7. «Mi dispiace» le disse Van, una quarantina di minuti più tardi. Nel tragitto da casa di Canthy allo spazioporto erano rimasti in silenzio e in silenzio si erano imbarcati sulla prima nave per Centralia. Isenly sospirò e buttò giù una manciata di noccioline. Il rinfresco di quella compagnia lasciava molto a desiderare; era quasi sicura che nell’iperspazio le sarebbe tornato tutto su. «E fai bene a essere dispiaciuto, eh. Ma ormai è successo. Stiamo tornando a casa. Il ritardo sulla tabella di marcia è minimo». Van si posò una mano sugli occhi. «Okay» disse. Sembrava come svuotato. «Mi dispiace per come sono andate le cose con Canthy. So che era... fondamentale, per te». Van scosse la testa, senza spostare la mano. «È probabile che volessi passare la giornata con tuo figlio» camb