CAPITOLO 2 Pericolo nella notte
Un lieve tocco disturbò il sonno di Ivy, seguito da una voce carezzevole e allo stesso tempo severa e inflessibile.
“È giorno, dobbiamo ripartire.”
Nessuna reazione. Alucard la scosse ancora e lei si mosse appena, mugugnando in segno di protesta.
“Ivy.” la chiamò per l’ennesima volta e finalmente la ragazza si decise ad aprire gli occhi.
La luce del sole filtrava dall’ingresso della caverna colpendola in pieno viso. Si schermò gli occhi, accecata, e fece un lungo sbadiglio.
“Buongiorno…” bofonchiò, la voce impastata dal sonno.
Il vampiro si ritrasse, permettendole così di alzarsi in piedi con tutta calma. Si stiracchiò a lungo massaggiando collo e schiena, ravvivò i lunghi capelli e infine riassettò i vestiti.
“C’è una sorgente a pochi passi da qui.” riferì Alucard voltandosi verso l’esterno. “L’ho notata mentre scalavo la montagna ieri sera, se…”
La principessa lo superò di corsa, uscendo dalla grotta come una scheggia.
“Ivy?” la chiamò confuso dalla sua reazione improvvisa.
“Chi arriva per ultimo è Faustus!” urlò la ragazza prima di lanciarsi giù per il pendio ridendo come una bambina.
Il vampiro si spiaccicò una mano sulla faccia, incredulo. Di certo la caviglia non le faceva più male!
Kain era in cima alle mura del castello di Norkrak, le braccia conserte e gli occhi ridotti a due fessure. Fissava le alte montagne all'orizzonte e lo spesso strato di nubi grigie che celava il sole. Se il vento non avesse scompigliato i suoi lunghi capelli bianchi lo si sarebbe potuto scambiare per una statua minacciosa.
Leander e Sebastian comparvero improvvisamente alle sue spalle e si inginocchiarono al suo cospetto.
“Qualche indizio?”
“A Tyros non hanno trovato niente di sospetto, deve essere passato per le montagne.” riferì Sebastian e il signore di Norkrak imprecò tra sé e sé.
“Ha calcolato tutto!” sibilò a denti stretti.
“Le uniche tracce le ha lasciate Faith, ma finiscono poco lontano dal castello. È come se si fossero volatilizzati.” continuò Leander.
“Non si sono teletrasportati, Ianos avrebbe potuto rintracciarli coi dispositivi che ha installato in tutta Norkrak, e dubito che abbiano volato. È più probabile che Alucard l’abbia caricata in spalla, così da non lasciare tracce.” ribatté Kain scuotendo la testa.
“Conoscendo Faith è probabile che si sia addormentata!” aggiunse Sebastian non riuscendo a trattenere un sorriso.
“Cosa facciamo adesso? L'esercito non si può muovere di giorno, a differenza loro.” chiese Leander portando le mani ai fianchi.
“L'esercito no, ma voi sì.” ribatté il signore di Norkrak.
Sebastian e Leander abbassarono la testa sconfortati, avevano passato giorno e notte alla ricerca dei due fuggitivi e speravano di potersi riposare un po’, ma Kain sembrava essere di un’altra idea.
“Nel frattempo mi consulterò con Ianos e Acamas e tracceremo degli ipotetici percorsi.” continuò il re dei vampiri dirigendosi verso le scale.
“Mi raccomando, non perdere tutto come al solito!” scherzò Sebastian.
Kain si voltò e gli riservò un’occhiata in tralice.
“Solo perché Faith non c’è, non vuol dire che nessuno possa romperti il naso!” lo minacciò alzando il pugno e il luogotenente scattò sull’attenti.
“Corro a cercarli!” gridò prima di saltare giù dalle mura mentre Leander scuoteva la testa con un sorriso.
“Non è divertente!”
“Oh, sì che lo è!”
“Smettila!”
“Se no?”
“Ivy!”
“Sì?”
Alucard scosse il capo esasperato, rinunciando ad ogni tentativo di serietà.
“Rilassati!" sbuffò Ivy facendo roteare gli occhi. "Non fa bene al tuo cervellino spremerlo così tanto, se qualche volta ti lasciassi andare e agissi d’impulso non cadrebbe di certo il mondo! Ti credo che dopo ti viene l’emicrania!”
“Io non ho l’emicrania!”
“Beh, ti verrà!” annunciò la ragazza portando le mani ai fianchi.
“Sì, perché me la farai venire tu!” ribatté il vampiro assottigliando gli occhi.
“Quanto sei melodrammatico!”
“Non mi pare il momento di fare osservazioni del genere!”
“Non mi pare il momento di fare osservazioni del genere!” ripeté lei, imitando il tono di voce del vampiro.
“Smettila!” sbottò il principe infastidito, ma Ivy gli fece una linguaccia. “Ivy!”
“Sai dire solo questo?”
Alucard strinse i pugni con rabbia.
“Si può sapere che intenzioni hai?!” le chiese trattenendosi a stento dall’urlare.
“Voglio spezzare la tensione che c’è in quella tua testolina, ma tu non mi sei per niente d’aiuto!” sbuffò la ragazza alzando le mani in segno di resa.
Il vampiro alzò di scatto lo sguardo, sorpreso.
“Immagino quindi che l’avermi spinto nella sorgente facesse parte del piano.” riprese con un mezzo sorriso mentre stendeva i vestiti fradici sul ramo di un albero e capovolgeva gli stivali pieni d'acqua.
Ivy aveva riso come una bambina quando era riemerso dalle acque limpide, si era addirittura piegata in due gridando: “Vedessi la tua faccia!”
Rise ancora di più quando, mentre tentava di uscire dalla fonte e alzarsi in piedi, gli abiti completamente inzuppati e i capelli che gli aderivano al volto, scivolò dentro un’altra volta!
Non l’aveva mai vista ridere così tanto. Diciamo pure che non l’aveva mai vista ridere per merito suo, fino a quel momento sembrava essere stato capace solo di farla soffrire.
“Quante storie, tu non li capisci proprio gli scherzi!” sbottò esasperata sollevando le mani.
“Il tuo scherzo, come lo chiami tu, ci farà perdere un bel po’ di tempo!” ribatté il vampiro incrociando le braccia al petto.
“Perché scusa?” domandò la principessa confusa.
“Perché non mi metto a gironzolare in mutande!” rispose Alucard trattenendosi a stento dall’urlare.
“Boxer, per essere precisi!” lo corresse lei approfittando della situazione per ammirare il suo fisico statuario. “Anche se sinceramente ti facevo più un tipo da mutandoni, li trovo più in linea col tuo abbigliamento d'antiquariato!”
Il vampiro portò una mano alla fronte e sospirò esasperato.
“Tuttavia... potremmo approfittare di questa pausa forzata per riprendere il discorso di ieri…” continuò Ivy con fare indifferente.
“Quale discorso?” chiese il vampiro guardandola di sottecchi.
“Avevi promesso di farmi il riassunto delle puntate precedenti, ma mi sono addormentata. Credevi di averla scampata, vero?” esclamò con un sorrisetto.
Alucard sospirò di nuovo. In effetti un po’ ci aveva sperato, ma la sua proverbiale fortuna non si smentiva mai.
“Avanti, cosa vuoi sapere?” si arrese sedendosi sull’erba a gambe incrociate.
“Tutto!” rispose Ivy esultando prima di accomodarsi di fronte a lui. “Tu comincia a raccontare, se ho delle domande ti fermo io!”
Il vampiro chiuse gli occhi e inspirò a lungo.
“Quella dimensione piena di zombie era un campo di prova creato da Nitros. Voleva capire quanto si era indebolito il mio corpo dopo il rituale e contemporaneamente tentare di controllare la mia mente, ma c'è riuscito solo per qualche minuto.” spiegò dopo aver riordinato le idee.
Ivy annuì, quella parte le era ben chiara, il suo dubbio era un altro.
“Come hanno fatto a riportarti in vita? Lo zio Ianos aveva detto che era impossibile per via del sigillo di Tarkahan. A proposito, non ce l’hai più!” esclamò accorgendosene solo in quel momento.
“Non ne ho bisogno.” rispose Alucard guardandosi il braccio destro.
La strana cicatrice era scomparsa, come se non fosse mai esistita.
“Il tuo lato oscuro è sparito?” domandò confusa la ragazza ma il vampiro scosse la testa.
“Quella è una parte di me, non posso liberarmene, ma ora riesco a controllarla.”
Credeva che avrebbe perso nuovamente il controllo una volta tornato ad essere un vampiro completo, invece riusciva a tenere le tenebre dentro di lui a guinzaglio. Forse era un effetto collaterale dell’essere morto per colpa del sigillo, o forse i due secoli passati nell’inferno dei condannati avevano modificato il suo corpo. Probabilmente Ianos avrebbe avuto una decina di teorie interessanti al riguardo, ma era scappato prima di poterlo consultare.
“Meglio così!” sentenziò Ivy son un sorriso. “Un problema in meno di cui preoccuparsi. Allora, come hanno fatto a riportarti in vita prima del tempo?” domandò di nuovo ora che quel dubbio era stato risolto.
“Tanto per cominciare devono aver trafugato il mio corpo, altrimenti mi sarei risvegliato alla rocca e non nel loro quartier generale.” cominciò pensieroso.
“Come facevano a sapere dov’era?” chiese ancora la principessa confusa.
“Considerando che il vero capo era Dracula dev’essere stato facile per lui risalire alla rocca.” ipotizzò il vampiro assottigliando gli occhi.
Sapere di aver eseguito i suoi ordini per tutto quel tempo gli faceva ancora ribollire il sangue nelle vene.
“Ok, ma i negromanti non erano tutti morti? Credevo che Mortanius e Nembrot fossero gli ultimi due.”
“Deve averlo addestrato Dracula stesso, Nitros lo considerava il suo signore e padrone dopotutto.”
“Dracula è un negromante?” chiese Ivy confusa.
“No, nessun vampiro può diventare un negromante, deve esserci un collegamento tra la vita e la morte e noi siamo non morti, quel filo è stato spezzato.” spiegò Alucard appoggiando le mani dietro di sé. “Tuttavia come ben sai Dracula non è un vampiro come gli altri, lui è pura oscurità, e ha frequentato i negromanti per molti secoli. Probabilmente alla Fortezza Oscura ci sono ancora i tomi proibiti di Mortanius e con la sua esperienza ha formato Nitros.”
Ivy annuì pensierosa riflettendo sulle parole del vampiro. Quell’ultima affermazione riguardo a Dracula le fece tornare alla mente un altro dilemma in parte ancora irrisolto.
“Perché il tuo sangue è dannoso per i demoni?”
Alucard si voltò a guardarla sorpreso, prima di ricordarsi della sua presenza ad Andrak quando aveva usato quella tecnica per la prima volta.
“Come dicevo prima, Dracula non è un vampiro come gli altri. Il suo sangue, il mio sangue è… diverso.”
Si guardò le mani, rimanendo in silenzio per qualche secondo prima di riprendere a parlare.
“L’ho sempre saputo, certo, ma ignoravo che potesse essere usato come un’arma.”
“E come l’hai scoperto?” chiese ancora Ivy.
“Mentre ero a Toryon con… i Dalv.”
Stava per dire con Sonia, ma scacciò il ricordo della ragazza dalla sua mente.
“Daniel, il vecchio che era con noi ad Andrak, era uno dei più grandi cacciatori al mondo. Possedeva molti libri sui vampiri e fu proprio leggendo uno dei suoi tomi che ne venni a conoscenza. Dracula è il vampiro più puro che sia mai esistito, più di Ianos e degli altri Antichi, non è stato morso, ha venduto anima e corpo alle tenebre, è un vero e proprio ricettacolo per l’oscurità, di conseguenza il suo sangue risulta incompatibile con qualunque creatura non sia un vampiro.”
Ivy annuì, anche se non del tutto convinta.
“Lo ammetto, è un concetto molto complicato. Penso che solo gli zii potrebbero capirci qualcosa!” esclamò e Alucard sorrise. “Comunque, tornando all’argomento principale, ti hanno riportato in vita, ma perché ti sei unito a loro? Perché non hai fatto ritorno a Norkrak?”
Il vampiro abbassò lo sguardo.
“Io…”
Fece un lungo respiro.
“Credevo fossi morta.”
Ivy sussultò sorpresa. Certo, non poteva sapere del piano architettato da Ianos per farla dormire attraverso i secoli, ma gli altri? Sebastian, Kain, non aveva sentito la loro mancanza?
“Il babbo e i luogotenenti ti hanno cercato per mesi, non mancavi solo a me.” disse e Alucard distolse lo sguardo, come se fosse a disagio.
“Non volevo vedere il castello… vuoto. Non volevo sapere cosa ne era stato di te.” confessò a fatica dopo qualche secondo di silenzio.
“Oh.” rispose semplicemente la principessa, mentre ogni tassello andava al suo posto.