IV - INNAMORATI PREDESTINATI Ursus , filosofo, capiva. Approvava la fascinazione di Dea. – I ciechi vedono l'invisibile. Diceva anche: – La coscienza è visione. Guardava Gwynplaine e brontolava: – Semimostro, ma semidio. Gwynplaine, da parte sua, era inebriato di Dea. C'è l'occhio invisibile, lo spirito, e l'occhio visibile, la pupilla. Lui la vedeva con l'occhio visibile. Dea era abbagliata da un ideale. Gwynplaine non era brutto, era spaventoso; aveva davanti a sé il suo contrapposto. Lui era tanto terribile quanto Dea era dolce. Lui era l’orrore, lei la grazia. C'era qualcosa di irreale in Dea. Sembrava un sogno che avesse preso un po' di forma. C'era, in tutta la sua persona, nella sua struttura eolica, nel corpo snello e flessuoso come un giunco, nelle sue s