Mi devo preparare mentalmente a ritornare al lavoro, dato che è martedì.
Ieri Jace mi ha inviato tutti i video che ha fatto, compreso quello dove cantavo in piedi sul tavolino.
Oddio, quando ho visto il video non sapevo se piangere perché la canzone era bellissima o perché ho realizzato che non sarò mai normale.
Mia mamma mi ha detto che ha raccontato a Paul la verità, cioè che sono venuti dei parenti e che mi sono ubriacata.
Grazie mamma.
Se non fosse che lavoro per pagare i danni mi avrebbero già licenziata.
Quando arrivo davanti al negozio vedo che la porta è già aperta. Evidentemente hanno preso precauzioni.
Entro nel negozio e vedo Skyler che ha un oggetto in mano che usa come un microfono mentre canta quella strana canzone che ho inventato ieri.
Qui c'è lo zampino di mia madre, me lo sento.
Ha fatto vedere i video a loro.
Ora sanno da chi ho preso.
Appena mi vede mi sorride. «È bellissima la canzone!»
Rido nervosamente. «Ehm... grazie?»
James e Paul escono dall’ufficio di quest'ultimo.
«Sei arrivata. Ti sei ripresa dalla tua sbronza in famiglia?» mi chiede il mio capo.
Tutto questo è imbarazzante.
Grazie, mamma, per tutte le figure di merda.
Che se non fosse per la gravidanza tu domenica sera saresti stata ubriaca già dalla mattina.
Grazie nonno Carl e nonno Sean per avermi dato l’alcol.
Grazie a tutte le persone che fanno parte della famiglia.
Mi gratto nervosamente la fronte. «Sì, mi sono ripresa.»
Entra una cliente in negozio, e vado a sedermi.
Sembra una fottuta barbie. Ha i capelli biondissimi e gli occhi azzurri, e ha delle tette enormi.
Le tette sono più false dei miei sorrisi che faccio ai prof quando mi chiamano per essere interrogata.
Paul rientra nel suo studio, Skyler prepara la postazione e James si siede accanto a me, dato che una volta finito il disegno del tatuaggio lo devo passare a lui.
La barbie mancata va accanto a James, sbattendogli praticamente in faccia la scollatura sproporzionata della micro maglietta che ha addosso.
Skyler, che è alle sue spalle, si gira verso di noi e si mette due dita in gola, simulando una persona che vomita.
La capisco, James è suo fratello.
Mi mordo il labbro inferiore, per cercare di non scoppiare a ridere.
La bionda non si accorge di niente, troppo occupata a guardare James. «Vorrei un tatuaggio sulla chiappa destra. Ci pensi tu?» La sua voce è stridula.
Sembra che le hanno chiuso le corde vocali nella porta.
James mi indica. «È lei che fa i disegni, io mi occupo di tatuare.»
La bionda sbuffa e si avvicina a me.
Mi mostra una foto di un ragazzo che riconosco subito. È Harry Styles.
«Vorrei tatuarmi la foto del mio ragazzo.» Mi guarda negli occhi, sfidandomi a contraddire ciò che ha appena detto. Cosa che ovviamente faccio.
Le sorrido con aria di sfida. «Sei consapevole che è un cantante?»
«Certo che so che il mio ragazzo è un cantante. Invidiosa per caso?»
Oddio, oltre alle tette questa ha anche i neuroni fatti di silicone.
Trattengo a stento una risata. «Perché dovrei? Il mio ragazzo fa il modello per Abercrombie.»
Certo, il mio fidanzato immaginario forse.
Schiocca la lingua contro il palato. «Certo, come no.»
⸻
Per un momento ho temuto che questa giornata non terminasse più.
I clienti che vengono in questo negozio sono infiniti, e con la porta che continua ad essere aperta l’aria condizionata non viene accesa.
Non sudo così tanto neanche durante le ore di educazione fisica a scuola.
Forse perché trovo sempre una scusa con il prof e riesco a saltare la lezione rimanendo seduta.
Probabilmente me lo permette solo perché sono un danno, una volta ho rotto una finestra della scuola con un pallone da basket. Stavo semplicemente provando a fare canestro.
Sto per uscire dal negozio e dirigermi verso casa, quando una mano mi tiene ferma per un braccio.
Mi giro e vedo che è Skyler, con un sorriso stampato in faccia.
Ma non le verrà una paralisi facciale a continuare a sorridere?
«Hey Brianna, hai da fare pomeriggio?»
La guardo confusa. «No, perché?»
«Vuoi venire a casa mia a vedere un film?»
«D’accordo.»
⸻
«Potresti aprire tu la porta di casa?» Skyler mi porge le chiavi della porta d’ingresso, dato che sta tenendo uno scatolone in mano.
Gliele prendo e apro la porta. Quando lo faccio si sente un tonfo e poi il pianto di un bambino, e una donna urla: «Tesoro è caduta la piccola Aisha!»
Ci passa un uomo davanti, che quando mi guarda riconosco essere Paul.
Mi ero dimenticata che James e Skyler fossero fratelli e Paul il loro padre.
Il mio capo abbassa lo sguardo sulla mia mano destra, che tengo ancora appoggiata alla maniglia della porta.
Inarca un sopracciglio. «Ma la tua è una maledizione per caso? Oltre i quadri adesso fai cadere anche i bambini?» dice ridendo.
«Magari è posseduta come il quadro.»
«Quindi sei anche te posseduta, dato che cadi dalle scale?»
«Ma come fa a saperlo?» Lo guardo sbalordita.
Sghignazza. «Tua madre è rimasta per molto tempo a chiacchierare con noi ieri al negozio.»
Ucciderò quella donna.
Questa è una promessa.
Fosse l’ultima cosa che faccio.
Skyler lascia lo scatolone per terra e mi trascina verso quella che penso sia la cucina. «Vieni, ti presento il resto della famiglia.»
In cucina c'è una donna che sta preparando biscotti. Appena mi nota mi sorride.
Sono tutti molto felici in questa famiglia.
«Mamma, lei è Brianna. Brianna, lei è mia mamma, Julie.»
La donna mi porge la mano che io stringo.
In cucina entra anche un ragazzo, che non è James.
Deve essere il fratello maggiore.
Mi guarda e sorride. «Come ti chiami, pupazzo di neve?»
Guarda cosa succede ad essere albini.
È un ragazzo moro, e ha pure gli occhi marroni. Sorrido falsamente. «Brianna. E il tuo nome qual è, tavoletta di cioccolato?»
«Sono Connor. E sono anche molto buono. Mi vuoi assaggiare per caso?» nei suoi occhi non c’è malizia, ma solo divertimento.
Inizia a starmi simpatico.
«Veramente speravo che ti sciogliessi, con tutto il caldo che fa.»
Lui ribatte qualcosa, ma non lo ascolto perché vengo distratta da qualcosa.
Prima non avevo notato che, vicino al tavolo, c’è un seggiolone con una bambina dentro.
Adoro i bambini.
So che i miei occhi si sono illuminati, succede sempre quando ne vedo uno.
Mi avvicino subito e, con la tipica voce da ritardata che si usa con i bambini e con gli animali, le parlo.
«Ma ciao. Lo sai che sei proprio bella?» La bambina sorride, mentre agita i piedi.
È adorabile.
«In questo momento sembri una ritardata, Brianna.» Ed ecco che arriva James in tutto il suo adorato sarcasmo.
Lo stronzetto ce l’ha ancora con me per i piedi che ho messo sul cruscotto della sua adorata auto.
«Tu invece lo sei sempre» ribatto.
«Come si chiama questa bellissima bambina?» chiedo, a nessuno nello specifico.
A rispondere è Paul. «Aisha.»
In questa famiglia sbucano tutti a caso.
Ma quanti sono?
«Brianna, vuoi per caso rimanere a cena?» mi chiede Julie.
«Grazie, ma non vorrei disturbare.»
Mi sorride gentile. «Oh, nessun disturbo cara.»
«Andiamo pupazzo di neve, non ti mangiamo mica!» dice Connor.
Sorrido a Julie. «Va bene.»
Intanto Skyler mi tira di nuovo per un braccio. «Noi andiamo a vederci un film. Ciao.» Mi trascina verso il salotto.