Anche quello era un modo di comunicare, l’unico in cui Vran fosse comunicativo. Spense la luce e si infilò tra le coperte, vagamente insoddisfatta. Immaginò che lui entrasse nella sua camera, a notte fonda, al buio. Immaginò di sentire il materasso piegarsi sotto il suo peso, mentre lui ci saliva sopra con le ginocchia. Non avrebbe detto una parola. Avrebbe solo scostato le coperte, sollevato la sua camicia da notte, e le sarebbe entrato dentro. Ees non l’avrebbe nemmeno visto, perché dormiva sulla pancia. Si sarebbe svegliata e, un attimo dopo, sarebbe stata piena di lui. Scosse la testa e riaprì gli occhi, rendendosi conto di essere eccitata. I capezzoli le erano diventati duri, sotto alla camicia da notte, e si sentiva tutti i riccioli bagnati. Pensò di toccarsi da sola, ma cambiò