SEIL’alba era arrivata con le ascelle già belle sudate. La mattinata stava prendendo una piega decisamente infernale. Ancora questo schifo di caldo, pensò Nardini, sbuffando nel suo pandino, mentre al semaforo attendeva il verde. C’era sempre un traffico della malora in quel punto nevralgico della città, dove la statale Aurelia spaccava in due il centro urbano e si incrociava con l’altro importante asse viario che da Massa portava al mare. Nessuna amministrazione civica era riuscita, in più di mezzo secolo, a realizzare uno straccio di variante che desse un po’ di respiro alla viabilità del centro, eliminando quella specie di fiume d’auto che gorgogliava e s’ingorgava proprio in quel punto per parecchie ore del giorno. Intanto il numero delle auto in circolazione era decuplicato e le aree