4. A mettersi nei guai Isenly ci mise due giorni, per quel che poteva giudicare Van. Il mattino seguente all’ultimo combattimento era tornato alla sua cella con il cervello tutto incasinato. All’inizio aveva dato la colpa alla robaccia che gli avevano dato per essere un vero stallone, poi aveva ricordato di aver fatto uno strano sogno, in cui Canthy lo abbracciava e lo consolava. Alla fine aveva realizzato di essersi fatto fare una sega dalla gentile inviata dell’Organizzazione Interplanetaria per i Diritti Umani, ossia l’unica persona decente che avesse mai incontrato al Ludo. Non riusciva nemmeno a immaginare quanto profondamente dovesse averla scioccata. Una signorina distinta e piena di buone intenzioni come lei. Una che probabilmente era così istruita e di buona famiglia da poter de