10. Tornò nella sua stanza da letto. Erano le nove di sera e il suo sabato era finito. E dire che il pomeriggio era cominciato benissimo. Anche se poi, no, non era vero neanche quello, pensò iniziando a spogliarsi per la notte. Era iniziato male, con un desiderio tormentoso di stringere Roxane, era peggiorato quando aveva iniziato a pensare a Cliff senza nessun motivo, aveva avuto un picco positivo in albergo e poi era tornato a essere uno schifo. E il giorno dopo non prometteva miglioramenti. Di nuovo, sentì Roxane che alzava la voce. Il suo timbro chiaro che si faceva roco, rabbioso, con dentro quel tremito di pianto represso che a Fraser faceva venire voglia di picchiare qualcuno. Naturalmente si controllò. Continuò ad ascoltare l’alterco, troppo distante per capirne le parole ma ch