CAPITOLO QUATTRO

884 Words
CAPITOLO QUATTRO Il Colonnello Dutch Adams guardava fuori dalla finestra del suo ufficio. C’era una bella vista di Fort Nash Mowat da lì. Riusciva persino a vedere il campo dove il Sergente Worthing era stato ucciso soltanto quella mattina. “Dannazione” borbottò sottovoce. Meno di due settimane prima, il Sergente Rolsky era stato ucciso esattamente nello stesso modo. Poi, una settimana prima, era stato il turno del Sergente Fraser. E ora, Worthing. Tre bravi sergenti istruttori. Che stupida perdita, pensò. E, finora, gli agenti del Comando Investigativo Criminale non erano riusciti a risolvere il caso. Adams restò lì a interrogarsi … Come diavolo sono finito a lavorare in questo posto? Dopotutto, aveva avuto una buona carriera. Indossava orgogliosamente le sue medaglie, la Legione del Merito, tre Stelle di Bronzo, Medaglie al Merito, un Encomio al Merito e molti altri riconoscimenti. Ripensò alla sua vita, e continuò a guardare fuori dalla finestra. Quali erano i suoi migliori ricordi? Senz’altro, il servizio che aveva prestato durante la guerra in Iraq, in entrambe le Operazioni: Desert Storm ed Enduring Freedom. Quali erano i suoi peggiori ricordi? Probabilmente, la routine accademica per salire di grado a sufficienza da ottenere una commissione. O forse, stare di fronte alle classi, insegnando. Ma persino quelli non erano poi così male, quanto gestire quel posto. Star seduto ad una scrivania, e compilare rapporti e presiedere ai meeting, quello era l’aspetto peggiore di tutti, per quanto lo riguardava. Ma almeno, aveva avuto anche dei bei momenti. La sua carriera gli era costata cara a livello personale: tre divorzi e sette figli adulti, che a malapena gli parlavano ormai. Non era nemmeno certo di quanti nipoti avesse. Era così che doveva essere. L’Esercito era sempre stata la sua vera famiglia. Ma ora, dopo tutti questi anni, si sentiva estraneo persino nell’Esercito. Perciò, come sarebbe stato separarsi dal servizio militare: un felice pensionamento o solo un altro orrendo divorzio? L’uomo fece un amaro sospiro. Se avesse realizzato la sua ultima ambizione, si sarebbe ritirato come generale di brigata. Nonostante ciò, sarebbe rimasto completamente solo, con il pensionamento. Ma forse, era giusto così. Forse, poteva semplicemente sparire serenamente, “estinguersi” proprio come i proverbiali “vecchi soldati” di Douglas MacArthur. O come un animale selvaggio, pensò. Era stato un cacciatore per tutta la vita, ma non riusciva a ricordare di essersi trovato dinnanzi alla carcassa di un orso o un cervo, o di qualsiasi altro animale selvatico che fosse morto di cause naturali. Altri cacciatori gli avevano detto la stessa cosa. Che mistero era sempre stato! Dove andavano quelle creature selvagge a morire e marcire? Avrebbe voluto saperlo, così da poterci andare quando sarebbe giunta la sua ora. Nel frattempo, fu preso da una gran voglia di fumare una sigaretta. Era tremendo, non poterlo fare nel proprio ufficio. Poi, il telefono sulla sua scrivania vibrò. Era la sua segretaria nell’ufficio esterno. La donna disse: “Colonnello, ho il Provost Marshall generale in linea. Vuole parlare con lei.” Il Colonnello Adams provò un senso di sorpresa. Sapeva che il Provost Marshall generale era il Generale di brigata Malcolm Boyle. Adams non aveva mai parlato con lui finora, per quanto rammentasse. “Di cosa si tratta?” Adams chiese. “Degli omicidi, immagino” la segretaria rispose. Adams brontolò sottovoce. Naturalmente, pensò. Il Provost Marshall generale di Washington era il responsabile di tutte le indagini criminali dell’Esercito. Senza dubbio, aveva saputo che lì le indagini erano bloccate. “OK, rispondo subito” Adams esclamò. Prese la telefonata. Fin dal primo istante, non apprezzò il suono della voce dall’altra parte del telefono. Era troppo morbida per i suoi gusti, non aveva il tono appropriato per un ufficiale d’alto rango. Ciò nonostante, occupava una posizione di gran lunga superiore a quello del colonnello. Pertanto, doveva almeno fingere rispetto. Boyle disse: “Colonnello Adams, volevo soltanto avvisarla. Tre agenti dell’FBI di Quantico saranno presto lì, per occuparsi delle indagini sugli omicidi.” Adams si sentì improvvisamente irritato. Per quanto ne sapesse, c’erano già troppi agenti ad occuparsene. Ma riuscì a tenere un tono calmo di voce. “Signore, non sono certo di comprendere il motivo. Abbiamo il nostro ufficio del Comando di Indagini Criminali qui a Fort Mowat. Si stanno occupando del caso.” Ora la voce di Boyle sembrò un po’ più dura. “Adams, ci sono stati ben tre omicidi in meno di tre settimane. A me sembra che a voi serva un piccolo aiuto.” La frustrazione del colonnello aumentava sempre di più. Ma sapeva di non doverlo mostrare. Disse: “Con tutto il rispetto, signore, non so perché sta dando a me la notizia. Il Colonnello Dana Larson è il comandante del CID qui di Fort Mowat. Perché non si rivolge a lei prima?” La risposta di Boyle colse Adams completamente di sorpresa. “E’ stato il Colonnello Larson a contattarmi. Mi ha domandato di richiedere l’aiuto del BAU. Perciò, me ne sono occupato io stesso.” Adams era inorridito. Quella stronza, pensò. Il Colonnello Dana Larson sembrava sfruttare ogni singola opportunità per mettergli i bastoni tra le ruote. E cosa ci faceva una donna al comando di un ufficio del CID? Adams fece del proprio meglio per nascondere tutto il suo disgusto. “Capisco, signore” disse. Poi, mise fine alla telefonata. Il Colonnello Adams stava ribollendo dalla rabbia ora. Colpì la sua scrivania con un pugno. Non aveva diritto di dire la propria in quel posto? Eppure, gli ordini erano ordini, e doveva rispettarli. Ma non doveva necessariamente apprezzarli, e non doveva rendere facile la vita alle persone. Borbottò ad alta voce. Non gli importava delle persone uccise. Le cose stavano per diventare molto brutte.
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