Voltatosi verso la Douglass, le chiese con garbo. “Per favore Leona, prendi questi appunti. Una doppia campionatura del contenuto di tutti quei flaconi e anche la scatola. Porterete tutto con voi.”
Yolhair si alzò, imitato da tutti.
“Professore, Evan ha ... ha detto qualcosa?” si informò timorosa Astrea quando fu sulla soglia.
L’uomo si rabbuiò e scosse la testa. “Non una parola.”
“Ma Calvin lo ha visto?” si accertò Ares dubbioso.
“Non l’ho ritenuto opportuno ... Non per il momento, almeno. Calvin deve riaversi dallo shock e Evan ... Be’ voglio dargli un po’ di tempo per riflettere. Se collabora, riuscirò a tenere fuori il Dicastro da questa faccenda e a evitare che la cosa diventi ufficiale e, dunque, pubblica.”
Ares sentì Astrea rabbrividire. Al pensiero di leggere il nome di Evan e Calvin sul Lumen Clarion si sentì un vuoto nello stomaco. Calvin non se la meritava proprio una tale vergogna, di qualsiasi colpa si fosse macchiato il fratello.
Nell’ufficio della Douglass, oltre alla Magistra, Ares e Astrea trovarono la Saville e Rheticus, che varcarono la soglia del Trepas per primi.
In breve, si ritrovarono nell’elegante atrio della casa di Safìr, che li stava attendendo con Mira. Dopo i saluti di rito, Leona si rivolse ad Astrea. “Per favore, ti dispiacerebbe chiamare i tuoi genitori e chiedere loro di recarsi al più presto al solito posto? Dato che è domenica, non dovrebbe essere un problema per loro liberarsi dagli eventuali impegni presi. Dì loro che il Praesidens e io ci scusiamo per questa richiesta improvvisa, ma che si tratta di una questione urgente, oltre che molto importante, e di portare i testi dei medicinali Opachi.”
Lei prese il cellulare dalla borsetta e, esauriti i convenevoli, informò sua mamma che si trovava a LumenLondon per poche ore e che avrebbe volentieri abbracciato lei e papà. La madre fu entusiasta e le assicurò che si sarebbero mossi immediatamente, portando quanto aveva chiesto.
“Bene. Il tempo stringe. Andrò a prenderli subito. Torno tra poco. Nel frattempo, magari, potete aggiornare Mira e Safìr.”
La Douglass si teleportò all’istante, subito seguita dalla Medica e dal docente di Alchimia, che sarebbero andati a Salix per svolgere le loro ricerche. Nel breve intervallo che seguì, Ares e Astrea ragguagliarono gli amici su quanto era accaduto in quei giorni alla Domus, suscitando il crescente sbalordimento di entrambi.
Dopo una ventina di minuti, Leona era di ritorno con i signori Laergan, muniti di due grandi borse colme di volumi. Astrea subito abbracciò i genitori che non vedeva dalla Pausa di Primavera e, dopo un veloce tè, ringraziarono e salutarono calorosamente Mira e Safìr, accingendosi ad andare via. Al tacito invito della Magistra, Ares prese dalla tasca dei pantaloni il suo Trepas a forma di drago, che puntò verso una parete libera, recitando mentalmente la formula idonea.
Nel giro di poco, uscirono dalla porta che si era aperta nell’ampio ingresso del Maniero.
La Douglass si affrettò a porgere due ampolline violette ai signori Laergan, che il viaggio aveva alquanto stordito. Attese, quindi, che si rinfrancassero prima di condurli verso il lato sinistro dello scalone, entrando in un salotto dove li attendeva il loro Mentore.
Si salutarono cordialmente e poi la Rector li informò. “Il Magister Yolhair e io dobbiamo sbrigare alcune incombenze. Servitevi pure liberamente.” li invitò benevola, mostrando i diversi tavolini dove si trovavano bevande e cibarie. “Nel nuovo studio, troverete tutto ciò che vi occorre ... Almeno, mi auguro.” concluse con un certo scetticismo, indicando loro una porta sul fondo e allontanandosi poi con l’uomo.
Varcata la soglia indicata, entrarono in una stanza arredata con buon gusto e dove, con loro sorpresa, trovarono ben tre postazioni informatiche, complete di tutto. Dopo averne fatto una copia, Astrea diede ai suoi genitori gli appunti di Evan e poi tutti e tre si misero davanti ai computer, mettendosi subito al lavoro. Ares si sedette al suo fianco e, malgrado non capisse nulla di ciò che lei stava facendo, non poté fare a meno di provare grande ammirazione per la velocità e perizia con le quali lei si stava destreggiando in quel guazzabuglio per lui incomprensibile.
In capo a un paio d’ore, Yolhair stava leggendo diversi fogli, frutto delle ricerche di Astrea e dei suoi genitori, e dai quali emergevano notizie assolutamente straordinarie.
Non era stato facile, perché i link appuntati da Evan corrispondevano tutti ad aree riservate, ma Astrea era riuscita a trovare la chiave di accesso non appena suo padre le aveva fatto notare che alcuni nomi, mescolati agli altri termini che corrispondevano realmente a prodotti medicinali di base, non avevano alcun significato. Lei aveva scoperto che, dopo molteplici passaggi, quei siti conducevano tutti a una delle holding della Nofines: la Ophyuk. In occasione dell’ultima cena da Safìr e Mira, il padre di Lionel e i suoi colleghi avevano fornito la mappatura completa dei tre gruppi Opachi sui quali stavano indagando, indicando anche l’attività conosciuta di ogni singola impresa. Ophyuk era una semplice finanziaria, molto probabilmente un tronco cavo. Astrea era, dunque, convinta che il vero interesse di Evan non fosse quella società, ma qualcosa a essa collegata. Per scoprirlo, tuttavia, ci sarebbe voluto molto più tempo di quello a loro disposizione. I coniugi Laergan avevano verificato nei libri e CD della farmacopea internazionale che avevano portato con loro e, successivamente, anche su Internet, tutti i termini annotati da Evan e avevano confermato che, per la maggior parte, si trattava di composti chimici ad azione stupefacente e allucinogena. Per pochi altri, invece, non era stato trovato alcun riscontro da nessuna parte. I genitori di Astrea erano del parere che si potesse trattare di preparati nuovissimi, forse ancora in fase di sperimentazione e, pertanto, non ancora catalogati e approvati dalle autorità sanitarie internazionali.
“Dottoressa Aisling, Dottor Laergan, avete la possibilità di far verificare in modo molto discreto questo materiale?” appurò il Praesidens, mostrando la campionatura prelevata dai flaconi rinvenuti degli armadi del giovane Hubbard.
Nel Mondo Opaco, la mamma di Astrea usava il suo cognome da nubile solo in ambito professionale. A Lumenalia, invece, come ogni donna Lumen, anche le Opache avevano esclusivamente il cognome di nascita. Esistevano tuttavia non poche eccezioni. Dolorosi postumi del Dominio. Quando il Despota aveva costretto le madri a dare ai propri figli il nome del padre, aveva anche caldeggiato l’assunzione del cognome maritale da parte delle donne sposate. Innumerevoli avevano dovuto capitolare, dopo che le dissidenti erano state arrestate e, in seguito a una lunga detenzione, si erano convinte a fare pubblica ammenda. Coloro che, invece, avevano subito aderito, a parte chi aveva la mente ottenebrata da anni di condizionamenti e manipolazioni, erano state le donne che militavano di persona, o indirettamente, nella Resistenza. La quasi totalità dei Resistenti, infatti, doveva mantenere una facciata favorevole al Nuovo Ordine al logico scopo di scongiurare ogni attenzione su di loro, proteggendo così la loro opera, oltre all’incolumità personale e dei loro cari. L’obiettivo del Tiranno era chiaro: demolire i valori femminili che ben sapeva quale serio pericolo rappresentassero per la sua dittatura. Alla caduta del regime di Halyster, e conseguente delibera di eliminarne ogni traccia dalla storia di Lumenalia, a tutte le donne vittime di quelle odiose violazioni era stato chiesto di tollerare la situazione di fatto. Di conseguenza, i figli avevano continuato a mantenere il cognome paterno, così come le coniugate a chiamarsi come i loro mariti. Essendo la norma vigente nel Mondo Opaco dove aveva vissuto fino ad allora, quando Ares aveva conosciuto le madri di Archie e Wilma, non si era stupito che si presentassero come Doreen Peak e Brighid Sherwood, invece che con i cognomi natali. Anche dopo la Rivelazione, pur utilizzando in modo sempre più frequente i loro cognomi legittimi, Dora e Brighid avevano mantenuto ufficialmente quelli dei mariti, in attesa che i rispettivi figli inoltrassero al Dicastro la loro formale decisione circa il cognome che avrebbero portato per tutta la vita. Quella circostanza aveva fatto riflettere tutti e ricordato quanto fosse facile dare per scontato ciò che si aveva, scoprendone il valore solo dopo averlo perso. Non erano stati pochi a rammentare il Deleamor. Tutti gli amici di Ares e Astrea, come pure la quasi totalità degli studenti coinvolti, commossi e riconoscenti per il grande sacrificio di chi li aveva generati, avevano deciso di scegliere il cognome della madre. Ares sapeva che, entro la fine dell’anno, sarebbero state innumerevoli le modifiche anagrafiche, tra le quali però non ci sarebbe stata la sua e se ne rammaricava. Si era abituato da tempo alle generalità che tutti conoscevano, alle quali era affezionato da quando aveva saputo che anche il nome di Ares era stato scelto dai suoi genitori. Ciò nonostante, si sentiva sempre di più prigioniero della gravosa necessità di mantenere la sua vera identità segreta. In quel momento pensò, che il furto del ritratto dei suoi genitori e Zoran rendeva, forse, quella precauzione superflua.
“Certamente, Magister.” confermò la madre di Astrea con un bel sorriso. “Essendo da molti anni a capo della Farmacia dell’Ospedale Radcliffe, sono regolarmente in contatto con tutte le aziende farmaceutiche. In diverse, ho alcuni amici fidati che sono analisti e ricercatori. Potrei provare io stessa, ma loro hanno senz’altro le apparecchiature più appropriate, oltre ad avere ... come dire, conoscenze giuste e informazioni di prima mano, che possono risultare molto utili al nostro scopo. Dato però che si tratta di una questione tanto delicata, ci vorrà un pochino di tempo, temo. Credo un paio di settimane. Avviserò mia figlia non appena saprò qualcosa.”
Yolhair ringraziò e sondò. “E di questa sapete forse dirmi qualcosa?”
Porse loro la scatola misteriosa. Era un pesante contenitore nero, rettangolare e grande quanto un normale libro, dal guscio metallico perfettamente sigillato. Presentava, su uno dei lati più lunghi, delle fitte griglie e, al lato opposto, incavi di forme diverse che assomigliavano a delle prese, sebbene nessuno ne avesse mai viste di simili. I genitori di Astrea la rigirarono da tutti i lati e poi gliela riconsegnarono, scuotendo la testa.
“Ci dispiace, Professore, ma non abbiamo proprio idea di cosa si tratti.” ammise il padre, rammaricato.
Il Mentore assentì con un sospiro, accertandosi poi. “Astrea, hai modo di metterti in contatto direttamente col padre di Lionel, ora?”
Lei annuì e, al suo invito, prese il cellulare e lo chiamò. Per fortuna sia lui, sia i suoi colleghi erano in città e sarebbero stati liberi per cena, si diedero quindi appuntamento a Jewels’ Palace per quella stessa sera.
Terminate le incombenze, Ares lasciò Astrea godersi da sola la compagnia dei genitori, e seguì Yolhair nella grande sala dove si tenevano le riunioni del Cavalierato. “Avrei una curiosità ...”
“I computer?” Assentì. “Aspettavo tempi più consoni per parlarvi della SIGH.” Lui spalancò per un istante gli occhi, mentre l’uomo accennava un sorriso. “Per ringraziarvi dei vostri grandi meriti ... Tra i quali, uno in particolar modo è prezioso e quanto mai opportuno.” Al suo accigliarsi, l’altro sorrise affettuosamente. “Avete pienamente colto la mia esortazione e state realizzando il mio sogno. Uniti nella diversità. E non solo tra studenti delle quattro Familiae, ma anche tra differenti comunità. La collaborazione che voi siete riusciti a creare tra Lumen e Opachi in così poco tempo ha dell’incredibile. L’idea poi di unire anche le conoscenze dei due Mondi è davvero sbalorditiva.”
“Astrea ...” mormorò lui, con aria sognante.
Il Magister annuì. “Già. Con le sue doti e capacità, Astrea ha di fronte a sé non solo una brillante carriera diplomatica, ma avrà un ruolo di grande importanza per il futuro di ambedue i Mondi.” Sentendo il petto gonfiarsi di orgoglio e amore, Ares non lo sentì sussurrare. “Lo voglia il cielo ...” Il Praesidens riprese subito a voce alta. “Abbiamo allora considerato che fosse opportuno conoscere, almeno per grandi linee, gli strumenti utilizzati correntemente nel Mondo Opaco, tenendo anche conto dell’interesse, a quanto pare ancora attuale, di Halyster per le sue attività industriali e commerciali. Per questo motivo, circa una settimana fa, ho personalmente chiesto a Gordon Clemens di darci una mano.”