Una volta spinta la parte più ampia, il plug calzò facilmente: una fredda maniglia di metallo che esercitava una pressione contro il foro posteriore, tenuto aperto dal collo dell’aggeggio. «Seke.» Non aveva mai piagnucolato in vita sua. Non sarebbe stato tollerato da nessun ocreziano, ma ora invece sì; trasformò il suo nome in supplica. «Bene, piccola umana.» Le accarezzò il sedere, cosa che le fece tremare il culo, e quindi il tappo dentro di lei. Trattenne il gemito sulle labbra. «In piedi, dolce ragazza. In gabbia.» La faccia le bruciò di umiliazione quando la raddrizzò e le mosse il plug nel culo; era completamente nuda davanti a lui. «Non pensavo mi sarebbe piaciuto vederti così.» La voce sembrava vicina, anche più profonda del solito. Portò la mano al rigonfiamento dell’erezion