaggiare piuttosto che stare in casa e occuparsi della fattoria, e tornava solamente qualche volta per fare una visita. La fattoria di Derek era il luogo perfetto per un orso. In realtà, era per questo che i suoi antenati si erano trasferiti secoli prima, e il motivo per cui non aveva mai sentito il bisogno di andarsene come suo fratello. L’immensa campagna gli dava spazio sufficiente per girovagare. Il ruscello che passava dalla sua proprietà era perfetto per la pesca, ma la parte migliore era che non fosse un posto frequentato. Le uniche persone che si presentavano erano ospiti paganti: soprattutto coppie di mezza età e, sporadicamente, giovani famiglie che cercavano di far apprezzare ai figli la natura. Evitarli quando sentiva il bisogno di trasformarsi era semplice. Nessuno lo aveva mai scoperto, ed era una fortuna, perché gli orsi avevano un rigido codice di segretezza. I cottage per le vacanze erano distanti dalla fattoria per ragioni di sicurezza, e gli ospiti di solito erano in grado di arrangiarsi. Derek doveva solamente assicurarsi che tutto funzionasse. Sebbene non fosse l’ideale invitare sconosciuti nel proprio territorio, era un modo per guadagnare soldi extra. Anche l’ospite di quel mese sarebbe stata come gli altri. Clarice Adler da Londra. Derek aveva immaginato dei capelli bianchi e vestiti con stampe floreali sentendo quel nome. Un’anziana signora, senza dubbio, che da giovane doveva aver trascorso le giornate a cavallo in campagna prima di trasferirsi a Londra. Una persona che sentiva la mancanza della natura. Quando la sua auto grigia arrivò al cancello principale, lui non ebbe bisogno di sbirciare per vedere che aspetto avesse. Lavorava da quindici anni nel settore del turismo e il suo istinto non lo aveva mai tradito. L’auto rallentò e poi svoltò a sinistra seguendo le indicazioni per i cottage. Derek aveva già preparato il Moss Cottage. Il letto era pronto e la dispensa era piena. Nonostante facesse spesso visita ai suoi ospiti il primo giorno per assicurarsi che fosse tutto di loro gradimento, preferiva mantenere le distanze. Non odiava i turisti, ma era una persona piuttosto riservata. Dopo aver finito con il prato di fronte casa, si preparò per il suo consueto giro serale: controllare le api e gli altri animali, dare un’occhiata all’orto, magari salutare la sua nuova ospite prima di cena. «Salve? C’è nessuno?» una voce femminile disse. Derek asciugò le mani sulla sua tuta e poi uscì per incontrare l’anziana signora, almeno così credeva, che avrebbe alloggiato al Moss Cottage. Tuttavia, niente avrebbe potuto prepararlo a quello che accadde dopo. La formosa donna dai capelli castani non poteva avere più di trent’anni. Io suoi occhi ambrati lo fissarono in attesa di una risposta. Non fu facile per lui ricordare come si accogliessero gli ospiti. «Derek McMillan. Piacere,» Derek disse, porgendo la mano alla sua ospite. Nonostante i suoi sforzi, le sue curve erano troppo invitanti per non essere ammirate. Comunque, per non essere troppo scortese, si concentrò sul suo viso. Zigomi alti, labbra carnose, occhi dolci. Pura perfezione. «Oh. Clarice. Clarice basta.» Esitò per un attimo lasciando le braccia lungo i fianchi. Non appena le loro mani si sfiorarono, sentirono entrambi una scossa elettrica. Lei si ritrasse immediatamente, come scottata. Questo significava che l’attrazione non fosse reciproca. «Posso aiutarti? Il cottage è di tuo gradimento?» Derek chiese. I loro sguardi si incrociarono per un attimo, poi lei abbassò nuovamente gli occhi. Il suo comportamento ricordò a Derek quello di una preda, dolorosamente consapevole del pericolo. E il suo profumo era così invitante, più delizioso di una radura in estate. C’era qualcosa in lei che risvegliava il suo istinto. La desiderava. «Io...» cominciò a dire qualcosa, ma poi seguì il silenzio. In tutti quegli anni al cottage, non si era mai trovato in una situazione imbarazzante come quella. Aveva visto diverse donne, ma nessuna gli aveva mai provocato un tale effetto. Non gli interessavano gli umani – almeno era stato così fino a quel momento – né quelli della sua specie per ciò che importava. Era sempre stato felicemente solo: uno scapolo per scelta e anche dovuto a determinate circostanze. Gli orsi non vivevano in branchi numerosi come i lupi. Per questo la sua specie era in difficoltà; non avevano l’occasione di accoppiarsi spesso. «Sì?» chiese. La sua reazione nei confronti di quella donna era viscerale, involontaria, e assolutamente sgradita. Più restava davanti a lei, più gli era difficile comportarsi in maniera civile. Voleva saltarle addosso. Stringerla tra le braccia e farla sua. Non riusciva a capire come un umano potesse avere un effetto simile su di lui. Era sconvolgente sentire la bestia in lui voler emergere. Si trattava di un comportamento di cui aveva sentito parlare. Ma era una cosa tra orsi. Non poteva provare quelle sensazioni per una donna, no? Forse era rimasto solo per troppo tempo e il suo istinto era un po’ arrugginito… Per una volta avrebbe preferito Aiden fosse con lui. Suo fratello aveva viaggiato e magari avrebbe saputo dargli qualche consiglio per risolvere quel casino. Le prossime due settimane sarebbero state difficili, se non impossibili. «Volevo solamente salutare. E ringraziare tua moglie… per la torta. Un gesto davvero carino.» Stava per dirle che non fosse spostato, ma si fermò. Che c’era di male nel farle credere che una donna avesse preparato quella torta? Almeno avrebbe avuto una scusa per tenerla lontana da lui. «Prego. Adesso dovrei tornare a lavoro.» «Certo. Non voglio trattenerti. Ancora grazie.» Lui annuì e quasi cadde nel fienile. In quindici anni, non aveva mai sbagliato a indovinare l’aspetto dei suoi clienti solamente dal nome o dalle poche informazioni fornite. Se avesse previsto quello che sarebbe successo, avrebbe immediatamente cancellato la prenotazione. In un solo pomeriggio, erano crollate tutte le sue certezze. Non era più lo stoico e pragmatico orso che credeva. Lei aveva risvegliato qualcosa in lui. Un pericoloso desiderio di cui aveva solamente sentito parlare dai suoi simili. Gli dispiaceva non poter chiedere consiglio a qualcuno di loro. Ma erano morti tempo fa, e non aveva idea di dove Aidan fosse. Ad ogni modo, Clarice Adler sarebbe rimasta lì, almeno per un paio di settimane. Derek non aveva idea dell’impatto che la presenza di Clarice nella fattoria McMillian avrebbe avuto sulla sua vita.
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