5.
Poco meno di un anno dopo...
Nonostante fosse gennaio l’aria, al Cairo, era tiepida. Il vento inquinato non trasportava i rumori degli scontri davanti al sindacato dei giornalisti fino nella parte orientale della città, ma sapevo da internet che stavano avvenendo ed erano seri, come anche gli scontri che erano scoppiati a una ventina di chilometri verso il deserto e le piramidi, a Giza.
Anche nei vicoli ombrosi della parte est della città l’atmosfera era elettrica e tutti sembravano spaventati.
Compresa Zahra Nakhjavani che, una ventina di metri avanti a me, continuava a voltarsi e a guardarsi nervosamente attorno. Accanto a lei, Zoran Brkoviæ era attento, ma più controllato. Era la terza volta che le nostre strade si incrociavano e avveniva sempre in paesi sull’orlo della rivoluzio
