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2052 Words

6. Quinn arrivò tre giorni più tardi, all’alba. Aprì la porta di camera nostra come se fosse la sua, attraversò la stanza e andò a tirare su la tapparella. Uscì sul balcone per respirare l’aria fresca del mattino, dietro di lui un cielo azzurro chiaro, privo di qualsiasi nube. Rimase così per un po’. Zoran guardò lui e poi me, vide che distoglievo lo sguardo e non disse nulla. Semplicemente, aspettò. Quinn si voltò dopo qualche minuto. Si appoggiò alla balaustra e incrociò le braccia sul petto, guardando dentro. «Sta bene, con i capelli scuri, mh?» mi disse, indicando Zoran con il mento. Sorrise appena. «Sembra quasi me». Sospirai. «Quinn...» «Era una semplice constatazione. Sarei anche curioso di vedere il suo famoso uccello, ma credo che ora come ora non gli venga duro». Spostò gli

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