2. Continuò a mandargli le e-mail di aggiornamento. Le ecografie, il peso, i movimenti. Lui le rispondeva ringraziandola. Le mandava ancora cose. Libri, per lo più, per indicare che era tutto okay, tra loro. Ma non le chiese altri appuntamenti fino alla fine dell’ottavo mese, segno che non era tutto okay, tra loro. Kril si sentiva stanca e pesante. Era il momento in cui non vedevi l’ora di far uscire il piccolo, ma pesantissimo, esserino che avevi dentro. Le faceva male la schiena e doveva andare in bagno circa ogni cinque minuti. Le chiese via e-mail se potevano incontrarsi a casa sua. Voleva mostrarle qualcosa. Chiedere un parere. Kril acconsentì, in parte perché si sentiva in colpa nei suoi confronti. Con la gravidanza precedente era stato diverso. Era più confusa e non sapeva bene