3 Il Signore del Fuoco
La Triumph Bonneville sfrecciava sull’asfalto rovente. Nonostante fossero appena le nove del mattino, si preannunciava un’altra giornata di fuoco. Le sue preferite, pensò con un sorriso il ragazzo in sella alla moto. Si fermò di fronte ai cancelli della villa e trasse di tasca il cellulare senza spegnere il motore. Sì, non c’era alcun dubbio, l’indirizzo era proprio quello.
Tornò a guardare la casa in fondo al vialetto, pensieroso. O Alderion pagava veramente bene, o sua cugina aveva sposato un miliardario senza dirgli nulla!
Stava per suonare il campanello quando notò tre cognomi sulla cassetta della posta: Douglas, Vandom e Valentine. Diamine, non aveva la minima idea che Excell abitasse insieme a qualcun altro, aveva pensato di portarle la colazione ma aveva preso solo due porzioni. Fece un’inversione a U con la motocicletta e si rimise in carreggiata, di certo non voleva cominciare con il piede sbagliato con chiunque abitasse insieme a sua cugina!
Luna riaprì gli occhi e si stiracchiò a lungo nel letto matrimoniale. Era passato più di un mese dall’ultima missione e sinceramente non ne aveva sentita la mancanza, anzi: la ricerca degli Elementi e soprattutto dei fantomatici Arcana si prospettava tutt’altro che una passeggiata. Tralasciando il cugino di Excell, ne restavano altri quattro all’appello e l’unico indizio portava in Venezuela.
Uno sbuffo annoiato sfuggì alle sue labbra rosse. C’era da sperare che gli altri fossero più vicini e non addirittura oltre oceano!
Con un altro sospiro si decise finalmente ad alzarsi. Scelse dall’armadio un vestito in stile rockabilly con una cintura in vita e ravvivò i folti capelli rossi. L’immagine che le rimandava lo specchio era quella di una pin-up anni cinquanta. Sorrise soddisfatta, infine uscì dalla stanza e si diresse in cucina. Excell era intenta a preparare la colazione mentre Hells si dondolava sullo sgabello in trepidante attesa.
“Buongiorno!” la salutò la mezzo demone con un sorriso raggiante.
L’idea di incontrare finalmente il cugino dopo tanti anni la riempiva di eccitazione. Hells si limitò ad alzare un braccio in segno di saluto, concentrata unicamente sui movimenti esperti dell'amica. Luna assottigliò gli occhi. Lei e la vampira erano l’esatto opposto in tutto e per tutto, a cominciare dall’abbigliamento: indossava degli shorts neri e una canottiera da fitness, mentre i lunghi capelli erano raccolti come sempre nell’alta coda di cavallo. Aveva mai indossato una gonna in tutta la sua vita?
“Cosa stai preparando di buono?” chiese avvicinandosi ad Excell.
“Pancake con sciroppo d’acero e frutti di bosco! Et-voilà!” annunciò la ragazza appoggiando sul bancone un vassoio con una piramide di dolci.
Le iridi oltremare della rossa brillarono alla vista radiosa che le si presentava dinanzi, ma Hells spezzò l’idillio avventandosi sul piatto come un animale affamato.
“A me questa!” urlò prendendo la torre più alta.
“Hey! Quella è più grande, spetta a me!” urlò Luna indignata.
“No, spetta a me che sono la più piccola, ho bisogno di mangiare tanto per diventare grande!” ribatté la vampira prima di morderla famelica.
“Maledetta, dammela subito!”
Luna la fece cadere dallo sgabello e le si sedette cavalcioni sopra, ma Hells allontanò il piatto da lei.
“E’ mia!”
“Ormai l’ho già addentata!”
“Dammela! Dammela! Dammela!”
Excell si spiaccicò una mano sulla fronte.
“Perché ogni mattina deve essere sempre la stessa storia?” piagnucolò tra sé e sé.
Il suono del campanello interruppe il litigio delle due che si voltarono all’unisono verso il corridoio.
“Apri tu?” chiese la rossa alla vampira.
“Apri tu?” le ripose l’altra prima di porre la stessa domanda al lupo accovacciato in un angolo della cucina.
L’animale voltò il muso dall’altra parte e riprese a sonnecchiare come se non l’avesse neanche sentita.
“Apro io!” sbottò Excell esasperata ripulendosi le mani. “E voi due smettetela! E non provate a dire ha cominciato lei!”
“Ha cominciato lei!” urlarono all’unisono le due ragazze.
“Ma io che parlo a fare…” sospirò avviandosi verso il citofono.
Sul monitor comparve il volto sorridente di un ragazzo dai corti capelli neri sparati in aria e un paio di occhiali da sole in stile aviatore.
“È arrivato! È arrivato!” urlò Excell eccitata rientrando in cucina. “Hells, rifatti la coda! Luna, pettinati! King, non saltargli addosso!”
Date tutte le disposizioni, indossò in fretta e furia un paio di ciabatte e corse fuori dalla porta d’ingresso.
“Però, che euforia!” constatò Hells mentre scioglieva i capelli e li legava nuovamente
“Già! Dev’essere tanto tempo che non si vedono…” confermò Luna riassettando il suo vestito.
Excell percorse il vialetto d’ingresso in un batter d’occhio sfruttando il potere del vento e, prima ancora che il cugino potesse muovere un muscolo, gli saltò letteralmente in braccio.
“Ciao Matt!”
“Ma guardatela, la mia cuginetta! Quanto sei cambiata, non ti avrei nemmeno riconosciuta! Siamo sicuri che sei davvero Excell e non una mia ammiratrice?” scherzò il ragazzo abbracciandola e scrutandola attentamente in volto con finto sguardo indagatore.
Lei sorrise prima di lasciarlo finalmente andare.
“Sono così felice di vederti, ho un sacco di cose da raccontarti!”
“A chi lo dici! Ma prima di tutto, toglimi una curiosità: è davvero casa tua questa?” domandò incredulo guardandosi attorno.
“In realtà la proprietaria è Luna, ma abbiamo contribuito tutte con le spese!” spiegò la ragazza con un sorriso.
“Tutte?” domandò ancora il ragazzo, confuso.
“Io e le mie amiche! Vieni, te le presento!”
“Dove parcheggio la mia bambina?” chiese indicando la Triumph fuori dal cancello.
Alla vista della moto le iridi dorate di Excell sfavillarono di meraviglia.
“Ma è stupenda! Hells apprezzerà sicuramente! Ti faccio aprire il garage, dammi pure le tue cose.”
Prese la sacca e la custodia della chitarra dalle mani del cugino e lo precedette alla porta d’ingresso mentre lui sistemava la moto nell’ampio garage della villa. Sembrava più un'officina che un semplice box auto, le pareti erano tappezzate di attrezzi e scaffalature, c'era addirittura un ponte sollevatore. Ammirò velocemente il Kawasaki Ninja e la Harley Davidson posteggiate vicino al furgone nero, infine raggiunse la mezzo demone che scalpitava sui gradini.
“Loro sono Hells e Luna! Ragazze, mio cugino Matthew!”
“Chiamatemi pure Maverick!” esclamò il ragazzo sistemandosi gli occhiali da sole sul naso.
“Maverick? Mi stai già simpatico!” annunciò Hells annuendo compiaciuta prima di stringergli calorosamente la mano.
“Piacere!” esclamò invece Luna con un sorriso cordiale.
Il ragazzo la scrutò a lungo pensieroso, come se la stesse analizzando nei minimi dettagli.
“Ho deciso che sarai tu!” sentenziò infine annuendo deciso.
La ragazza si guardò intorno confusa, come per accertarsi che si stesse riferendo proprio a lei, prima di tornare ad osservare il giovane che le sorrise, ma prima di poter chiedere spiegazioni fu anticipata da Excell che invitò il cugino ad accomodarsi in cucina. Maverick notò il vassoio con la colazione lasciata a metà sopra il bancone e il suo sguardo mascherato dagli occhiai da sole si rabbuiò.
“Avevo preso la colazione, ma vedo che sono arrivato tardi.”
“Assolutamente no!” lo smentì Hells felice. “Non lo sai che noi facciamo sempre due colazioni?”
“Da quando?” domandò Luna confusa entrando a sua volta in cucina.
“Da adesso!” sentenziò la vampira con un sorriso smagliante. “E lo ribadisco, mi stai sempre più simpatico!” aggiunse rivolta a Maverick che rise divertito.
“Non mi avevi mai detto che abitavi con due bellissime e simpaticissime ragazze!” esclamò rivolto ad Excell.
“Adulatore!” ribatté Hells con finto tono civettuolo continuando a ronzargli attorno in attesa della seconda colazione.
Maverick trasse dalla sacca che Excell aveva posato su una sedia un sacchetto pieno di brioche fumanti e le iridi d’ametista della mezzosangue brillarono fameliche.
“Sono due angeli neri come me.” spiegò Excell preparando un secondo caffè per tutti e portando i pochi pancake che si erano salvati dall’ingordigia della vampira sul tavolo.
“Sul serio?” esclamò sorpreso il ragazzo voltandosi verso le due ragazze che annuirono.
“Io sono per metà vampira mentre lei è per metà umana.” rispose Hells indicando Luna che continuava ad osservare il loro ospite con fare enigmatico.
A cosa si riferiva quando aveva detto di averla scelta?
“Siamo tutte al servizio di Alderion.” continuò la cugina posando la caffettiera sopra il tavolo insieme a quattro tazze.
“Come sta il vecchio? È da un pezzo che non mi faccio vedere lassù.” domandò Maverick ringraziandola con un sorriso.
“Come sempre.” sbuffò Hells addentando finalmente la brioche che ritenne più grande dopo una lunga e attenta valutazione. “Finché fa fare il lavoro sporco agli altri…”
“Già.” ammise Excell prima di voltarsi verso il cugino. “Ci ha affidato una nuova missione proprio ieri, ma questa volta abbiamo bisogno del tuo aiuto.”
“Del mio aiuto?” chiese Maverick confuso addentando una ciambella.
“Dobbiamo radunare gli otto Elementi.” spiegò Excell sollevando la mano destra e generando un piccolo tornado sopra il palmo.
“Volete dire che oltre ad essere angerli neri possedete tutte e tre un potere elementale?” chiese sempre più sbalordito.
In risposta alla sua domanda Luna sollevò il braccio che fu avvolto immediatamente da una scarica elettrica mentre Hells fischiò. Il lupo nero si materializzò al suo fianco, le leccò affettuoso la mano e svanì nel nulla.
“Wow!” esclamò esaltato il ragazzo. “Non avevo mai visto nulla del genere!”
Si schiarì la voce, infine, giusto per non sfigurare con le tre ragazze, generò delle palle di fuoco che lanciò in aria a mo’ di giocoliere prima di farle sparire.
“Quindi ci sono altre quattro persone come noi?” chiese sistemandosi gli occhiali da sole.
“Già, ma non abbiamo la minima idea di dove siano.” sbuffò Luna sorseggiando il suo caffè.
“Comincio a pensare che non sia un caso che siamo finite a lavorare insieme.” mormorò Excell rivolgendosi alle due compagne.
“Il resto dei dettagli te li spiegherà Excell, immagino abbiate molte cose da raccontarvi.” sentenziò Hells alzandosi in piedi dopo aver mangiato la terza brioche. “Io vi chiedo scusa ma devo andare a finire di sistemare il furgone, ieri sono arrivati i pezzi che avevo ordinato!”
“A proposito, di chi sono le due moto in garage?” chiese Maverick, ricordandosene solo in quel momento.
“Il ninja è mio!” rispose la vampira con un sorriso smagliante.
“La Harley sarebbe mia…” disse Excell imbarazzata.
“Ma per il bene dell’umanità le è impedito usarla!” aggiunse Luna con un sorrisetto maligno.
Il ragazzo guardò la cugina confuso.
“Non sei ancora riuscita a prendere la patente?!”
“È più forte di me…” mormorò la mezzosangue.
“E allora cosa te ne fai di una moto?”
“È un regalo di Ryu, mi sembrava brutto rifiutarla…”
“Signori, a più tardi!”
Hells salutò con un sorriso smagliante prima di uscire dalla cucina e Luna la imitò.
“Io… credo che andrò a fare un giro in città.”
Come aveva detto Hells, i due cugini avevano sicuramente molte cose da raccontarsi dal momento che non si incontravano da anni e non voleva essere il terzo incomodo. Senza contare che le parole enigmatiche del ragazzo continuavano ad impensierirla.
“Come stanno gli zii?” chiese Excell sparecchiando per la prima volta la grande tavola rotonda.
“Oh, loro stanno bene, come sempre!” rispose Maverick con un sorriso aiutandola a portare le tazze al lavello. “Si tengono lontani dalla politica e dagli intrighi di Kring Threp e si fanno la loro vita.”
“Beati loro.” sospirò la mezzosangue. “E il mio fratellone? Per telefono hai detto di averlo incontrato.”
“Se è per quello li ho incontrati entrambi!” ribatté il cugino e a quelle parole Excell si rabbuiò.
“Incredibile, li vedi più spesso di me!” sbottò imbronciata.
“Il vantaggio di girare l’America con la propria band!” rise Maverick appoggiandosi al bancone. “Ryu bazzica ancora nei dintorni di Raleigh, abbiamo passato tutta la notte a bere coi ragazzi dopo il concerto, volevano addirittura farlo entrare nella band come mascotte e animatore!”
Excell scoppiò a ridere.
“Sì, Ryu è sempre stato un festaiolo e stringe subito amicizia con chiunque. Un po’ come la nostra Hells!” aggiunse con un sorriso.
“Ren l’ho incontrato per caso, lui di certo non è tipo da concerto rock!” continuò il ragazzo. “Eravamo in Arizona e c’era una sorta di fiera dell’artigianato locale. I ragazzi cercavano qualche souvenir da portarsi a casa e hanno puntato alla bancarella dei Navajo.”
“E Ren era con loro.” concluse Excell con un sorriso.
Non aveva ancora abbandonato la grande famiglia che si era presa cura di loro tre e li aveva cresciuti come parte del clan.
“Già! Credo facesse da tutore ai ragazzi della bancarella, il più grande forse arrivava a vent’anni!” spiegò Maverick. “Anche lui è rimasto come me lo ricordavo, gentile, posato, parla piano e con garbo. L’unica cosa ad essere cambiata in tutti questi anni è il suo aspetto, ora è addirittura più alto di me e la vita all’aria aperta gli ha regalato un colorito invidiabile e un fisico atletico.”
Excell sorrise malinconicamente. Quanto le sarebbe piaciuto andare a trovarli entrambi, tuttavia il timore di metterli nei guai la frenava sempre dal comporre il loro numero di telefono. Si era messa al servizio di Alderion proprio per proteggerli, ma preferiva non far sapere agli altri angeli dove abitavano, non voleva che ai suoi fratelli potesse accadere qualche incidente.
“Quando la situazione si sarà sistemata potremmo fare una bella rimpatriata tutti insieme!” propose Maverick.
“Già, magari…” rispose la cugina con un sospiro prima di cambiare argomento. “Vieni, ti mostro la casa!”
La prima tappa del giro turistico fu il gigantesco salotto.
“Un pianoforte!” esclamò Maverick sorpreso ammirando il pianoforte a coda che occupava parte del salone.
“È di Luna!” spiegò Excell con un sorriso.
“Sapevo di aver fatto la scelta giusta…” mormorò il ragazzo tra sé e sé soddisfatto prima di ammirare il resto dell’arredamento.
Un divano a doppio angolo era piazzato davanti a quello che sembrava il reparto hi-fi di un negozio. Televisore 55 pollici, impianto stereo da fare invidia a una discoteca, una serie di console dalla più recente a veri e propri pezzi di antiquariato, un computer portatile e un altro fisso con così tanti accessori e monitor da sembrare un’astronave, non mancava nulla.
“Quello invece è l’angolo di Hells!” ridacchiò Excell.
“Di certo non ci si annoia in questa casa!” esclamò sempre più sorpreso Maverick.
Tornati in corridoio, scesero le scale del seminterrato e sbucarono in un'ampia palestra con piscina annessa.
“Perdonami se ti faccio questa domanda, ma è Alderion che vi paga così bene o… c’è qualcos’altro sotto?” chiese con un sorrisetto alludendo al suo passato da ladra.
Excell portò l’indice alle labbra e si guardò intorno con fare guardingo, prima di scoppiare a ridere.
“No, ho chiuso coi furti.” lo rassicurò. “Alderion non paga poi così tanto, ma Hells è una lottatrice professionista e Luna… beh, diciamo che si guadagna la sua paga da cacciatrice nei casinò, non ho ancora capito se ha una fortuna sfacciata o se usa i suoi poteri.”
“Poteri?” chiese confuso il ragazzo.
“Predilige l’utilizzo della magia, non ama particolarmente sporcarsi le mani in battaglia, a parte quando va a caccia di vampiri.” spiegò Excell.
Maverick sgranò gli occhi, anche se la cugina non poté vederlo dal momento che non aveva ancora tolto i suoi insperabili occhiali da sole.
“Aspetta un attimo, sono troppe informazioni in una volta sola. Luna è una cacciatrice? Ma Hells non è una vampira?”
Excell sospirò con fare stanco.
“È… complicato.” rispose risalendo le scale. “Non vanno d’amore e d’accordo, ma perlomeno non si azzuffavano dalla mattina alla sera, o quasi.” minimizzò prima di indicargli tre porte. “Quella è la mia camera, mentre quelle sono di Hells e Luna. Quelle cinque stanze sono tutte libere, puoi scegliere quella che preferisci. Conoscendoti, ti sconsiglio quelle due, hanno la terrazza ma sono rivolte a nord e per te che adori il caldo potrebbero essere troppo fredde!” scherzò con una risatina.
“Una terrazza? Ma la villa non è costruita solo su un piano?”
“Sì, ma non hai visto il retro: Hells ha scavato una trincea e fatto costruire un vero e proprio campo di addestramento!”
A quelle parole il ragazzo scoppiò a ridere.
“Quella ragazza è davvero strana!”
“E non hai ancora visto niente, fidati!” ribatté Excell. “Detto questo, hai libero accesso alla villa e alle sue attrazioni turistiche tranne quel bagno lì, è quello di Hells.” concluse indicando una porta.
“Oook.” rispose Maverick confuso, c’erano altri tre bagni, non sarebbe stato di certo un problema, ma non capiva il perché di quel divieto.
“Non c’è niente di segreto in realtà, se non che dai rubinetti viene fuori sangue.” continuò la cugina con naturalezza e il ragazzo fece una smorfia schifata.
“Sangue?!”
“Hells è per metà vampira, il contatto con l’acqua pura la ferirebbe.” spiegò Excell.
“Ok, ma come fa a lavarsi col sangue?!”
“Il mio corpo è diverso dal vostro.”
Si voltarono entrambi. Hells era ferma alle loro spalle, la fronte imperlata di sudore e le mani sporche di nero.
“Assorbe il sangue come se fosse una sorta di crema idratante, lasciando la pelle morbida e profumata!”
Maverick si grattò la testa non del tutto convinto.
“E… hai un sistema idrico dedicato?”
“Più o meno.” rispose la vampira con una scrollata di spalle. “C’è una cisterna con un depuratore, non chiedermi come funziona perché non ci capisco niente, fortunatamente il clan che mi ha cresciuta ha mandato alcuni vampiri a fare il lavoro.”
“I giorni più difficili passati in questa casa, tenere a freno Luna è stata una vera e propria impresa!”
“Le notti più difficili, vorrai dire!” la corresse Hells con un sorriso.
“Ma… insomma, l’acqua è presente in qualsiasi cosa, che sia un alimento o un semplice disinfettante.” continuò Maverick, confuso.
“Il problema è solo l’acqua pura.” ribatté con un’alzata di spalle come a dire: siamo fatti così.
“Tu però sei una vampira solo per metà, credevo non avessi le debolezze tipiche della tua razza.”
“In teoria dovrebbe essere così, ma avere il potere dell’oscurità nel mio corpo fa pendere l’ago della bilancia da quella parte. Fortunatamente questo implica solo dover star lontano dall’acqua.”
“Ok.” mormorò di nuovo il ragazzo, pensieroso. “Decisamente troppe informazioni in una volta sola.”
Excell scoppiò a ridere.
“Povero cugino, posso quasi vedere il fumo che ti esce dalle orecchie!”
Salutarono Hells, che si richiuse la porta del suo bagno dell’orrore alle spalle, per poi fare ritorno alla cucina.
“Devo ammetterlo, quando ti ho chiamata ieri sera non avevo la minima idea che quella telefonata avrebbe cambiato completamente la mia vita!” ammise Maverick lasciandosi ricadere su una sedia.
“E siamo solo all’inizio!” lo rassicurò Excell con un sorrisetto.