Facevamo qualche piccolo commento su quello che ci succedeva attorno, leggevamo ognuno le proprie cose o pisolavamo con una mascherina sugli occhi. A volte la scintilla che c’era tra noi si riaccendeva e allora ci fermavamo in un hotel vicino all’SFO, mai lo stesso, e spegnevamo le ultime braci.
Era una sorta di regola non scritta: tornare a casa completamente appagati. Non lasciare strascichi di desiderio. Era un passaggio di purificazione necessario per tornare alla normalità.
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Ogni tanto la vita di tutti i giorni filtrava anche dentro il nostro guscio insonorizzato. Alla fine di febbraio Logan mi disse: «Ci siamo. Divorzio».
Aveva un’espressione angosciata e provai una fitta di pena per lui e per sua moglie. Non doveva essere semplice per nessuno dei due. Ma specialmente quelle p
