VII. Da un guaio all’altroNon sono mai stato un gran corridore; odio correre. Ma se mai un velocista ha frantumato tutti i record del mondo, quello fui io, quel giorno, quando fuggii davanti a quelle orribili bestie lungo lo stretto lembo di roccia tra due stretti fiordi verso il Sojar Az. Non appena raggiunsi l’orlo della scogliera, il primo dei bestioni mi fu addosso. Saltò e chiuse le sue massicce mascelle sulla mia spalla. Lo slancio del suo corpo che volava, sommato a quello del mio, ci portò entrambi oltre la scarpata. Fu una caduta orribile. La scogliera era quasi perpendicolare. Ai suoi piedi il mare si infrangeva contro una solida parete di roccia. Colpimmo la parete della scogliera una volta nella nostra discesa e poi finimmo nel mare salato. All’impatto con l’acqua lo ienodont