Capitolo 8
Annika
Sentire che il mio paziente più recente era l'ex marito dell'amante del mio futuro ex marito mi ha fatto esplodere il mio cervello in quel preciso momento. Quindi, questa donnaccia che tradiva aveva già guidato un matrimonio in passato. Ho osservato la sua espressione facciale e ho ripensato a quanto quella Sadie l'avesse accusato. È finalmente sorto in me il fatto che non solo Jeff mi aveva tradito con questa donna, ma che lei stessa tradiva il suo stesso marito con Jeff. Come medico, sono stato ampiamente addestrato ad aspettarmi l'inaspettato, ma in quale universo avrei potuto prevedere questa situazione? Il mondo poteva essere ancora più piccolo? Che tipo di coincidenza era questa?
Il mio cervello, ora preso da questa improvvisa rivelazione, si trasformò in uova strapazzate e il mio corpo iniziò ad agire di propria iniziativa. Mi chinai in avanti per valutare le caratteristiche di Leon Von Doren e lo osservai nello stesso modo in cui avevo fatto nella stanza di visita, ma con un'ottica diversa questa volta. Era davvero affascinante. Lasciate perdere la sua altezza e la sua struttura, che lo facevano torreggiare su tutti come se non fosse un semplice mortale, le sue caratteristiche fisiche complessive ricordavano un seducente modello maschile che stava per esibirsi in uno spettacolo di "Thunder from Down Under". A questo punto, nella mia mente, balenò l'immagine mentale di Leon che si esibiva sul palco, e gli angoli delle mie labbra si curvarono leggermente verso l'alto. Era davvero un esemplare pregevole secondo l'opinione di una professionista medica. Continuai a sbirciare il mio paziente in nome della scienza, dimenticando che eravamo ancora nella sala d'attesa della clinica finché i toni profondi della sua voce non mi fecero riportare con i piedi per terra. "Dott.ssa Hollands, posso riavere il mio braccio?" mi chiese educatamente. Sentire la parola "braccio" mi fece provare sensazioni di formicolio in tutto il corpo, e ritrassi la mano come se l'avessi appena bruciata vedendola sul suo avambraccio.
"Mi scuso, signor Von Doren," iniziai a spiegare, "la mia unica intenzione era valutare il suo battito cardiaco per assicurarmi che non si fosse impennato dopo essere stato aggredito verbalmente da quel paziente squilibrato." Maledicendomi interiormente per un altro lapsus linguale, mi sentivo come se stessi prendendo l'occasione al volo, cercando di razionalizzare il mio comportamento inappropriato, mantenendo però un'espressione seria. Ero io, Annika Silverton, che lo stavo toccando, un altro uomo, mentre valutavo le sue doti di fronte a un pubblico, per di più? Ero umiliata dal fatto che qualcosa, o meglio qualcuno, fosse riuscito a superare la mia ferrea mentalità di medico perché neanche Jeff aveva mai avuto un potere del genere su di me.
"Non c'è problema, sto davvero bene. Sono stato sposato con quella donna vile per un anno. Il più grande rimpianto della mia vita," disse con noncuranza. Alzai un sopracciglio di fronte alla sua franchezza e lo osservai in silenzio per un attimo. Qualcosa nel suo atteggiamento di disinteresse mi ricordava la frase "Un leone non si preoccupa della opinione delle pecore". Sapendo quanto Jeff si preoccupasse di quella donna vile, mi chiedevo se Leon Von Doren fosse a conoscenza delle sue relazioni extraconiugali. Il pensiero di Jeff e Sadie insieme cominciava a perdere il suo potere su di me, e invece di lasciarmi cullare da una cieca rabbia o da un dolore inspiegabile, ero giunta a un punto in cui potevo solo sorridere di rimando e scuotere la testa. Beh, sembra proprio che lo sterco si sposi davvero con la spazzatura.
"Annika, dovremmo tornare al lavoro," sussurrò Kenzie all'orecchio avvicinandosi a me. Guardai in giro e vidi una moltitudine di pazienti che aspettavano ancora di essere visitati.
"Oh, giusto. Sì," risposi, facendo un passo indietro da Leon prima di rivolgermi a tutti nella sala d'attesa. "Ai nostri stimati pazienti e assistenti, il Dott. Malloy e io vorremmo scusarci per eventuali disagi o fastidi che qualcuno potrebbe aver provato durante l'incidente. Ma siate certi che il nostro studio non tollera o approva alcun tipo di molestia e saranno intrapresi provvedimenti per ridurre la probabilità che ciò accada nuovamente. Sarete tutti visitati in modo ordinato senza ulteriori ritardi e spero sinceramente che queste piccole incomprensioni non influenzino la vostra scelta di ricorrere alle cure di Land and Mall."
Piegai leggermente la testa dopo aver emesso una dichiarazione ufficiale, e quando la alzai, vidi solo sorrisi accoglienti e rassicuranti da tutti, a mia grande soddisfazione. Poi guardai l'uomo pensieroso a sinistra, dato che avevo cominciato a sentire formicolii sul retro del collo, e notai che mi stava sorridendo come se fosse contento.
"Posso chiedere cosa ti fa ridere, signor Von Doren?"
"Nulla, Dott.ssa. Ora me ne vado, e mi scuso anche con lei e con tutti gli altri per il comportamento ostile di mia ex moglie." Con queste ultime parole, si allontanò di qualche passo prima di voltarsi e uscire dalla porta principale dello studio. Ma lo sguardo che mi lanciò mentre si allontanava era qualcosa che non avevo mai visto prima, e in effetti mi fece distrarre per un istante.
"Ehi, dai, su," disse Kenzie tirandomi per il braccio, riportandomi alla realtà.
"Eh, sì." La seguìi tornando nelle stanze degli esami, e le nostre infermiere ripresero a chiamare i pazienti uno per uno. Tornai nella stanza degli esami in cui ero dovuta uscire in precedenza. "Mi scuso per il ritardo," dissi entrando. "Abbiamo avuto un piccolo disturbo in sala d'attesa che doveva essere affrontato. Il vostro tempo per me è prezioso, quindi avete l'attenzione che meritate."
"Non preoccupatevi, Dottore, finché è stato lieve e nessuno è stato ferito."
"Nessuno affatto," risposi con un sorriso. Proseguii come al solito, e la giornata continuò senza ulteriori incidenti. Anche se, una parte di me non smetteva di pensare a quello sguardo elettrizzante che Leon mi aveva lanciato mentre se ne andava. Era flirtatioso, di questo ne ero sicura, ma allo stesso tempo era mortale. Considerando che ero legata a Jeff fin da quando avevamo 14 anni, non avevo idea di come interpretarlo. Per ora, lasciai stare tutti i pensieri su Leon e proseguì con la mia giornata.
Dopo aver finito con il mio ultimo paziente in lista, mi sentivo esausta per il vortice di eventi di oggi e volevo chiamare la sera. Ma, rendendomi conto che probabilmente sarei tornata a casa vuota, decisi di fare straordinario e organizzare le cartelle cliniche. Da quando avevo cacciato Jeff nella stanza degli ospiti, era tornato a casa sempre meno spesso, cosa abbastanza stupida da parte sua. Continuava a negare di avere una relazione, eppure, appena gli avevo dato un po' di libertà, aveva deciso di smettere di venire a casa. Sbuffai al pensiero di quanto fosse idiota quell'uomo. Come poteva uno con la grande intelligenza che aveva mostrato per diventare l'avvocato che è oggi essere così imbecille? Non si rendeva conto che questo non faceva altro che farlo sembrare più colpevole? Stronzo idiota.
"Ehi, sei ancora qui?" Alzai gli occhi e vidi Kenzie alla porta del mio ufficio.
"Sì, devo ancora ordinare un sacco di cartelle," risposi.
"Non farmi cazzate. Non vuoi tornare a casa perché sarà vuota." Le lanciavo un'occhiataccia. A volte odiavo che Kenzie mi conoscesse così bene. "Capisco da dove vieni. Il piano superiore è così enorme che è stato troppo per te anche solo con te e quel lurido. Perché hai comprato un attico così grande comunque?" La guardai con indifferenza e mi chiesi se dovrei confessarle tutto adesso. Kenzie era una delle poche persone che sapeva chi fossi veramente e da dove venissi, anche se non l'avevo mai detto io stessa. Hunter aveva tirato tutto fuori quando era venuto a conoscenza di una foto di famiglia di un vecchio raduno della famiglia Silverton e mi aveva riconosciuto.
"E se ti dicessi che non l'ho comprato io?" le chiesi a mia volta. I suoi occhi si spalancarono per lo shock.
"Aspetta, cosa? Stai dicendo che quel cretino l'ha comprato?"
"Cosa?! No! Non guadagna abbastanza da potersi permettere quel posto!" urlai, sentendomi offesa e irritata. "Quanti procuratori distrettuali conosci che possono permettersi un attico da otto cifre a New York?"
"Aspetta, cosa? Hai appena... Ehm!? Otto cifre?!" Il cervello di Kenzie sembrava essersi cortocircuitato. Per fortuna, l'ufficio era privo di anime oltre a noi due poiché era parecchie ore dopo la chiusura. Sospirai profondamente mentre mi avvicinavo indietro sulla mia sedia d'ufficio e le feci semplicemente un cenno con la testa. "Se non l'hai comprato tu, e quel bastardo non l'ha comprato, come...?"
"È stato un regalo dai miei genitori," risposi prima che potesse terminare la domanda. "Anche se sono impegnati a essere i magnati dell'edilizia, non significa che non mi amino. Quando mia nonna ha detto loro che mi ero laureata in medicina prima del previsto e volevo aprire un mio studio senza usare nome o denaro di famiglia, i miei genitori hanno deciso di regalarmi l'attico."
"Eh, cavolo, come hai voglia di sfregare in faccia quanto sei viziata e ricca rispetto a me!" si lamentò Kenzie. Sorrisi e scossi la testa di fronte al suo esibizionismo immaturo.
"Dai, sono cresciuta in una casa rigorosa. Perché credi che abbia dovuto mentire riguardo alla mia identità a Jeff quando l'ho conosciuto per la prima volta? Potevo avere solo 14 anni, ma sapevo bene che se qualcuno avesse saputo chi era veramente la mia famiglia, tutti gli uomini sarebbero venuti da me solo per provarne un assaggio. Il nome Silverton non è sconosciuto. Chiunque lavori nel mondo dell'impresa ha sentito parlare di Silverton Internazionale. I legami della mia famiglia non si estendono solo negli Stati Uniti, Kenz. Sono globali. Per questo volevo allontanarmi dalla mia famiglia. Volevo andarmene e vedere il mondo da sola. Andare a un collegio all'estero non ha fatto molto per me, quindi per questo sono tornata per il liceo."
"Ragazza, mi stai parlando come se non conoscessi niente di tutto questo. Hai dimenticato che davanti agli altri fingiamo di essere solo amiche universitarie? Ci conosciamo da quando eravamo pargoli. Mia madre è cugina di tua madre. Siamo famiglia. Non sapevo veramente quanto ricca fossi finché non me l'hai detto durante i nostri anni di scuola di medicina. Non è che la tua famiglia si vanti davvero delle proprie ricchezze. La casa di famiglia è grande, ma non urla 'Sono cazzo ricco!' Non ho dovuto pagare la retta a causa della borsa di studio che ho ricevuto, ma tu? Oh, Annika Silverton, tu, d'altra parte, i tuoi antenati di famiglia hanno costruito quella maledetta scuola. Quindi, ti è stata data gratuitamente."
"Ho comunque dovuto studiare duramente come chiunque altro. Non ho comprato il mio diploma in medicina. Inoltre, non è stata una mia scelta. Ne sono stati responsabili i miei genitori," alzai le spalle.
"Per qualcuno che diceva di voler scappare dal nome di famiglia Silverton, ci sfrutti ancora molto," scherzò Kenzie. "Diavolo, sfrutti anche il nome della mia famiglia! O hai dimenticato che hai deciso di mentire al mondo dicendo che il tuo cognome era 'Hiller'?"
"E quindi? Stai dicendo che tu non sfrutti il nome della famiglia Hiller? Ti vanti apertamente delle origini della tua famiglia, tu e Hunter entrambi. I Malloy sono una famiglia di avvocati, politici e studiosi internazionali mentre gli Hiller sono tutti nel campo medico."
"Bè, se lo metti in questo modo, suppongo che posso darti ragione e dire che io e Hunter siamo benestanti grazie alle nostre famiglie," disse senza alcuna vergogna. Sollevai un sopracciglio. "Non guardarmi così! Oh! Parlando di sguardi! Chi cavolo era il tipino abbronzato e belloccio in ufficio oggi?!" Sbuffai nel modo in cui Kenzie stava ora tirando fuori Leon Von Doren.
"Era il mio paziente oggi. Nuovo paziente dello studio," risposi.
"È un dannato figo! Te lo scopi?"
"Kenzie, non puoi parlare come se fossimo ancora al liceo? Scopare? Seriamente?!"
"Cosa?! Siamo ancora giovani donne nei nostri vent'anni, e non stiamo lavorando adesso. Potremmo anche divertirci un po'. Perchè non possiamo spettegolare come due scolarette sul nuovo ragazzo bello?"
"Non posso farlo con te", dissi, alzando la mano destra in segno di sorpresa.
"La sua bellezza mette persino a disagio quella di Hunter. E tu sai meglio di tutti che la bellezza e il background di Hunter non possono essere paragonati. Devo ancora sbattermi contro le donne che cercano di togliergli i pantaloni."
"Per favore, Hunter è il ragazzo più onorevole che conosciamo. Preferirebbe uccidere piuttosto che tradirti, a differenza di qualcun altro che entrambe conosciamo", mormorai pensando all'improvviso a Jeff.
"Penso che tu dovresti conquistare quel tuo paziente."
"Kenzie!"
"Cosa?! Se quel coglione di tuo marito può fare sesso con quella sgualdrina di barbie, allora puoi farlo anche tu con quel greco abbronzato affascinante!"
"Sono ancora legalmente sposata! O hai dimenticato questa informazione?"
"Non ha fermato Jeff nell'andare in giro a mostrare il suo coso."
"Devi esprimerlo in quel modo!?" Ero mortificata per il suo vocabolario. Questa donna davanti a me, signore e signori, è una rinomata ginecologa ed è esperta nel partorire bambini.
"Anni, non hai visto come ti guardava mentre usciva? Aveva l'aria di volerti mangiare immediatamente! E non dimentichiamo che quella donna è la sua ex moglie. Perché cacchio lo ha lasciato andare, quel bell'uomo, per un idiota col pisello minuscolo come Jeff?"
"Perché me lo chiedi a me? Sono proprio come lei. Ho scelto quell'idiota col pisello minuscolo come mio marito."
"Amica mia, è diverso. Tu non avevi un Adone come Dio che ti stava inseguendo. Ma sembra che tu abbia trovato uno. E poi, lui è l'ex marito di lei", Kenzie trascinò l'ultima parola per enfatizzare ancora di più.
"Il tuo punto quale sarebbe?" chiesi, non capendo dove volesse arrivare con tutto questo.
"Oh, Anni, sei così timida e ingenua. Lui è la sua ex. Lei lo ha tradito con Jeff. Non hai sentito che il nemico del mio nemico è mio amico? Voi due odiate Sadie Galloway. Perché non conoscerlo e lavorare insieme per abbattere Sadie e Jeff? Dopotutto, da quello che ho capito nel salone oggi pomeriggio, non credo che lui sappia che tu conosci Sadie. E se usassi il fatto che l'uomo con cui sua moglie lo ha tradito è proprio il tuo attuale marito? Non sembra un tipo semplice. Tu e io veniamo da una famiglia ricca; sappiamo riconoscere se qualcuno è ricco o no. Quell'uomo, là, oggi pomeriggio, sembrava pieno di soldi. Forse tanto quanto la famiglia di Hunter, o forse anche la tua." Kenzie finì il suo discorso, e io la guardai, completamente sbalordita. Perché non ci avevo pensato prima? Perché non avevo pensato di usare questo uomo per vendicarmi? "Sai che gli uomini ricchi non amano essere presi in giro o ingannati. Ricordi cosa è successo a quel fottuto che ha cercato di stuprare la moglie di mio cugino?"
"Quale uomo?" chiesi sarcastica.
"Esattamente." Cominciammo a ridere. Era vero. Più una famiglia era ricca, più spietata era. Anche se non approvo la violenza o l'omicidio, questo non vale per il resto della nostra famiglia. La triste e spaventosa verità è che più sei ricco, più puoi cavartela indenne. Non è sorprendente che Jeff pensasse di poter scampare indenne dopo avermi tradito. Se la mia famiglia lo sapesse, farebbero scomparire Jeff e tutta la sua famiglia. Tuttavia, sono al 100% sicura che la famiglia di Jeff non sappia niente delle sue scappatelle. Se fosse così, non avrei problemi a essere meschina. Mi assicurerei che tutta la famiglia Hollands sappia chi è veramente Jeffrey Hollands. Ma prima, avrei seguito il consiglio di Kenzie. Forse unire le forze con questo Von Doren non sarebbe una cattiva idea.