Sospirò. “Se solo sapessi perché ...” mormorò con una punta di contrarietà, guardando alternativamente l’uno e l’altro, sperando che gli rispondessero. Ma quei due esemplari rimasero muti e alla fine li depose entrambi sul velluto. Sospirò di nuovo, stanco e scoraggiato distogliendo lo sguardo dal ripiano. Decise di fare qualche passo per sgranchirsi le gambe. Se almeno in quella stanza ci fosse stato qualcos’altro, avrebbe potuto distrarsi un po’. E invece non c’era nulla a parte quel tavolo. Passeggiò lungo il perimetro per diverse volte, evitando accuratamente di guardare la tavola e, soprattutto, ciò che vi era esposto sopra. Guardò l’orologio che portava al polso: erano quasi le cinque. “Bisogna che mi decida.” si disse, mentre dal fondo della stanza si dirigeva a passo deciso verso