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Ivar
Avvertii l’odore nel momento stesso in cui mi allontanai dal castello del Re. Dolce come un fiore, ma sconosciuto. I miei piedi presero a camminare verso di esso quasi immediatamente, di loro spontanea volontà, e anche se non avevo detto a Lars il motivo per cui avevo tutta quella voglia di attraversare il campo di fronte al castello, lui doveva essere di buon umore abbastanza da camminare al mio fianco senza pormi alcuna domanda.
«Bella giornata» disse lui, utilizzando la lama della sua spada per tagliare i boccioli di qualche fiore al suo passaggio. Io grugnii in risposta, mantenendomi in direzione di quell’odore senza lasciar intendere a Lars che stessi andando in un punto particolare.
«Sei silenzioso, oggi» rimarcò il guerriero dai capelli chiari al mio fianco, puntellandomi con il suo gomito.
«Ho fatto un altro sogno, la scorsa notte.»
«Fai sempre sogni, tu.»
«Questo era diverso» mormorai. Più vicini ci facevamo alla buca poco prima degli alberi, più l’odore si faceva intenso. E, per assurdo, allo stesso tempo la mia testa sembrava farsi più chiara, più calma.
«La donna, un’altra volta? Forse è il caso che tu ti faccia un giro giù al villaggio e te ne trovi una.»
«Non voglio nessuna donna.»
Lars sbuffò. «No, tu vuoi solo una creatura fantasma dentro i tuoi sogni. Una fantasia durante le notti più solitarie. Una bella ragazza al villaggio farà scomparire queste pazzie» disse, scoccandomi uno sguardo quando io restai in silenzio, sentendomi in imbarazzo. «Quante volte l’hai sognata, ormai?»
«È più che un sogno.»
Lars sbuffò un’altra volta, e si girò per prendermi in giro, ma, di punto in bianco, le sue labbra si schiusero in una ‘O’ perfetta. Aveva sentito lo stesso odore.
«Lo—»
«Vieni» dissi, aumentando il passo una volta realizzato che non lo stessi solo immaginando.
E fu in quel momento che la vidi.
Una ragazza con le braccia scoperte. Pelle chiara, capelli dorati così chiari da sembrare quasi bianchi tutt’intorno al suo viso. Era seduta sull’erba alta, e aveva gli occhi enormi fissi su di me.
«Cosa c’è qui?» disse Lars, scattando in avanti, armi in mano. Gli afferrai il braccio prima che fosse troppo tardi. La donna non girò neanche lo sguardo verso di lui: era me che stava fissando.
Dentro di me, la sensazione che, se avessi aperto bocca, il suo nome mi sarebbe scivolato via dalle labbra divenne sempre più forte ogni secondo che passava. Non ci eravamo mai visti prima di quel momento, eppure io l’avevo vista milioni di volte nella mia testa… perché la ragazza seduta per terra, in mezzo all’erba alta, era la donna che vedevo ogni notte dentro i miei sogni.