16 Yseult Ivar mi scortò di nuovo dentro il castello, lungo pareti che facevano giri immensi fino a quando non cominciai a temere di non riuscire mai più a ritrovare la strada per tornare nelle mie stanze. Lo stregone usava bene la sua magia, perché ero certa che quel palazzo fosse stregato: non doveva essere un caso che il posto era così confusionario da impedire ai suoi ospiti di memorizzare la strada. Un vero e proprio labirinto; un altro livello di protezione. Alla fine arrivammo di fronte una grande entrata di marmo. L’aria sembrava più calma, lì, più umida. I nostri passi riecheggiavano contro le pareti. «Da questa parte» disse Ivar, facendosi da parte per permettermi di entrare per prima. Sussultai quando vidi la lunga piscina posizionata proprio in mezzo alla stanza, circondata