CAPITOLO 1-2

1957 Words
“Pensavo a come erano rigogliose e abitate queste terre prima che i demoni le saccheggiassero, contenta?” sbottò il vampiro guardandosi intorno. “Che pensieri molto interessanti e felici!” sbuffò lei alzando gli occhi al cielo. “Prima mi stressi perché non ti rendo partecipe dei miei pensieri e poi ti lamenti?!” ribatté Alucard incredulo. “Certo! Sei troppo serio! E pessimista! Non potresti pensare a qualcosa di più allegro? Tipo a cosa farai una volta ucciso Dracula?” “Sempre se riuscirò ad ucciderlo…” mormorò il vampiro tra sé e sé. “Ecco! Ancora! Pensa positivo!” ribatté Ivy ma Alucard non rispose. “Uff, sei un caso irrecuperabile!” sbottò esasperata incrociando le braccia al petto. “Dobbiamo per forza fare tutta la strada a piedi?” “Vedi qualche autobus diretto al nascondiglio di Dracula?” chiese di rimando il vampiro, sarcastico. “Intendevo dire, visto che sei passato per Tyros, non potevi comprare una moto, una macchina, un cavallo, qualsiasi cosa insomma?” “Non sono passato per Tyros, ho fatto le montagne! E mi dispiace, ma nella fretta non mi sono preoccupato di portare via la carta di credito di Kain!” continuò ironico. “Ah, se non ci fossi io…” sospirò Ivy con fare teatrale prima di sfilare una carta di credito dalla tasca dei pantaloni. Alucard la guardò sbigottito. “Gliel’hai rubata?” “Certo che no, ho già speso una volta i soldi del babbo senza il suo permesso e mi è bastata! È quella di Ianos!” spiegò con un sorrisetto. “E non gliel’ho fregata, l’ho vinta a poker!” “Ianos che scommette la sua carta di credito?” domandò ancora il vampiro incredulo. “Ero di fretta, ho scommesso il castello e in cambio lui ha scommesso questa! Con un piccolo aiutino l’ho presa!” confessò con un’espressione da monella. Alucard le riservò un’occhiata in tralice piena di disappunto e la principessa alzò le mani in sua difesa. “Insomma, non potevo permettermi di perdere il castello, il babbo mi avrebbe scuoiata viva! Marcus sarebbe fiero di me sapendo che ogni tanto metto in pratica i suoi insegnamenti magici!” Il vampiro non riuscì a trattenere una risata sommessa ma si fermò improvvisamente e la principessa gli tirò una testata. “Ahia! La prossima volta che hai intenzione di fermarti di colpo fammi un fischio!” si lamentò massaggiandosi la fronte ma lui le fece cenno di stare zitta. La mise giù dolcemente e le intimò di non muoversi con lo sguardo, dopodiché evocò l’Astaroth. Ivy lo fissò confusa, si era persa qualcosa? Stava per trasgredire al suo ordine e chiedergli cosa diavolo stesse succedendo quando il vampiro urlò improvvisamente: “Kratorhim!” “Krator-che scusa?!” Cinque creature deformi sbucarono improvvisamente da sottoterra e e la ragazza gridò schifata. “Che bruttiii!” Alucard conficcò l’Astaroth nella testa di uno dei cinque Vampiri/Dreynar che la stava assalendo per poi spezzare il collo a quello più vicino con un calcio laterale. Eliminò gli ultimi tre in un batter d’occhio, potendo finalmente fare affidamento sulla spada demoniaca che sprizzava scintille ad ogni fendente. Ripulì la lama sulla casacca di uno dei mostri, tolse la polvere dal cappotto con qualche pacca e infine si rivolse alla ragazza che storse la bocca, sentendosi lievemente trascurata. “Tutto ok?” “Oh, grazie tante per esserti ricordato che esisto anch’io e non solo la tua stupida spada e il tuo cappottino in pelle!” sbottò incrociando le braccia al petto e il vampiro alzò gli occhi al cielo con un sospiro sconsolato. “Comunque grazie per avermeli tolti di torno, se mi avessero toccato con quelle luride zampacce penso che non sarei più uscita dalla vasca da bagno per il resto della mia vita, si può sapere cosa diavolo erano?” domandò schifata rimettendosi in piedi. “Kratorhim. Ricordi i vampiri fusi coi Dreynar di cui ti avevo parlato durante la guerra contro il Coglione e Dracula?” “Ne esistono ancora?” chiese Ivy sorpresa. “A quanto pare…” rispose Alucard con un’alzata di spalle Improvvisamente delle mani sbucarono dal sottosuolo e afferrarono il vampiro per le caviglie. Una voragine si aprì sotto di lui e prima che potesse rendersi conto di quanto stava accadendo venne trascinato a forza al suo interno, ma Ivy riuscì ad afferrargli prontamente una mano. “Non provarci nemmeno a lasciarmi da sola con questi obbrobri!” gridò puntando i piedi e tirando con tutte le sue forze. “La spada! Dammi la spada!” urlò il principe cercando di togliersi il Kratorhim di torno calciandogli la testa e le braccia. Ivy si guardò intorno. L’Astaroth era a qualche metro di distanza, doveva essergli sfuggita di mano quando il mostro lo aveva afferrato. “Non ce la faccio, è troppo lontana!” Un lampo di genio attraversò la sua mente. Alzò la testa e l’Acheron si materializzò davanti a lei, fluttuando a mezz’aria. “Al volo!” urlò prima di lasciarla cadere dentro al buco. Alucard l’afferrò e tagliò le mani del mostro che lo tirava per le caviglie. Un urlo agghiacciante fuoriuscì dall’apertura, seguito da diversi grugniti e dal rumore delle unghie che raspavano sulla terra, come se si stessero arrampicando lungo la cavità. Con un balzo Alucard riemerse dal buco e, create due sfere di fuoco, le lanciò nel tunnel. Un coro di ruggiti e stridii laceranti vibrò nell’aria, prima di svanire in un silenzio di tomba. Il vampiro tirò un sospiro di sollievo e solo in quel momento si accorse che la spada che stava impugnando non era la sua. La sollevò sorpreso e una forza sconosciuta sembrò fluire in lui. Provò qualche fendente a vuoto, mentre il potere delle anime che la lama aveva divorato nel corso dei millenni scorreva nel suo corpo. Era quello il segreto dell’apparente invulnerabilità di Kain? “Come fai a maneggiarla?” domandò confuso riconsegnandola alla sua padrona. Nel momento stesso in cui lasciò la presa sull’impugnatura anche quella forza soverchiante svanì, come se avesse fatto ritorno nella spada. “Perché?” chiese di rimando Ivy. “Non è poi così pesante!” Alucard la fissò sbigottito. Sembrava non avere idea del potere che racchiudeva quell’arma. Forse non riusciva ad usarlo, dopotutto Ianos l’aveva costruita appositamente per Kain, un vampiro, e a lei, in quanto umana, quel dono era negato. “Ok, lo ammetto, ci ho messo una vita prima di riuscire ad usarla in battaglia!” continuò la ragazza interpretando il suo silenzio in maniera errata. Alucard si chinò a raccogliere l’Astaroth, mentre un sorriso gli animava per un istante il volto nascosto dai lunghi capelli bianchi. “Passando alle cose serie, se non sai come ringraziarmi per averti salvato la vita e ti senti in debito con me, portami in un posto sicuro dove possa dormire in tranquillità, è quasi sera. Se invece non ti senti in debito con me… beh, fallo lo stesso!” annunciò Ivy incrociando le braccia al petto. “Sì mia signora!” rispose il principe con un inchino cerimonioso prima di caricarla nuovamente in spalla. Si inerpicò su un alto monte alla ricerca di un rifugio, mentre la ragazza russava profondamente contro la sua spalla. “Che cosa?! Non li avete trovati?!” urlò Kain incredulo, seduto sul trono di Norkrak. Dopo aver appreso della fuga di Alucard e Faith era tornato nella Sala dei Pilastri e aveva svegliato i luogotenenti uno per uno a suon di ceffoni per poi spedirli alla ricerca dei due. Ianos e Acamas avevano invece rimesso in ordine il salone, riportandolo agli antichi fasti. “Io te l’avevo detto che non erano più dentro i confini di Norkrak!” sbuffò Sebastian con un’alzata di spalle. “Sì, sì, tu dici tante cose, soprattutto cazzate!” sbottò il vampiro assottigliando gli occhi da lince. Il generale lo guardò sorpreso prima di incrociare le braccia al petto imbronciato. “Il sole è calato, andate a cercare fuori Norkrak e chiedete in città se qualcuno li ha avvistati!” “Le truppe sono stanche!” riferì Leander titubante. “Non m’interessa, dovete trovarli!” ribadì il signore di Norkrak, imperioso. “Chissà dove saranno adesso! Hanno varcato i confini da un bel pezzo, ormai saranno lontani chilometri e non penso che si fermeranno a riposare!” obiettò Marcus, ma sul volto pallido di Kain comparve un sorriso. “E’ qui che ti sbagli, caro Marcus, ti sei dimenticato con chi sta viaggiando Alucard? Conoscendola, lo obbligherà a fermarsi per permetterle dormire, abbiamo un po’ di vantaggio!” “Se sapessimo anche che strada hanno preso ne avremmo di più…” sbuffò Leander tra sé e sé. “Ma non lo sappiamo, quindi muovete quel culo, scansafatiche!” tuonò Kain alzandosi in piedi di scatto. “Sì signore…” risposero i tre luogotenenti in coro, pieni di entusiasmo. Raggiunsero la caserma, ma la vista che si presentò dinnanzi a loro era tutto fuorché rassicurante: i vampiri, reduci dalla notte di bagordi e dall’infruttuosa ed estenuante ricerca dei due fuggitivi erano allo stremo delle forze. “Conciati così non troverebbero neanche una bambola in camera di Faustus!” mormorò Leander scuotendo la testa. “Vi concedo un’ora di riposo, dopodiché dovrete andare a cercare fuori dai confini del regno, è tutto chiaro sacchi di merda?!” urlò Sebastian. I vampiri borbottarono tra di loro prima di rientrare nella caserma per rifocillarsi e riposare. Alucard ravvivò il fuoco gettando qualche altra sterpaglia. Aveva coperto Ivy col suo mantello pesante, ma la temperatura esterna era alquanto pungente. Non aveva avuto alcun problema ad addormentarsi sulle sue spalle nonostante il freddo, ma non doveva essere piacevole per lei dormire all’addiaccio a fine gennaio. Alzò la testa, soffermandosi a guardarla. Le fiamme danzavano sul suo volto rilassato colorandole i capelli rossi di altrettanti riflessi. Le sue labbra sottili si piegarono in un sorriso fugace. Di certo il viaggio era diventato meno noioso di quanto avesse ipotizzato inizialmente, era impossibile abbandonarsi ai pensieri con il suo vociare continuo in sottofondo, ma ora che stava dormendo… un po’ gli dispiaceva che non fosse lì a distrarlo, quel silenzio tanto agognato lo metteva quasi a disagio. Mille dubbi e pensieri affollarono la sua mente. Aveva fatto bene a portarla con sé? I Kratorhim che li avevano attaccati erano lì per caso o erano stati inviati da qualcuno? Non voleva metterla in pericolo, non voleva perdere anche lei dopo Sonia, ma c’era forse un’altra scelta? L’unica maniera per fa sì che non lo seguisse sarebbe stata imprigionarla nelle segrete di Norkrak con quelle catene indistruttibili, non glielo avrebbe mai perdonato, certo, ma almeno sarebbe stata al sicuro. Ma Kain? Se avesse rimandato la partenza avrebbe dovuto confessare quanto aveva appreso invece di scriverlo nella lettera e, sapendo che stava andando contro Dracula, il signore di Norkrak gli avrebbe permesso di partire da solo? O meglio, di partire e basta? Ne dubitava fortemente. Quella sembrava essere l’unica vera scelta che il destino gli aveva concesso, scappare nella notte portando Ivy con sé. Una ventata d'aria gelida si insinuò nella grotta facendo tremare il fuoco. Ivy rabbrividì nel sonno e Alucard si avvicinò all’apertura. Appoggiò una mano al suolo e immediatamente una parete di roccia sorse dinanzi a lui tappando l’entrata della grotta. L’Anatema della terra aveva molte utilità, ma non avrebbe mai immaginato di utilizzarlo per creare un muro. Lasciò un piccolo spiraglio per permettere al fumo di uscire, di certo non voleva farla morire per intossicazione o, peggio ancora, per asfissia. Tornò sui suoi passi e si sedette di nuovo accanto al fuoco. Guardò Ivy un’ultima volta, infine appoggiò il capo contro la parete rocciosa e chiuse gli occhi.
Free reading for new users
Scan code to download app
Facebookexpand_more
  • author-avatar
    Writer
  • chap_listContents
  • likeADD