Si chinò e le strofinò lo sperma sulla pelle. La accarezzò con entrambe le mani lungo i fianchi per cullarle i seni. «Proprio una brava ragazza.» La accarezzò con la mano a coppa lungo la schiena per prendere il culo. Poi le cosce. La accarezzò dappertutto, assaporando la sensazione della pelle morbida e liscia, il sottostante tremito ancora presente della carne, i gemiti. Quanto gli ci sarebbe voluto per addestrarla? Per un'obbedienza immediata a ogni suo comando, deferenza e rispetto, per l’assuefazione agli ordini? Non abbastanza, temeva. Perché ora che l'aveva avuta, non voleva rinunciare a lei. Ma era sciocco. Non avrebbe potuto mantenere una relazione come quella. Lo avrebbe indotto in tentazione portandolo a infrangere il voto troppo in fretta. Kazo, l'aveva già rotto a metà og