9. Per i primi dieci minuti rimasero in silenzio, nell’aerotaxi che li stava riportando verso casa di lei. «Sei arrabbiato con me?» chiese Isenly, alla fine. Van distolse lo sguardo dal paesaggio. «No». «Censureranno certe parti, quando lo metteranno sul flusso, domani sera». Lui si concesse un sorriso. «Non mi importa». «No, lo so. Non è il tuo cazzo lo spettacolo indecente, in quel filmato». «Non importa» ripeté lui. «So che avrei dovuto dirtelo. Prepararti anche all’eventualità che ti facesse delle domande sull’attentato». «Avrei potuto pensarci da solo». Isenly sospirò. «Se fossi un po’ arrabbiato mi sentirei meno in colpa». Lui le lanciò un’occhiata laterale. «Non ti senti in colpa, vuoi solo darmelo a credere. Non ti sbattere, non mi interessa. Capisco perché l’hai fatto».