Capitolo IV Progressi Ares incoccò la freccia, tese lento e inesorabile la corda, traguardò il bersaglio e rilasciò. Emise un lungo sospiro e, dopo aver appoggiato con cura l’arco sul treppiede di supporto, si incamminò senza entusiasmo. Estrasse le frecce dal paglione e ritornò sui suoi passi. Non era giornata. Gli era capitato solo da principiante di colpire, in tutta una seduta, unicamente il bianco. Non c’era niente da fare: la sua mente era altrove. L’indomani sarebbe stato il giorno. E lui non si sentiva per niente tranquillo. Leona Douglass aveva un bel ripetergli che non aveva nulla di cui preoccuparsi. Si sfilò adagio il paradita, il guantino e il parabraccio. Li appoggiò sulla borsa piatta aperta a terra, quindi ripulì con cura le frecce prima di riporle nella faretra e iniziò