8. «Van?» La voce di Isenly lo svegliò da un sonno senza sogni. Van aprì gli occhi e si voltò verso la porta. La luce era spenta, Isenly era sulla soglia, illuminata da dietro in un elegante monopezzo da casa. «Stai bene? Non ti sei fatto vedere a cena e...» Lui si alzò su un gomito. Era vestito per uscire, anche se non portava le scarpe. «Mi sono addormentato» disse. Isenly si avvicinò, i passi silenziosi sulla morbida moquette, e si sedette sul letto accanto a lui. Posò un piatto sul materasso. «Ti ho portato un tramezzino». Van lo prese e diede un morso. «Buono. Sei preoccupata a morte, giusto? Hai paura di trovarmi impiccato da qualche parte?». «No. Ho paura che quando tornerai al Ludo ti lascerai ammazzare». Ancora una volta, Van restò colpito dall’intelligenza di Isenly. O