Si avvicinò e le appoggiò sulle mie. Ci baciammo a lungo, sentii il sapore del mio sangue in bocca, la ferita al labbro che si riapriva. Feci scorrere le mani lungo la sua schiena, dietro al suo collo, tra i suoi capelli. Lui mi baciò il viso sopra alle abrasioni, sugli occhi, lungo il profilo della mandibola. Sprofondò il viso tra i miei capelli, mi posò le mani sui fianchi, scivolò su di me. Mi sollevò di nuovo e mi portò fino al letto, mi adagiò sulle coperte. Non posso dire che non mi piacque. Ci svestimmo lentamente, prendendoci tutto il tempo. Mi sfiorava come se fossi fatta di porcellana. Abituata agli amplessi pratici, confidenti, che avevo con Inton per non più di un mese l’anno, mi lasciai esplorare dai suoi gesti quasi reverenziali. Quando fummo pelle a pelle mi circondò co