4 La Guardiana
Quando Luna rientrò era ormai ora di pranzo. Excell era ai fornelli, pronta a dar sfoggio della sua abilità culinaria col cugino, mentre Hells apparecchiava per la prima volta il grande tavolo rotondo. Maverick era appollaiato su uno degli sgabelli, gli era stato proibito di dare una mano almeno il primo giorno di convivenza!
“Eccomi qui.” annunciò la rossa varcando la soglia della cucina.
Excell rispose sollevando il mestolo che impugnava senza neanche voltarsi, non poteva abbandonare le quattro pentole sul fuoco neppure per un istante; Hells la salutò sbrigativamente, mentre Maverick le sorrise affabile.
“Bentornata Luna.”
La ragazza rispose con un sorriso impacciato, il curioso interessamento nei suoi confronti da parte dell’angelo la metteva a disagio.
“Cosa stai cucinando di buono?” chiese avvicinandosi a Excell per non dare troppo peso alla cosa.
“Manzo alla Stroganoff, curry di pollo, couscous di verdure e riso alla cantonese.”
Luna sgranò gli occhi, sconvolta.
“È la settimana della cucina asiatica? Hai passato tutta la mattina ai fornelli?”
“In realtà ho fatto fare a Matt…”
“Maverick.” la corresse il cugino.
“A Maverick il tour della casa.” lo assecondò la mezzo demone prima di assaggiare il curry e aggiungere una grattugiata di zenzero.
“Ho capito che ci tieni a fare bella figura con lui, ma non ti sembra di avere esagerato un po’? Ti ricordo che siamo solo in quattro!” continuò Luna.
Hells sbuffò altezzosa.
“Tu sottovaluti le mie capacità!” sentenziò appoggiando l’ultimo piatto.
“Ecco, ti ha risposto lei!” rise Excell spegnendo i fuochi. “A tavola!”
“Credevo che i vampiri si nutrissero solo di sangue e che questo valesse anche per gli ibridi, ma evidentemente mi sbagliavo.” esclamò Maverick aiutando la cugina a portare in tavola le pietanze.
“Sì e no.” rispose Hells dopo aver indugiato a lungo su quale sedia sarebbe diventata da lì in poi il suo posto. “I vampiri ovviamente si sostengono unicamente col sangue, ma per quanto riguarda gli incroci come me è più una sorta di integratore multiproteico, oltre a velocizzare la rigenerazione in caso di ferite. Potrei sopravvivere cibandomi unicamente come un normale essere umano, ma andrei a perdere la maggior parte dei benefici della mia parte vampiresca.” spiegò prima di riempirsi il piatto di riso.
Luna alzò gli occhi al cielo, aveva appena dimezzato il quantitativo totale del vassoio. E lei che si preoccupava che Excell avesse cucinato troppa roba, la vera domanda era se fosse sopravvissuto qualcosa alla voracità di Hells!
“Possiamo evitare di parlare di succhiasangue a tavola? È un argomento che mi fa passare l’appetito!” sbuffò prima di prendere una porzione di couscous.
“Chiedo scusa.” rispose Maverick. “Excell mi ha accennato la storia degli Elementi, degli Arcana, del male primordiale eccetera eccetera. Cosa sappiamo degli altri quattro?”
“All’appello mancano Acqua, Luce, Terra e Ghiaccio.” rispose Luna. “Alderion ha accennato al Sud America se non ricordo male.”
A quelle parole le iridi color cioccolato dell’angelo bianco scintillarono, ma nessuna se ne accorse perché mascherate dagli occhiali da sole che non toglieva mai.
“Sud America?” ripeté assaggiando il curry per poi voltarsi verso la cugina e sollevare entrambi i pollici. “Il papà del mio batterista è un reporter di viaggio, sapete, quelli che girano il mondo in cerca delle popolazioni più strane e caratteristiche. Qualche mese fa si trovava in Venezuela per fare un servizio su una tribù locale, ma la troupe è dovuta ripartire subito perché c’erano dei problemi con dei predoni, dei cercatori d’oro dal Brasile. Prima di andarsene però ha sentito lo sciamano invocare l’aiuto di uno spirito, non ci ha dato peso più di tanto, quelle tribù hanno una religione tutta loro, ma ha assistito lui stesso a dei fenomeni particolari, tipo dei lampi accecanti a ciel sereno. Forse non c’entra niente, però… Che ne pensate?”
Excell portò una mano al mento con fare pensieroso.
“Beh, avrebbe senso. C’è il Sud America, c’è una luce accecante, potrebbe essere il nostro uomo.”
“Oggi vado a recuperare le mie cose, sono ancora sul furgone della band, così chiedo a Steven ulteriori dettagli.” sentenziò Maverick. “Acqua? Ghiaccio? Terra?”
Hells sollevò le braccia.
“Non ne abbiamo la minima idea.”
“E questi Arcana?” chiese ancora l’angelo.
“Secondo Alderion sono in mano ai demoni. Fortunatamente non abbiamo mai avuto a che fare con loro, ma aspetterei di essere al completo prima di affrontarli, se custodiscono quei manufatti devono essere dei demoni potenti.” suggerì Excell.
“Sì, non hai tutti i torti…” mormorò il cugino.
“Il vecchio ha detto che quando saremo vicini agli Arcana, o agli altri Elementi, sentiremo una sorta di legame, quasi di affinità.” ricordò Luna sorseggiando dell’acqua. “La stessa che sentiamo adesso tra di noi. Credevo dipendesse dal fatto che siamo tutte e tre degli angeli neri, ma in realtà provo la stessa sensazione con te.” continuò titubante, non voleva che il ragazzo la interpretasse in maniera sbagliata, già si comportava in modo strano con lei.
“Hai perfettamente ragione!” esclamò improvvisamente Maverick, come se se ne fosse reso conto solo in quel momento. “E ora che ci penso, non è la prima volta che mi sento così!”
“Davvero?!” domandarono le tre ragazze in coro, speranzose.
Forse quella missione apparentemente impossibile stava diventando più facile di quanto non sembrasse all’inizio.
“Provavo la stessa sensazione quando viaggiavo insieme ad un mio amico, è stato tre, quattro anni fa.”
Excell sgranò gli occhi, sorpresa.
“Oh no, non mi dire che ti riferisci a lui.”
Per tutta risposta, Maverick ridacchiò imbarazzato grattandosi la testa.
“Con tutte le persone al mondo, perché AJ?!” piagnucolò la cugina.
“Chi sarebbe questo AJ?” chiese Hells riempendosi il piatto per la quinta volta.
“Un tuo ex di cui non ci hai mai parlato?” domandò Luna con un sorrisetto.
“Ma per favore!” sbottò Excell. “Quel maiale di un pervertito donnaiolo!”
“Però, che begli amici!” commentò Luna voltandosi verso Maverick.
“Diciamo che siamo stati… colleghi, in un certo senso. L’ho aiutato nel suo lavoro per alcuni mesi, è un cacciatore di taglie.”
“Interessante!” esclamò Hells, la cosa si stava facendo intrigante. “Sei un cacciatore anche tu?”
“In realtà no, ma quando ha scoperto la mia abilità come tiratore scelto mi ha chiesto di accompagnarlo in diverse battute per coprirgli le spalle.”
“Sei un tiratore scelto?” continuò la vampira illuminandosi sempre di più.
“Modestamente, detengo il record di tiro con l’arco in cinque stati diversi e il record di tiro sulla lunga distanza in tre.” si pavoneggiò il ragazzo sistemando gli occhiali da sole sul naso. “Non ho gareggiato negli altri stati per rimanere umile!”
Hells scoppiò a ridere e Excell sferrò un pugno scherzoso al cugino.
“E che fine ha fatto questo tuo amico?” domandò Luna pulendosi la bocca con un tovagliolo.
“Una sera è sparito e da allora non l’ho più visto.” rispose Maverick con una nota di malinconia.
“Che bell’amico.” ribadì la rossa sollevando un sopracciglio.
“In realtà… credo volesse proteggermi.” la smentì il ragazzo. “Stava dando la caccia ad un pericoloso criminale e credo se ne sia andato per non coinvolgermi. Ha cambiato perfino numero di telefono, così nessuno sarebbe risalito a me.”
Luna sbuffò delusa.
“Quindi siamo al punto di partenza: non abbiamo idea di dove si trovi, sempre se è ancora vivo.”
“Oh, è sicuramente vivo.” esclamò Maverick con un sorriso. “AJ ha la pellaccia dura, conoscendolo sarà sulle tracce di qualche ricercato dalla taglia stratosferica.”
Appoggiò una mano sulla pancia, sazio, prima di esclamare: “Era tutto buonissimo!”
Excell sorrise orgogliosa.
“Posso darti una mano almeno a sparecchiare?” continuò il cugino, ma la mezzosangue scosse la testa.
“Per oggi sei ancora ospite, da domani ti metteremo sotto torchio!” rispose facendogli l’occhiolino.
“Sparecchiare? E il dolce?” piagnucolò Hells.
Luna alzò gli occhi al cielo, prima di scuotere la testa disgustata.
“Animale…”
“Speriamo che il nostro nuovo amico sia collaborativo e non ci costringa ad usare la forza.” sbuffò Luna appoggiando la testa sul sedile dell’aereo.
“Perché non dovrebbe essere collaborativo?” chiese Excell confusa, seduta di fianco a lei.
“Se veramente è in grado di tenere testa a dei predoni, come ha detto il suo amico, non mi sembra un tipo molto amichevole.” continuò la rossa voltandosi verso l’angelo bianco seduto sulla fila di fianco insieme ad Hells. “Senza contare che siamo disarmati.”
Naturalmente non avevano potuto portare armi in aereo, la scusante del stiamo cercando di salvare il mondo non avrebbe di certo funzionato con gli addetti alla sicurezza all’aeroporto.
“E dove sarebbe il problema?” domandò Hells con un sorrisetto prima di far scrocchiare le dita delle mani.
“Hells, lo sappiamo che ogni scusa è buona per fare a botte, ma fortunatamente non siamo tutti come te!” sbottò Luna.
“Infatti ci sono anche gli inutili che ricorrono alla magia!” ribatté l’altra.
“Cos’hai detto scusa?!”
“Vi prego, non cominciate un’altra volta, vi siete già punzecchiate per tutto il viaggio!” piagnucolò Excell esasperata.
“Benvenuti all’aeroporto internazionale Simón Bolívar. Per il vostro comfort e sicurezza vi invitiamo a rimanere ancora seduti, con le cinture di sicurezza allacciate, fino a quando l'apposito segnale luminoso posto sopra di voi non verrà spento.” cominciò l’hostess al microfono.
“Finalmente!” esclamò la vampira allungando le gambe sotto il sedile di fronte. “Non ne potevo più.”
“C’è un piccolo aereo che ci porterà a Puerto Ayacucho, da lì in poi dovremo fare affidamento sulle informazioni che mi ha dato Steven.” riferì Maverick voltandosi verso le altre due ragazze.
“Dove sono avvenuti questi attacchi di preciso?” domandò Luna slacciando finalmente la cintura di sicurezza.
“Come vi ho detto, il papà del mio batterista è un reporter di viaggio e stava alloggiando in un villaggio di una tribù locale, gli Yomo… Yamo… qualcosa del genere.”
“Gli Yanomami?” domandò Excell recuperando il suo borsello.
“Proprio loro!” esclamò il cugino. “Li conosci?”
“Devo ricordarti che sono stata allevata anch’io da una tribù di nativi?” rispose la cugina con un sorrisetto. “Adoro studiare le altre comunità indigene che ancora resistono nonostante la modernizzazione.”
“Tutto molto interessante, ma dove abitano questi Yanoqualcosa?” sbuffò Luna sorridendo all’hostess che salutava i passeggeri prima della discesa.
“Tra il Brasile e il Venezuela, è il territorio forestale indigeno più vasto del mondo.” rispose Excell scendendo per ultima dall’aereo.
“Giusto, non potevano abitare, che ne so, in un piccolo boschetto, a noi le cose facili proprio non piacciono!” sbottò la rossa facendo roteare gli occhi.
“Quante storie.” sbuffò Hells stiracchiandosi. “Perlustreremo la zona dall’alto e se saremo fortunate potremmo assistere noi stesse a questi fantomatici fasci di luce accecante!”
“Tu la fai troppo facile.”
“E tu sei noiosa!” ribatté la vampira.
“E tu…”
“E tu basta!” le interruppe Excell, esasperata. “Muoviamoci, l’aereo non aspetta voi e i vostri battibecchi!” tagliò corto prima di dirigersi a passo spedito verso il piccolo aereo che li avrebbe condotti a destinazione.
Luna assottigliò gli occhi e lanciò uno sguardo omicida alla vampira, dopodiché raggiunse i due cugini che avevano già preso posto a bordo.
L’antica litania danzava tra le foglie trasportate dal vento, timida e lieve, come se non volesse disturbare la foresta e coloro che l’abitavano. Ma non era solo lo sciamano ad intonarla, bensì l’intera tribù, radunata in cerchio all’interno dello shabono. I cercatori d’oro erano tornati e avevano ripreso a depredare la regione, nonostante i divieti. Avevano lottato per anni prima che i potenti che regnavano su quella terra chiamata Venezuela si decidessero ad ascoltarli e proibissero ai minatori di dilaniare la loro casa, ma non era servito a niente. I predoni avevano ferito già cinque cacciatori che versavano in condizioni critiche, ma ancora una volta sembrava che a nessuno importasse se qualche indigeno veniva aggredito e ucciso. A nessuno, tranne agli xapiripë, gli spiriti della foresta.