9. Quattro giorni più tardi, Grace arrivò a casa sua come ultimamente faceva tutte le sere. Kyros la sbirciò per vedere se non avesse qualcosa di diverso dal solito, ma non gli sembrava. Lei mollò la propria tracolla sul divano e andò a prendersi un bicchiere di vino. «Quindi?» chiese Kyros, un po’ sulle spine. Grace bevve un sorso e gli rivolse un veloce sorriso. «Sei preoccupato per domani?». «Be’, se va male sono vent’anni. Non è un pensiero rasserenante. No, volevo sapere come è andata con Berger». Il sorriso di lei si allargò. «Bene. Sono disperati, sai. O meglio, non posso esserne sicura, ma sembrano proprio disperati». Lui si appoggiò con i gomiti al ripiano della cucina. «Racconta». «Mh, dunque... gli ho dato appuntamento nel mio studio, no? Non volevo che mi registrasse o
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