«Farò piano» disse lui. «Che vita schifosa» commentai io, con un mezzo sorriso. Lui rise e si sfilò maglione e maglietta in un tutt’uno. Poi si liberò anche dei pantaloni e tornò a stendersi accanto a me. Glielo accarezzai. Era una specie di alabarda. Risi a mia volta e glielo dissi. Zoran me lo strofinò sulla mano. «Hai un modo davvero gioioso di scopare, lo sai? E sexy. Sembra sempre che tu ne abbia voglia da impazzire. Anche ora». Gli abbassai lentamente il prepuzio, tendendogli il frenulo. «Ora ne ho voglia da impazzire. Penso che dovresti venirmi dietro. Non schiacciarmi, intendo questo». Lui mi strinse di nuovo le tette. Mi leccò il collo. «Se ti vengo dietro te lo metto nel culo» mi spiegò in tono serio. Il suo tono serio mi fece scorrere un altro lampo di eccitazione in tutto