Capitolo II

1022 Words
Capitolo II Peraltro non trascorse meno di un anno prima che io scappassi, anche se in tutto quel lasso di tempo ero rimasto sordo ad ogni proposta di dedicarmi stabilmente a un'occupazione e non di rado mi dolevo con mio padre e mia madre per la loro irriducibile opposizione a quella che, come ben sapevano, costituiva per me una vocazione irrinunciabile. Un giorno, però, capitai ad Hull così per caso, senza alcuna intenzione di fuggire. Ma trovandomi colà in compagnia di un amico che stava per imbarcarsi alla volta di Londra sulla nave di suo padre e cercava di persuadermi a seguirli sfruttando la consueta lusinga dei marinai, e cioè che il passaggio non mi sarebbe costato un soldo, non consultai più né mio padre né mia madre, e nemmeno pensai ad informarli di ciò che stavo per fare; ma lasciando che venissero a saperlo per caso, senza invocare la benedizione del Cielo o quella di mio padre, e senza meditare sulle circostanze e sulle conseguenze, in un'ora Dio sa quanto malaugurata del 1° settembre 1651 io m'imbarcai su una nave che salpava per Londra. E mai, io credo, le disgrazie di un giovane cominciarono presto e durarono a lungo quanto le mie. Infatti la nave non era ancor uscita dall'estuario dell'Humber che il vento prese a soffiare e le onde a innalzarsi in modo spaventoso; ed io, che mai mi ero trovato in mare prima di allora, mi sentii terribilmente male nel corpo e angosciato nello spirito. Solo in quel momento fui indotto a meditare seriamente sul passo che avevo compiuto e sulla giustizia celeste che si abbatteva su di me per aver con tanta scelleratezza abbandonato la casa paterna e trascurato il mio dovere; e mi tornarono lucidi alla mente i saggi consigli dei miei genitori, le lacrime di mio padre e le preghiere di mia madre; e la mia coscienza, non ancora induritasi al punto in cui giunse più tardi, mi rimorse per aver tenuto in non cale i moniti ricevuti e aver mancato ai miei doveri verso Dio e verso mio padre. Frattanto la tempesta aumentava d'intensità e il mare, sul quale non mi ero mai trovato prima di allora, prese a ingrossarsi, sebbene fosse ben poca cosa in confronto a quanto avrei visto in seguito, ed anche a ciò che mi aspettava qualche giorno dopo. Ma bastò a spaventare me, che ero un marinaio alle prime armi e non avevo mai visto niente di simile. Avevo l'impressione che ogni onda dovesse sommergerci, e che, ogni qual volta la nave sprofondava nella conca o nell'avvallamento di un'ondata, non dovessimo riemergerne mai più; e in quest'angoscia dello spirito formulai innumerevoli voti e promesse: se Dio avesse voluto risparmiarmi in quest'unica traversata, e se mai fossi riuscito a rimetter piede sulla terraferma, sarei tornato difilato da mio padre e non sarei più salito a bordo di una nave per tutto l'arco della mia esistenza; che mi sarei attenuto ai suoi consigli e avrei evitato di cacciarmi in guai come questo. Ora capivo quanto fossero assennate le sue riflessioni sulla condizione media della vita, capivo con quanto agio, con quanta tranquillità lui stesso avesse vissuto, senza esporsi alle burrasche sul mare o alle ambasce sulla terra. Decisi dunque che sarei tornato a casa di mio padre, da vero figliuol prodigo. Queste savie e pacate considerazioni si prolungarono quanto durò la tempesta, o poco più; l'indomani il vento era cessato, il mare era più calmo ed io cominciavo ad abituarmici. Nondimeno per tutta la giornata mi sentii depresso. Avevo ancora un poco di mal di mare. Ma verso sera il cielo si rischiarò, il vento cadde del tutto e ne seguì una serata incantevole. Al tramonto l'orizzonte era perfettamente limpido, e tale apparve anche all'alba del giorno dopo. Non c'era quasi vento; sulla piatta superficie del mare il sole brillava, e mi venne fatto di pensare che quello spettacolo era la cosa più bella che avessi mai veduto. Durante la notte avevo dormito bene; il mal di mare era passato e mi sentivo di ottimo umore mentre contemplavo meravigliato il mare che il giorno innanzi era stato così agitato e terribile e in breve tempo poteva diventare così calmo e piacevole. E allora, onde impedire che i miei buoni proponimenti perdurassero, il mio amico, quello che mi aveva indotto ad abbandonare casa mia, mi si fece accosto e battendomi una mano sulla spalla mi disse: «Ebbene, Bob, come ti senti? L'altra sera ti sei spaventato, immagino, quando c'è stato quel colpo di vento, vero?» «Un colpo di vento?» risposi. «È stata una burrasca spaventosa.» «Suvvia, sciocco! La chiami burrasca, quella? È stata una cosa da nulla. Basta una buona nave e mare aperto per poter manovrare, e noi di uno sbuffo di vento non ci accorgiamo nemmeno! Caro mio, sei un marinaio d'acqua dolce, tu! Vieni, facciamoci una tazza di punch e non pensiamoci più. Vedi che tempo magnifico, ora?» Per farla corta con questa triste parte della mia storia, facemmo alla solita maniera di tutti i marinai: venne preparato il punch, me ne ubriacai e nel disordine scellerato di quell'unica notte io scordai il mio pentimento, affogai tutte le riflessioni sul mio passato contegno e le buone risoluzioni per il futuro. Insomma, come il mare per il cessare della tempesta era tornato liscio e tranquillo, una volta sedata la paura e l'angoscia di essere inghiottito dal mare riemerse il corso dei miei primitivi desideri, cosicché dimenticai del tutto le promesse e i voti che avevo formulato nell'ora del pericolo. A dire il vero qualche momento di saggia riflessione tentarono a tratti di ritornare a galla, ma io li respinsi e me li scrollai di dosso come si fosse trattato di un intralcio fisico; sicché, datomi al bere e alla compagnia, non tardai a trionfare da quei nuovi accessi, come io li chiamavo, e in cinque o sei giorni riscossi una vittoria completa sulla mia coscienza, una vittoria quale non potrebbe desiderare un giovanotto deciso a non lasciarsene turbare. Ma mi attendeva un'altra prova, e come sempre succede in casi del genere non volle accordarmi la minima scusa. Se infatti non avevo captato il primo avvertimento, quello successivo doveva esser tale che il peggiore, il più recidivo scellerato degli uomini non potesse non ravvisarvi il pericolo e al tempo stesso la via della salvezza.
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