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2940 Words
Per anni avevano dovuto difendersi dagli attacchi di uno di loro, uno spirito che assaliva gli uomini ogni volta che uscivano a caccia, ma da quando i cercatori d’oro erano tornati a razziare e uccidere, lo spirito aveva rivolto la sua furia contro di loro, come se tutt’a un tratto avesse deciso di appoggiare la tribù contro un nemico comune. Ed era proprio a quello spirito vendicativo che stavano levando la loro preghiera. Lo xapiripë che regnava sulle belve della giungla e piegava la luce al suo volere. Accadde in un attimo. Ci fu un lampo improvviso seguito da un susseguirsi di ruggiti animaleschi e grida umane. Lo sciamano tacque e alzò gli occhi al cielo, mentre un sorriso di ringraziamento si allargava sul suo volto dipinto. “Si può sapere quante volte ancora dobbiamo sorvolare questo fiume avanti e indietro?” sbuffò Hells incrociando le braccia al petto. “Preferisco di gran lunga volare sopra la giungla per tutto il giorno che salire un’altra volta su quella catapecchia che ci ha portati qui. Credevo che le ali si sarebbero staccate da un momento all’altro!” ribatté Luna rabbrividendo al pensiero del piccolo aereo sgangherato che li aveva condotti fino alla pista di atterraggio. “Sei sicuro che sia il posto giusto?” continuò Hells voltandosi verso Maverick. “Il papà di Steven aveva parlato del fiume Orinoco ed è questo qui.” si difese l’angelo indicando prima il fiume sotto di loro e poi la cartina che stringeva in mano. “Forza, proviamo a risalirlo un’altra volta, magari siamo più fortunate.” suggerì Excell facendo dietrofront e volando nella direzione opposta. A quella vista Hells lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi. “Basta, questa è la prima e ultima volta che propongo di sorvolare la foresta amazzonica con le nostre ali!” “Lo vedi che le tue sono solo idee stupide?” la canzonò Luna con un sorrisetto. “Sempre meglio delle tue, ah no, giusto, tu non avevi proprio nessuna idea!” ribattè la vampira. “Vi prego, ci manca solo che cominciate a litigare per l’ennesima volta per…” Ci fu un lampo improvviso e Excell ammutolì di colpo così come le due ragazze. “L’avete visto anche voi?” domandò Maverick togliendosi gli occhiali da sole. “Veniva da laggiù.” indicò Hells assumendo un’espressione seria così insolita per lei. Si scambiarono uno sguardo d’intesa, dopodiché planarono nella direzione da cui era apparso il bagliore. Camminarono nel folto della foresta fino ad arrivare ad un accampamento. A giudicare dall’attrezzatura era un campo di minatori, ma sembrava che fosse stato colpito da un tornado: le tende divelte, i macchinari fatti a pezzi, i minatori a terra privi di sensi. Fecero un rapido controllo per assicurarsi che nessuno fosse in pericolo di vita, dopodiché cominciarono ad esaminare la zona. “Che diavolo è successo? Sembra che sia passato un tifone!” esclamò Maverick confuso. “No, ci sono tracce di animali, molte tracce. È come se un esercito di belve avesse attaccato il campo, ma si è concentrato sul distruggere tutto più che uccidere i minatori.” osservò Excell studiando le impronte sul terreno. “Beh, non sarebbe stata una grave perdita se sono gli stessi predoni che hanno quasi ucciso il papà del tuo amico per aver cercato di far rispettare la legge.” sbuffò Luna guardando con disprezzo i minatori privi di sensi. “Di certo non sono stati gli animali a scatenare quel lampo.” sentenziò Hells dopo essersi accertata che nell’accampamento non ci fosse nessun altro. “Muoviamoci, non dev’essere andato lontano.” Seguirono Excell nel folto della giungla, essere cresciuta in una tribù indigena le aveva insegnato molte cose tra cui l’abilità di seguire le tracce. “Fermi!” ordinò improvvisamente Hells. Il suo udito da vampira le permetteva di sentire anche i rumori più impercettibili e il lieve calpestio che percepiva era quello di piccoli passi. “Arriva qualcuno.” sussurrò mettendosi in posizione di guardia per il corpo a corpo. Gli altri si disposero al suo fianco, in silenzio, trattenendo perfino il respiro, così da riuscire finalmente a sentire il fruscio sulle foglie. Maverick si spostò di fronte a Luna, come se volesse farle da scudo, e la ragazza lo fissò confusa. La riteneva incapace di difendersi da sola? Improvvisamente, una bambina dai lunghi riccioli biondi spuntò dal fitto della foresta. “Vi ho trovati!” urlò raggiante, ma il suo visetto si adombrò alla vista degli angeli di fronte a lei, come se si aspettasse qualcun altro. Dal canto loro, i quattro erano rimasti allibiti e impiegarono diversi secondi prima di riuscire ad aprire bocca. Sbatterono gli occhi più volte, come per accertarsi di non essere vittime di un’allucinazione. Non c’erano dubbi, la bambina dalle mani e i piedi scalzi sporchi di terra era reale. Nonostante la carnagione scurita dal sole, i lineamenti del volto dalle guancette paffute non assomigliavano a quelli della tribù locale, bensì ai caucasici; anche perché non si era mai visto un indigeno dai lunghi boccoli dorati e gli occhi azzurri! Indossava una semplice tunica di lino stretta in vita da una corda, ma entrambe avevano visto giorni migliori, tuttavia non sembrava una selvaggia denutrita, piuttosto una piccola boyscout che giocava agli indiani. “U-una bambina?” chiese finalmente Luna, scioccata. Una coppia di ocelot sbucò dal folto della giungla e affiancò la bambina che però sollevò una mano, come se li stesse comandando. I felini si sedettero in attesa, come due guardiani silenti. “Chi siete?” “La vera domanda è chi sei tu?! Che diavolo ci fai da sola nella giungla?” ribatté Maverick sconvolto. Era tutto così sbagliato, così irreale. Non poteva essere lei la persona che stavano cercando. “Io non sono sola.” rispose la bambina e nello stesso momento un pappagallo planò dalle fronde degli alberi per poi appollaiarsi sul suo braccio. “Oook, piccola Tarzana, dove sono i tuoi genitori?” riformulò la domanda Hells. A quelle parole gli occhioni azzurri della bambina si adombrarono. “Ci siamo separati dopo l’incendio.” mormorò abbassando il capo. “Non vi sembra strano che sappia parlare perfettamente la nostra lingua?” bisbigliò Luna. “È la lingua della mia famiglia.” rispose la bambina lasciando la ragazza di sorpresa. Aveva un udito migliore di quello di Hells! “E cosa ci facevi con la tua famiglia nella giungla?” continuò Excell piegandosi sulle ginocchia, così da essere alla sua stessa altezza. “La difendiamo dagli uomini cattivi.” “Tu… non sei umana, giusto?” domandò Luna guardinga, senza staccare gli occhi dai due felini immobili come statue. “Io sono una guardiana della natura.” rispose con naturalezza la piccola. “Sì, una guardiana della natura…” ripeté la rossa non del tutto convinta. “E lo siete anche voi, vero? Siamo uguali, lo sento.” continuò la bambina con un sorriso speranzoso. Non aveva trovato la sua famiglia, ma forse aveva trovato altri come loro. Maverick portò una mano al petto. Percepiva lo stesso senso di affinità che aveva provato con AJ e con le tre ragazze anche con la bambina di fronte a loro. Non c’era alcun dubbio, era lei la Signora della Luce. “No, non siamo dei guardiani della natura, ma hai ragione: siamo uguali.” esclamò prima di creare una palla di fuoco dalla mano destra. I tre angeli imitarono Maverick dando prova del loro potere e gli occhioni della piccola si spalancarono di meraviglia . “Che bello!” esclamò felice correndo loro incontro. Sembrava che finalmente avesse abbassato l’invisibile muro di diffidenza eretto tra loro. “Come ti chiami?” le domandò affettuosamente Excell. “Kiriko, e voi?” “Io sono Excell e lui è mio cugino Maverick, mentre loro sono Hells e Luna.” “Ma se non siete dei guardiani, cosa ci fate qui? Siete in cerca dell’oro anche voi?” “No, siamo qui per te.” rispose la mezzo demone “Per… me?” chiese confusa. “Devi venire con noi.” spiegò Luna, ma a quelle parole la bambina fece un passo indietro. “Io non posso andarmene.” “Kiriko…” “Devo proteggere la foresta, sono l'unica che può farlo.” continuò la piccola, interrompendo la rossa. “Kiriko, non è la foresta ad essere in pericolo, ma il mondo intero.” cercò di spiegare Excell con parole che potesse capire. “Noi siamo, in un certo senso, i guardiani del mondo.” “Mi piace questo nome!” esclamò Hells colpita. La mezzo demone le lanciò un’occhiataccia come a dire non è il momento, dopodiché si inginocchiò di fronte alla bambina e poggiò le mani sulle sue esili spalle. “C’è una forza molto più cattiva di quegli uomini che cercano l’oro, una forza che vuole distruggere ogni cosa, animali, piante, persone, tutto. Tu sei come noi, sei nata con questo potere e è l’unica cosa che può fermare questa forza.” Kiriko guardò la ragazza di fronte a lei, combattuta. “Ma… ma se io me ne vado… non resterà più nessuno a difendere la giungla.” mormorò mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. “A nessuno interessa se quegli uomini vengono qui a distruggere tutto!” Excell si morse un labbro, incapace di ribattere, ma fortunatamente Maverick venne in suo soccorso. “Possiamo chiamare tuo fratello!” esclamò improvvisamente battendo il pugno sul palmo dell’altra mano. “Quale dei due? Il pazzoide o il santo?” domandò Hells con un sorrisetto. “Tutti e due!” ribatté l’angelo bianco. “Ren potrebbe venire con la sua tribù e aiutare gli Yokohama, mente Ryu… beh, a lui basta una scusante per fare un po’ di casino! Potrebbero occuparsi loro dei predoni.” Excell annuì raggiante, Maverick aveva avuto un’idea geniale. “Puoi fidarti di loro, sono davvero in gamba!” esclamò voltandosi verso la piccola Kiriko che sembrò convincersi delle parole di quella strana ragazza che sentiva così simile a lei. “Allora, vogliamo andare?” Se convincere la piccola Kiri (ormai ribattezzata così) era stato relativamente facile, riuscire a portarla a casa con loro non lo era altrettanto. La piccola era sempre vissuta nella giungla e, al di là del suo abbigliamento inconsueto, il vero problema era la mancanza di documenti, ma (s)fortunatamente il fratello pazzo di Excell, come lo chiamava Hells, giunse in loro aiuto. Dopo aver telefonato a Ren e aver ottenuto l’aiuto della tribù di indiani che li avevano cresciuti, anche Ryu si unì alla combriccola, ma non solo: i suoi trascorsi al limite tra la legalità e la delinquenza gli avevano fatto conoscere le persone giuste e uno di loro aveva la sua attività non lontano da Caracas. I due cugini andarono a fargli visita e, grazie all’amicizia con Ryu, ottennero uno sconto per dei documenti falsi. Nel frattempo, Luna e Hells accompagnarono Kiri a comprare degli abiti più comuni. La meraviglia della bambina le si leggeva in volto, non era mai uscita dalla foresta e per lei era tutto nuovo. Entrarono in un locale e mentre Hells ordinava una coppa gelato per tutte e tre, Luna andò in bagno con la piccola per darle una sciacquata veloce, adducendo la scusante che aveva visitato il villaggio degli Yanomani con la scuola e quello era il risultato. Ci vollero due ore perché i documenti fossero pronti e in quel lasso di tempo Kiri assaggiò cibi e dolci a lei sconosciuti, visitò un centro commerciale e ogni singolo negozio che lo componeva (o quasi), ascoltò diversi tipi di musica dalla radio, vide bambini della sua stessa età giocare con degli aggeggi strani, scoprì un mondo a lei sconosciuto, un mondo così diverso da quello a cui era abituata e in cui era cresciuta. “Ma voi vivete così?” chiese infilando in bocca il terzo lecca-lecca alla frutta. “Oh, questo è niente, fidati!” rispose Luna con un sorriso. Si ricongiunsero finalmente coi due cugini e insieme si diressero all’aeroporto. Il contatto di Ryu si rivelò un vero e proprio artista, nessuno dubitò neanche per un istante dei documenti falsi della piccola Kiriko Nekoi. Dovettero quasi trascinarla di peso sull’aereo, tanto era rapita dalle novità. Era molto sveglia per la sua età, dopotutto aveva vissuto nella giungla da sola per chissà quanto tempo, e il suo spirito vivace e curioso sprizzava da tutti i pori. “Prendi fiato un secondo!” rise Maverick all’ennesima domanda. “Prego signori, il vostro posto è da quella parte.” li invitò cordialmente l’hostess dopo aver controllato i loro biglietti. “E allora con questo uccello meccanico voleremo nel cielo?” “Non è un uccello meccanico, è un aereo.” sorrise Excell sedendosi di fianco alla bambina. “Mettiti pure vicino al finestrino, non puoi nemmeno immaginare il panorama che vedrai tra un po’.” La piccola non se lo fece ripetere due volte e non appena l’aereo prese quota spiaccicò il visetto contro il vetro, incantata. “Non sono mai volata così in alto!” urlò e Excell le fece segno di abbassare la voce. “Quindi anche tu voli?” domandò Hells seduta dietro di loro. Kiri staccò per un secondo gli occhi dal finestrino e annuì. “Tutti i guardiani sanno volare, è un dono della Natura per aiutare ogni creatura.” “Cosa sono questi guardiani?” chiese Luna confusa, non ne aveva mai sentito parlare e la bambina non aveva ancora chiarito chi o cosa fossero. “Siamo delle persone che proteggono la natura!” rispose con semplicità. “E fin qui ci sono arrivata, ma com’è che volate, parlate con gli animali, vivete nella giungla e chissà cos’altro?” “Non parliamo con gli animali, li capiamo.” la smentì Kiri. “E cosa cambia?” domandò ancora la rossa. Invece di risponderle, la piccola si limitò a prendere le mani di Excell e chiudere gli occhi. “Sei preoccupata e felice allo stesso tempo.” disse lasciando la presa. Le due mezzosangue la guardarono meravigliate. “Riesci a leggere nel pensiero?” bisbigliò Excell, ma Kiri scosse la testa. “Percepisco lo stato d’animo di ogni creatura vivente, pianta, animale o persona.” “Forte!” esclamò Hells. “E come controlli gli animali?” “Non li controllo. Loro si fidano di me e mi seguono.” rispose voltandosi verso la vampira. “Cos’altro sai fare?” chiese Maverick spuntando dai sedili davanti. “Posso curare le ferite.” “Questo ci tornerà utile.” mormorò Luna pensierosa. “E come si diventa guardiani?” “Veniamo scelti.” La rossa storse la bocca delusa, di certo la piccola non si sprecava con le spiegazioni. “Dalla natura?” la spronò e Kiri annuì. “Per quale motivo?” “Non c’è un vero motivo. La Natura ci sceglie e noi la proteggiamo.” “E in cambio vi da questi poteri?” domandò ancora Maverick. Kiri annuì di nuovo con un sorriso smagliante, come se fosse una cosa del tutto naturale. “E come mai eri da sola? Dove sono i tuoi genitori? Hai parlato di un incendio…” La bambina abbassò lo sguardo e si sedette di nuovo composta. “Gli uomini che depredano la terra hanno causato l’incendio.” mormorò guardandosi le punte delle scarpette rosa nuove di zecca. “Cos’è successo ai tuoi genitori?” chiese Excell temendo il peggio. “Mi hanno detto di scappare e sono tornati indietro per aiutare gli altri, eravamo in tanti una volta, ma poi sono caduta e quando mi sono svegliata non c’era più nessuno.” “Sono…” Luna lanciò un’occhiataccia a Hells, impendendole di finire la domanda. “Li ho cercati a lungo, ma nemmeno gli animali sono riusciti a trovarli, e quando siete arrivati voi… credevo di...” mormorò piegando il capo in avanti e lasciando che i lunghi riccioli dorati le nascondessero il volto. “Vedrai che stanno bene.” esclamò improvvisamente Hells e Kiri si voltò di colpo verso di lei, sorpresa. “Dici sul serio?” chiese spalancando i grandi occhioni azzurri. “Sono i tuoi genitori, giusto? Se hanno cresciuto una figlia così combattiva, loro non devono essere da meno! Probabilmente l'incendio li avrà costretti a spostarsi in un’altra area.” rispose con naturalezza. “Ma… e se mi stessero cercando?” domandò ancora la bambina, colta dal dubbio. “Sicuramente ti stano cercando, ma vuoi mettere quando tornerai da loro e gli racconterai di aver salvato il mondo?” ribatté la vampira con un sorrisetto. A quelle parole il volto di Kiri si rasserenò. Tornò a sedersi composta, l’animo in pace, e riprese a fissare il panorama dal finestrino senza più alcuna preoccupazione. Luna osservò Hells seduta al suo fianco con un misto di sorpresa e sgomento. “Non ti credevo così…” “Così come?” domandò la vampira dal momento che la rossa non completava la frase. “Non lo so. Comprensiva, o forse è meglio dire empatica.” rispose meravigliata dal comportamento tutt’a un tratto maturo della compagna. Hells era sempre stata la pazza del gruppo, quella che prima tirava un pugno e poi controllava a chi l’aveva tirato, quella che agiva prima di pensare, o meglio, senza nemmeno pensare, e di colpo era riuscita a tranquillizzare e fugare ogni dubbio di quella bambina. La vampira sorrise enigmatica, dopodiché infilò gli auricolari nelle orecchie e chiuse gli occhi. Avevano ancora otto ore di viaggio prima di arrivare a New York e doveva prepararsi psicologicamente alle mille domande che Kiri avrebbe posto una volta atterrati nella Grande Mela.
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