XX. TOPSY. Una mattina, mentre miss Ofelia era tutta intenta alle sue cure domestiche, Saint-Clare la chiamò di fondo alla scala. — Scendete un po’, cugina; ho una cosa da mostrarvi. — Che cos’è?— domandò Ofelia, venendo giù col suo lavoro in mano. — Ho fatto un acquisto per voi: guardate. — E spinse davanti a sé una negretta di otto o nove anni circa. Era una delle più nere della sua razza; i suoi occhi rotondi e luccicanti come grosse perle di vetro si fermavano tratto tratto, nel perpetuo loro moto, sopra ogni oggetto della stanza; la sua bocca, semiaperta dallo stupore nel veder le ricchezze della sala del suo nuovo padrone, mostrava due file di bianchissimi denti, e i suoi lanuti capelli erano divisi in un gran numero di piccole trecce che si sparpagliavano per tutti i versi. La sua