Zoran me lo strofinò sulla fichetta, poi provò a mettermelo dentro. La cappella riuscì a entrare, poi là sotto mi chiusi tutta. Lo tagliai fuori, lo spinsi via. Mi contrassi dolorosamente, piegandomi su me stessa. Zoran lo prese come un invito e provò di nuovo a penetrarmi, ma questa volta non riuscì neppure a infilarne un pezzetto. Diede una spintarella, poi si scostò. «Lolie?». Mi posai le mani a coppa sul sesso, piegata su me stessa, ed emisi un singhiozzo. «M-mi dispiace. M-mi...» «Ti ho fatto male? Ah, piccola. Vieni qua. Vieni qua, che cosa c’è?». Ormai piangevo. Mi sentivo così meschina, così vendicativa. Mi strinsi a lui. «Non è colpa tua. Non hai fatto niente di sbagliato. Non voglio... non voglio continuare a...» Zoran mi baciò, interrompendo il fiume sconnesso delle mie pa