2. Non so quanto tempo passò. Dormii una specie di sonno agitato, svegliandomi di continuo. Avevo freddo, fame, sete. A un certo punto, nella stanza entrò un’altra persona. Era una ragazza giovane, più giovane di me. Doveva avere al massimo vent’anni. Non era una di loro. Era un essere umano. Mi posò una ciotola subito fuor dalla gabbia, dove potevo arrivare con le mani. Se ne andò senza guardarmi. Ora, dovete capire che nel frattempo era tutto diventato ancora più schifoso. Ero rimasta chiusa lì dentro diverse ore – almeno dodici, secondo i miei calcoli – e avevo espletato i normali bisogni corporei dentro la gabbia. Che cosa avrei dovuto fare? Era ributtante. Guardai il contenuto della ciotola. Era una fetta di pane nero immersa in