Capitolo VIII Una notte terribile Tremal-Naik, al ruggito di guerra del felino, si era subitamente svegliato, facendo un brusco movimento, come se cercasse il suo fedele coltellaccio. Il moribondo s’era rianimato come il soldato che ode lo squillo di tromba che dà il segnale della mischia. «Kammamuri?» articolò con uno sforzo supremo. «Non muoverti, padrone!» disse il maharatto, che fissava negli occhi la belva, sempre raccolta su se stessa. «La ti…gre! la ti…gre!» ripeté il ferito. «Ci penso io. Torna ad adagiarti e non prenderti pensiero per la mia vita». Il maharatto aveva impugnata una pistola e aveva diretto la canna sulla tigre, ma non ardiva tirare, temendo in primo luogo di non ucciderla sul colpo e collo sparo di attirare l’attenzione dei nemici. La tigre, lo si vedeva,