Mi inarcai contro di lui, sospirando. Aprii le cosce e gli strusciai la gattina sul pacco. «Vuoi farmi un po’ male, è vero?» gli chiesi, con voce roca. Forse era quello di cui avevo bisogno. Stavo soffrendo... provare un po’ di dolore fisico sarebbe stato catartico. Le mie parole infiammarono Quinn, ovviamente. «Voglio sempre farti un po’ male, Lolie. Voglio farti male nei punti più morbidi e indifesi del corpo». Quanta onestà, eh? Alla fine. «Come?». Quinn mi leccò le labbra in punta di lingua. «Mmm... voglio legarti... prenderti a bacchettate... penetrarti con qualcosa di grosso... e scoparti forte. Lolie, capisci quello che intendo? Puoi darmelo?». Annuii una sola volta. Certo che lo capivo. E certo che potevo darglielo. Ne avevo bisogno io per prima, in quel momento, ed era molto