Ares era seduto, quasi in punta, sulla poltroncina collocata in mezzo alla sala davanti al tavolo dove erano sedute cinque persone. La sera prima si era svegliato sul divano che era ormai notte fonda, con la testa imbambolata e un buco allo stomaco. Sul solito bel tavolo rotondo del bovindo, aveva trovato la sua cena. Si era rifocillato più per tacitare i morsi della fame, che per desiderio di godere della sempre ottima cucina. Si era svestito, lavato e si era messo subito a letto. Aveva stentato ad addormentarsi, rigirandosi più volte, ma alla fine aveva ceduto a un sonno popolato da frecce che si perdevano nell’infinito e che lui cercava invano di trovare, alberi dai mille occhi che lo scrutavano, agguerriti Bogies che si affannava a neutralizzare e Puck che si faceva beffe dei suoi inu